Trovato accordo sull’Ucraina: cos’ha deciso il Governo


Il testo è stato sottoscritto da tutte le forze politiche, compreso il Movimento 5 Stelle, e impegna il Governo in 10 punti.
Il premier Mario Draghi ce l’ha fatta: la maggioranza ha finalmente trovato un accordo sulla risoluzione in vista del Consiglio Ue. Dopo giorni di tensione, la terra che tremava sotto i piedi del presidente del Consiglio si è momentaneamente fermata (a differenza di quella sulla quale si regge il Movimento 5 Stelle) e l’intesa sulla crisi Ucraina è stata stipulata.
Il Senato ha prodotto un testo che impegna il Governo in 10 punti; tra questi, anche il nodo del coinvolgimento del Parlamento, richiesta avanzata dai 5 Stelle, che ha tenuto banco nel confronto nelle ultime 24 ore.
Il Governo sarà chiamato a riferire in aula in vista di summit internazionali e nel caso di eventuale invio di forniture militari all’Ucraina, all’interno della cornice già definita dal dl Ucraina approvato nei primi giorni dell’invasione russa.
Il dispositivo depositato «Impegna il governo a continuare a garantire secondo quanto precisato dal decreto legge 14/22 il necessario ampio coinvolgimento delle Camere con le modalità ivi previste, in occasione anche dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle istituzioni ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari».
I 10 punti previsti nel testo
Il testo prevede che il Senato impegna il Governo a:
- esigere, insieme ai partner europei, dalle Autorità russe l’immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari che illegittimamente occupano il suolo ucraino, con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase nel conflitto, aumentando in parallelo gli sforzi diplomatici intesi a trovare una soluzione pacifica basata sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina e dei principi del diritto internazionale”;
- come testimoniato dal recente viaggio a Kiev dei Presidenti Draghi, Macron e Scholz, rafforzare il ruolo dell’Europa nel quadro multilaterale, proseguendo l’impegno a porsi come attore-chiave per una mediazione tra le Parti, in sinergia con altri Paesi già attivi su questo fronte e attraverso ogni azione diplomatica internazionale e bilaterale utile al raggiungimento di un cessate il fuoco e alla conclusione positiva di un percorso negoziale;
- garantire sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, legittimati dall’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite – che sancisce il diritto all’autodifesa individuale e collettiva – confermando il ruolo dell’Italia nel quadro dell’azione multilaterale, a partire dall’Unione europea e dall’Alleanza Atlantica, finalizzata al raggiungimento del primario obiettivo del cessate il fuoco e della pace”;
- continuare a garantire, secondo quanto precisato dal decreto-legge n. 14 del 2022, il necessario e ampio coinvolgimento delle Camere con le modalità ivi previste, in occasione dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle istituzioni ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari;
- definire ogni soluzione necessaria a livello bilaterale e multilaterale, a partire dall’ONU, dall’UE e dal G7, per assicurare la sicurezza alimentare a livello globale, attraverso corridoi sicuri e lo sminamento dei porti;
- supportare le domande di adesione all’UE di Ucraina, Repubblica Moldova e Georgia, in un quadro di rispetto dei criteri di Copenaghen, e accelerare il percorso di adesione all’UE dei Paesi dei Balcani Occidentali”.
- nel contesto delle analisi sul semestre europeo, sostenere una revisione puntuale della governance economica che modifichi radicalmente il Patto di Stabilità e Crescita al fine di favorire gli investimenti e la coesione sociale;
- adoperarsi per la definizione di strumenti fiscali comuni europei per compensare gli squilibri per gli Stati dovuti alle conseguenze economiche della guerra in Ucraina e alle sanzioni alla Russia e rafforzare politiche a favore di famiglie e imprese in difficoltà per gli effetti del conflitto; rendere esecutivi i progetti che sostanzino l’“autonomia strategica europea” per ridurre le dipendenze dell’UE in settori cruciali”.
- finalizzare le iniziative di RePowerEU che realizzino la diversificazione delle fonti energetiche in Europa e contrastino l’incremento dei prezzi dell’energia; a tale scopo, è prioritario l’utilizzo per tutti i Paesi membri dei fondi ancora disponibili nel Dispositivo di Ripresa e Resilienza, l’aumento significativo degli investimenti sulle rinnovabili, la tutela della coesione sociale nella transizione eco-sostenibile e le riforme del mercato energetico europeo, a partire dall’introduzione di un tetto ai prezzi del gas e dal disaccoppiamento del prezzo dell’energia tra rinnovabili e fonti fossili tradizionali”.
- dare seguito al dibattito sulle proposte adottate dalla Conferenza sul Futuro dell’Europa, con l’obiettivo di rafforzare l’azione dell’Unione europea, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, utilizzando tutte le potenzialità degli attuali Trattati, ivi inclusa la possibilità di avviare una procedura di revisione ordinaria, anche attraverso la convocazione di una Convenzione cui partecipino i rappresentanti dei Parlamenti nazionali (articolo 48 del Trattato sull’Unione europea)”.