Quali sono i diritti del proprietario? Quali limiti impone la legge alla proprietà? Cosa sono i diritti reali?
“La proprietà privata è sacra”; un’espressione ricorrente, quasi sempre utilizzata per dire che in casa deve entrare solo chi è invitato, mentre tutti gli altri non devono permettersi di varcare la soglia. Un concetto un po’ brutale, ma che rende bene l’idea di cosa significhi “proprietà privata”, anche in ambito penale: lo sanno bene quanti si appellano a questa nozione per invocare la legittima difesa. Ma, secondo la legge, quando è proprietà privata?
Come vedremo, la legge non definisce la proprietà ma spiega quali sono i diritti del proprietario, cioè cosa può fare con i suoi beni. Scopriremo che la proprietà non è quel diritto così assoluto come erroneamente si pensa: anche il proprietario, infatti, deve sopportare dei limiti, imposti sia nell’interesse dello Stato che degli altri privati. Ma non sveliamo troppo. Se l’argomento t’interessa e vuoi saperne di più, prosegui nella lettura: vedremo insieme quando è proprietà privata.
Indice
Che cos’è la proprietà?
La proprietà è un diritto. Per essere più precisi, la proprietà è un “diritto reale”, perché riguarda una “res”, cioè una cosa.
Questo vuol dire che si possono possedere solo beni e servizi, di certo non persone, le quali non possono mai formare oggetto di diritti. In altre parole, nessuno può essere proprietario di un’altra persona (la schiavitù è reato).
Proprietà: quali sono le sue caratteristiche?
La proprietà è il diritto più esteso che la legge conosca: non ci sono altri diritti che consentono di poter godere di un bene così come la proprietà.
Ad esempio, l’usufrutto (che pure è un diritto reale) consente all’usufruttuario di potere avvantaggiarsi della cosa altrui, ma solo per un certo tempo e senza poterne modificare la destinazione economica né poterla vendere. Il proprietario, invece, può fare ciò che vuole del proprio bene, potendo finanche distruggerlo.
Il Codice civile [1] stabilisce infatti che il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti fissati dalla legge.
A voler essere ancor più precisi, Il diritto di proprietà presenta le seguenti caratteristiche:
- pienezza, in quanto il proprietario può fare ciò che vuole con la propria cosa (nei limiti imposti dalla legge);
- assolutezza, poiché il proprietario ha il diritto, tutelato dalla legge, di pretendere che tutti rispettino la sua proprietà, potendo azionare gli strumenti previsti dall’ordinamento per far cessare ogni turbativa;
- elasticità, nel senso che la proprietà può tollerare delle limitazioni (pensa alla proprietà gravata da ipoteca o da usufrutto) ma, una volta eliminate, essa si riespande e torna libera e piena come prima;
- imprescrittibilità, in quanto la proprietà è l’unico diritto reale che non si prescrive mai.
Proprietà: come si perde?
Anche se non si prescrive mai, la proprietà può però essere persa per usucapione, cioè per non utilizzo accompagnato dal possesso di altre persone. Ad esempio, si perde la proprietà di un immobile se un’altra persona la possiede come se fosse propria per almeno venti anni.
La proprietà può perdersi anche per espropriazione, quando lo Stato ritiene che vi siano ragioni di pubblica utilità per acquisire la proprietà altrui.
Proprietà: quando è privata?
Secondo la Costituzione [2], la proprietà è pubblica o privata, a seconda del titolare del diritto. Questo significa che la proprietà privata è il diritto di proprietà che fa capo a un soggetto privato, come ad esempio una persona fisica, un’associazione o una società.
Insomma: la proprietà privata è quella “intestata” a un privato, cioè a un soggetto non pubblico.
Nel linguaggio di tutti i giorni, quando si parla di proprietà privata ci si riferisce, in genere, all’abitazione, cioè al luogo in cui si vive con la famiglia e si ritorna quando si rientra dal lavoro, oppure a un terreno. Tanto è confermato dai cartelli che in genere vengono apposti, recanti la dicitura “proprietà privata”.
Luogo privata dimora: cos’è?
Del tutto simile alla proprietà privata è il luogo di privata dimora. Si tratta praticamente di sinonimi, se non fosse per il fatto che di privata dimora in genere parla la legge penale con riferimento ad alcuni reati come la violazione di domicilio e il furto in abitazione.
Per “privata dimora” il Codice penale intende tutti i posti, diversi dall’abitazione, in cui può svolgersi la vita privata di una persona: è il caso, ad esempio, del pianerottolo davanti la soglia di casa, del retrobottega, del ripostiglio di un esercizio commerciale, ecc.
Quali sono i diritti del proprietario?
Il proprietario ha il diritto di:
- escludere tutte le altre persone dalla sua proprietà privata (in latino, “ius excludendi omnes alios”, cioè il diritto di escludere tutti gli altri).
- distruggere o modificare radicalmente il proprio bene;
- non fare alcun uso della sua proprietà, ad esempio mandando in malora un terreno oppure lasciando rovinare un’abitazione.
Limiti alla proprietà privata: quali sono?
Anche se la proprietà è un diritto pieno, assoluto ed esclusivo, anch’esso è sottoposto ad alcuni limiti. Ad esempio, la legge impone le distanza minime tra proprietà confinanti, il divieto di compiere atti che possano arrecare fastidio o pregiudizio ad altri, la possibilità di perdere il proprio diritto per espropriazione pubblica.
Volendo fare un esempio pratico, si pensi al proprietario che decide di dare fuoco alla propria abitazione perché non gli serve più: in un caso del genere la condotta sarebbe vietata e potrebbe costituire perfino un reato, in quanto l’incendio è un evento pericoloso che può mettere a rischio l’incolumità altrui.
Anche lasciare in rovina il proprio immobile può costituire un reato, perché da un immobile fatiscente possono derivare pericoli per gli altri.
Per non parlare, poi, dei tantissimi limiti edilizi e urbanistici: il proprietario non può costruire sul proprio terreno se non ha l’autorizzazione comunale, né può ampliare l’abitazione già esistente.
Insomma: della proprietà privata si può fare ciò che si vuole, entro i limiti stabiliti dalla legge.
Proprietà privata: cosa succede se non si rispetta?
La violazione della proprietà privata costituisce un illecito, a volte anche penale. Ad esempio, chi si introduce nell’abitazione altrui senza alcun permesso commette il reato di violazione di domicilio; chi fa lo stesso per rubare commette il reato di furto in abitazione.
Ma non solo: nella proprietà privata è vietato anche guardare, a meno che non si tratta di luoghi esposti alla vista di tutti, come ad esempio il balcone o il giardino.
E così, commette reato anche chi spia cosa succede in casa sbirciando dalla finestra oppure chi installa una videocamera all’insaputa del proprietario.