Nei confronti di chi bisogna versare gli alimenti e secondo quale gerarchia?
Un nostro lettore ci chiede: quali parenti si è obbligati a mantenere? La domanda, per quanto generica, lascia chiaramente intendere il riferimento al dovere di prestare gli alimenti in favore dei familiari che si trovino in grave difficoltà economica. Un dovere che non spetta a tutti. O meglio, che spetta in base a un ordine prestabilito dal Codice, rivolto a porre l’onere prima a carico di chi ha un vincolo di sangue stretto e poi, via via, sugli altri di grado più lontano.
Ecco perché ha senso chiedersi quali parenti si è obbligati a mantenere: perché la risposta dipende dal grado di parentela e dall’eventuale assenza di familiari più prossimi. Rispondiamo dunque al quesito che ci viene posto.
Indice
Quando bisogna mantenere i parenti?
L’obbligo di prestare gli alimenti scatta solo nei confronti di chi non è capace di provvedere – in tutto o anche solo in parte – al proprio sostentamento in caso di invalidità al lavoro per incapacità fisica o impossibilità di esercitare un’attività lavorativa conforme alle proprie abitudini e alle proprie condizioni sociali.
Come spiegato dalla Cassazione [1], «il diritto agli alimenti è legato alla prova non solo dello stato di bisogno, ma anche dell’impossibilità di provvedere, in tutto o in parte, al proprio sostentamento mediante l’esplicazione di un’attività lavorativa. Ne consegue che ove l’alimentando non provi la propria invalidità al lavoro per incapacità fisica o l’impossibilità, per circostanze a lui non imputabili, di trovarsi un’occupazione confacente alle proprie attitudini e alle proprie condizioni sociali, la relativa domanda deve essere rigettata».
Quali parenti bisogna mantenere?
L’obbligo di prestare gli alimenti scatta solo se il soggetto in stato di bisogno non ha familiari stretti in grado di occuparsi di lui. Ecco allora la gerarchia dei soggetti tenuti a mantenere i parenti.
Il coniuge
Innanzitutto, c’è il coniuge (o la parte dell’unione civile a cui è equiparato). Il coniuge deve prestare gli alimenti a favore dell’altro coniuge, anche se tale obbligo è già implicito nel più generale dovere di assistenza materiale e di contribuzione ai bisogni della famiglia che grava su tutte le persone sposate.
Gli alimenti sono dovuti anche in caso di separazione con addebito se il coniuge responsabile versa in stato di bisogno e non è in grado di provvedere al proprio sostentamento.
Se invece la separazione è giudiziale senza addebito, consensuale o di fatto, l’obbligo alimentare è ricompreso nell’assegno di mantenimento.
L’obbligo di prestare gli alimenti cessa se la coppia procede col divorzio.
I figli
Se il soggetto bisognoso non è sposato, è vedovo/a oppure se anche il suo coniuge è impossibilitato ad aiutarlo, obbligati agli alimenti sono i figli, non già tutti nella stessa misura ma ciascuno in proporzione alle proprie capacità economiche.
L’obbligo ricade anche sui figli adottivi e su quelli avuti da una relazione di fatto.
I figli non sono tenuti agli alimenti verso il genitore se questi è decaduto dalla potestà genitoriale con sentenza del tribunale.
Il figlio è obbligato in grado posteriore rispetto al coniuge, può quindi agire in proprio contro uno dei genitori per essere sollevato dall’obbligo.
Nipoti
In mancanza dei figli, l’obbligo degli alimenti ricade sui nipoti, ossia sugli altri discendenti.
Genitori
Se il coniuge, i figli o i discendenti prossimi non ci sono o non possono provvedere al mantenimento del parente bisognoso, questi può chiedere gli alimenti ai propri genitori, anche adottivi.
Per quanto riguarda l’adozione di persone maggiorenni, l’adottante deve gli alimenti al figlio adottivo con precedenza sui genitori di lui. Infatti tale tipo di adozione non interrompe il legame con la famiglia di origine.
Generi e nuore
Se la persona bisognosa non ha neanche i genitori perché sono defunti o se questi non possono occuparsi del suo mantenimento, a versare gli alimenti devono essere generi e nuore.
Suocero e suocera
L’obbligo alimentare del suocero e della suocera e quello del genero e della nuora cessa nei seguenti casi:
- la persona che ha diritto agli alimenti contrae un nuovo matrimonio;
- il coniuge da cui deriva l’affinità e i figli nati dal matrimonio con l’altro coniuge sono morti.
La norma non è stata coordinata con l’introduzione nel nostro ordinamento dell’istituto del divorzio.
Fratelli e sorelle
Gli ultimi soggetti della gerarchia degli obbligati al mantenimento sono i fratelli e le sorelle del soggetto in stato di bisogno.
Altri soggetti tenuti agli alimenti
L’obbligo di versare gli alimenti sussiste anche:
- una volta cessata la convivenza di fatto, a carico di un convivente nei confronti dell’altro che si trovi in stato di bisogno;
- a carico del soggetto beneficiato da una donazione, in caso di bisogno del donante.
A quanto ammonta il mantenimento per i parenti bisognosi?
L’obbligo di versare gli alimenti non è equiparabile, nell’ammontare, all’assegno di mantenimento dovuto al coniuge in caso di separazione o divorzio. Esso infatti è rivolto solo a garantire il sostentamento e ad evitare il rischio per la vita del beneficiario. È quindi limitato alle spese per l’alimentazione, per la salute o l’alloggio. La prestazione può essere resa anche in natura, ad esempio ospitando il soggetto bisognoso in casa propria e/o acquistandogli i beni di prima necessità.
In ogni caso, ogni familiare obbligato agli alimenti deve versare una quota non già “fissa” ma proporzionata alle proprie disponibilità economiche.