Le azioni possessorie sono due: l’azione di reintegrazione (o di spoglio) e l’azione di manutenzione. Con l’azione di reintegrazione il possessore (o il detentore) ottiene il ripristino della situazione così com’era prima che qualcuno gli sottraesse il bene posseduto. Con l’azione di manutenzione, invece, il possessore (non anche il detentore) chiede al giudice la cessazione della molestia che gli proviene da un’altra persona.
Azioni possessorie: quali sono?


Qual è la differenza tra possessore e detentore? Come funzionano l’azione di reintegrazione e l’azione di manutenzione?
La legge tutela non solo il proprietario di una cosa, ma anche chi ne è semplicemente il possessore o, in certi casi, il detentore. Ad esempio, l’inquilino che non può più accedere al proprio box auto perché il vicino ha installato un cancello che gli blocca l’ingresso può agire in giudizio senza dover chiedere il permesso del locatore. Come? Grazie alle azioni possessorie. Quali sono?
Come vedremo, per esercitare le azioni possessorie non occorre dimostrare di essere proprietari del bene: è sufficiente provare che, nel momento in cui è avvenuto lo spoglio oppure la turbativa, si era in possesso della cosa, cioè era possibile utilizzarla liberamente, proprio alla stregua di un proprietario. Ma andiamo con ordine. Se l’argomento ti interessa, prosegui nella lettura: vedremo insieme quali sono le azioni possessorie e come funzionano.
Indice
Azioni possessorie: cosa sono?
Le azioni possessorie sono delle azioni legali che possono essere intraprese dal possessore oppure, in alcuni casi, dal detentore di un bene.
Lo scopo di chi agisce è di ottenere la restituzione della cosa oppure di tornare a goderne pacificamente, eliminando così le molestie che provengono da altre persone.
Azioni possessorie: a cosa servono?
Le azioni possessorie servono a tutelare chi possiede o, in alcuni casi, detiene un bene e subisce una turbativa nel suo possesso o nella sua detenzione. Tale turbativa può dipendere da una illegittima privazione del possesso o limitazione nel godimento del bene (il cosiddetto “spoglio”) oppure da un semplice disturbo nel godimento del bene (molestia).
Ad esempio, chi coltiva il terreno di altri pur non avendone alcun titolo può agire con le azioni possessorie nei confronti del confinante che ha costruito senza rispettare le dovute distanze; allo stesso modo, l’inquilino può agire con le azioni a tutela del possesso nei confronti del condomino che gli impedisce l’ingresso nel garage perché ha posizionato una sbarra che gli inibisce l’accesso.
Chi è il possessore?
Si definisce “possessore” la persona che è in relazione diretta con un determinato bene e che, proprio in virtù di tale posizione, può utilizzarlo e avvantaggiarsene come se fosse il proprietario effettivo.
Ad esempio, chi coltiva stabilmente il terreno di un’altra persona può essere definito possessore, in quanto esercita su di esso i poteri tipici del proprietario, pur non essendolo. Lo stesso si dica per chiunque utilizzi stabilmente una cosa altrui, come un’auto, un cellulare, ecc.
Insomma: il possesso è il rapporto di fatto che si instaura tra un soggetto e una cosa. In virtù di tale situazione che si viene a creare, la legge interviene fornendo al possessore le azioni a tutela dei suoi diritti. Ciò significa che il possessore può essere anche un ladro, cioè una persona che non ha nessun titolo per avere il bene con sé e che l’ha perfino sottratto con la violenza al legittimo titolare.
Chi è il detentore?
Come vedremo, anche il detentore può esercitare una delle azioni possessorie. A differenza del possessore, il detentore si trova in una posizione qualificata nei confronti del bene, nel senso che esiste un rapporto giuridico preciso che lo unisce all’oggetto.
Classica ipotesi di detenzione è quella del conduttore, il quale detiene l’immobile del proprietario in virtù di regolare il contratto di locazione.
Pertanto, mentre il possesso è una situazione di fatto, la detenzione è una situazione di diritto, in quanto poggia le basi su un valido e riconosciuto rapporto giuridico.
Se, ad esempio, il conduttore dovesse continuare a occupare l’immobile anche dopo la scadenza del contratto, allora egli si trasformerebbe in possessore.
Azioni possessorie: quali sono?
Le azioni possessorie sono due: l’azione di reintegrazione (o di spoglio) e l’azione di manutenzione.
Con l’azione di reintegrazione il possessore (o il detentore) ottiene il ripristino della situazione così com’era prima che qualcuno gli sottraesse il bene posseduto [1].
Ad esempio, l’azione di reintegrazione può essere usata contro la persona che ha cambiato la serratura all’inquilino (detentore) per impedirgli di entrare in casa, oppure contro chi ha recintato il terreno per impedire a chi lo coltiva da anni (possessore) di poter accedere.
Insomma: l’azione di reintegrazione serve a ripristinare il possesso così com’era prima dello spoglio, cioè della condotta del terzo che si è intromesso e ha privato il possessore del suo bene.
Con l’azione di manutenzione, invece, il possessore (non anche il detentore) chiede al giudice la cessazione della molestia che gli proviene da un’altra persona [2].
Ad esempio, l’azione di manutenzione può essere esercitata contro chi ha apposto un cancello che rende più difficoltoso l’esercizio di una servitù di passaggio.
Azione di reintegrazione e azione di manutenzione: differenze
Mentre l’azione di reintegrazione può essere esercitata solo nel caso di spoglio del possesso, cioè nella privazione totale del potere che il possessore ha sulla cosa (ad esempio, mediante una preclusione assoluta al bene, oppure mediante una vera e propria sottrazione dello stesso), l’azione di manutenzione serve a contrastare le molestie, cioè le azioni di disturbo che provengono da altre persone e che non consentono di godere appieno del bene.
Insomma: mentre con l’azione di reintegrazione si vuole ristabilire il possesso così com’era prima, con l’azione di manutenzione si vogliono eliminare quelle turbative che non consentono di sfruttare interamente il proprio possesso.
A volte, però, la stessa condotta può creare sia una molestia che uno spoglio parziale. Ad esempio, l’infissione di alcuni paletti di cemento su una strada oggetto di servitù di passaggio, che comporta il restringimento della stessa e una conseguente sottrazione, sia pure parziale, della superficie destinata al passaggio, può integrare una molestia nel possesso della servitù di passaggio, ma anche uno spoglio parziale, con la conseguenza che potranno essere esercitate entrambe le azioni possessorie.
Azioni possessorie: chi può esercitarle?
Come anticipato, le azioni possessorie possono essere esercitate dal possessore a prescindere dalla titolarità effettiva del diritto di proprietà o di altro diritto reale (usufrutto, ecc.); pertanto, è tutelato anche il possessore abusivo.
Il detentore del bene, invece, è colui che ne ha la mera disponibilità, ossia che può utilizzarlo tutte le volte che desidera, pur nella consapevolezza che esso appartiene a un altro soggetto al quale deve rendere conto, come ad esempio il conduttore che ha le chiavi dell’appartamento e la sua disponibilità ma riconosce l’altrui proprietà.
L’azione di reintegrazione può essere esercita tanto dal possessore quanto dal detentore, mentre l’azione di manutenzione solo dal possessore.
Azioni possessorie: tabella riepilogativa
Azione di reintegrazione | Azione di manutenzione | |
Chi può proporre l’azione | possessore o detentore di beni mobili, immobili, universalità di mobili | possessore da almeno 1 anno in modo continuo e non interrotto di beni immobili o universalità di mobili |
Presupposti | — privazione totale o parziale del bene, del possesso o della detenzione del bene oppure limitazione del suo godimento (spoglio) — violenza o clandestinità dello spoglio — consapevolezza dell’autore di privare del godimento del bene il possessore o il detentore contro la sua volontà | — turbativa o molestia, che limita o disturba il godimento del possessore, rendendolo disagevole e scomodo (impedimento transitorio) — consapevolezza dell’autore di modificare o alterare l’altrui possesso contro la volontà del possessore |
Finalità | recuperare il possesso o la detenzione del bene | interrompere le turbative e le molestie |
Termini di decadenza | 1 anno decorrente dal giorno dello spoglio violento o della scoperta dello spoglio clandestino | 1 anno decorrente dalla molestia |