La telefonata del paziente non scrimina dall’illecito.
Non può invocare lo stato di necessità il medico multato per guida con cellulare in mano, se riceve una telefonata del suo primario per parlare di un paziente in pericolo di vita. Lo ha detto la Cassazione con una sentenza recente [1], rafforzando il proprio orientamento rigorista sullo stato di necessità.
Decisivo soprattutto il fatto che in questo caso si trattava di una chiamata ricevuta e quindi il trasgressore non poteva sapere a priori – cioè prima di rispondere al telefono mentre guidava – che era dovuta a un’emergenza. E, se lo avesse saputo, avrebbe dovuto prepararsi con auricolare o viva voce.
Una cosa, infatti, è chiamare, mentre un’altra è ricevere una telefonata, quando ancora non se ne conosce il contenuto.
Insomma, anche nel caso di emergenza, se il sanitario, prima di mettersi al volante, si è premunito di cuffiette, Bluetooth o vivavoce, può mettersi nelle condizioni di aggrapparsi a un presunto stato di necessità del paziente.
note
[1] Cass. sent. n. 21266/14.