L’Ue ha stabilito di acquistare i vaccini con i fondi europei da distribuire poi a ciascun stato membro: è la prima volta che succede.
Nelle ultime settimane i casi di vaiolo delle scimmie sono cresciuti a macchia d’olio in tutta Europa, seppur la situazione non preoccupi e sia sotto controllo. Per prevenire un diffondersi eccessivo del virus, comunque, l’Unione Europea, memore di quanto vissuto col Covid, ha subito puntato sui vaccini.
Oggi «firmerò un accordo per fermare circa 110mila vaccini per il vaiolo delle scimmie, per poterli consegnare agli Stati membri a partire dalla fine di giugno». Lo ha dichiarato la commissaria europea per la Salute Stella Kyriakides, a margine del Consiglio Salute a Lussemburgo, senza aggiungere altri dettagli.
«Abbiamo ora circa 900 casi di vaiolo delle scimmie nell’Ue – continua – e circa 1.400 nel mondo. È la prima volta che usiamo fondi Ue per comprare vaccini che possiamo poi distribuire agli Stati membri. Questo mostra quello che possiamo fare quando lavoriamo insieme», ha concluso.
Anche anche il ministro della Salute italiano Roberto Speranza è a Lussemburgo per partecipare al Consiglio Salute, e oggi sarà anche a Bruxelles per la partita dell’acquisto comune di vaccini per il vaiolo delle scimmie.
Fino a ieri nell’Ue e nello Spazio Economico Europeo si sono registrati 901 casi confermati di vaiolo delle scimmie, secondo quanto dichiarato dalla direttrice dell’Ecdc Andrea Ammon, collegata in audizione da Lussemburgo con la commissione Envi del Parlamento Europeo a Bruxelles.
I Paesi che hanno il maggior numero di casi nell’Ue, continua Ammon, sono «Spagna, Portogallo e Germania» e il Regno Unito fuori dall’Ue. I casi sono finora concentrati in «giovani maschi che identificano se stessi come uomini che hanno rapporti con altri uomini», anche se, ricorda, «la trasmissione del virus non è legata all’orientamento sessuale. Finora non ci sono stati morti».
Ora che, in estate, «ci saranno più raduni di massa anche per le comunità Msm (Men who have Sex with other Men, ossia uomini che fanno sesso con altri uomini), piuttosto che cancellarli dovrebbero essere visti come un’opportunità per aumentare la consapevolezza sui rischi e sui sintomi» ha affermato Ammon.
Bisogna invece «informare su cosa fare e dove andare quando si sviluppano i sintomi». Gli eventi di massa sono «opportunità per fare della promozione sanitaria».
Il vaiolo delle scimmie, ricorda, «non si diffonde facilmente da persona a persona». Il contagio «avviene tramite un contratto stretto con materiale infetto proveniente da lesioni cutanee di una persona infetta oppure il droplet respiratorio con un contatto viso a viso prolungato e stretto».