Cos’è la rappresentanza legale?


Capacità d’agire: cos’è, come funziona e a quale età si acquista? Qual è la differenza tra rappresentante legale e volontario?
Non tutte le persone possono compiere validamente atti giuridici; quando accade ciò, si dice che esse sono “incapaci”, nel senso che non hanno la capacità d’agire, che è appunto l’idoneità di un soggetto a manifestare validamente la propria volontà al fine di modificare la propria situazione giuridica. Classico esempio di soggetto incapace è il minore, cioè colui che non ha compiuto ancora i 18 anni: in questa ipotesi, sono i genitori ad agire nell’interesse del minorenne, in qualità di suoi rappresentanti. Ma cos’è la rappresentanza legale?
Come vedremo, la legge consente che qualcuno possa agire in sostituzione di altri, di modo che gli effetti delle sue azioni vadano a vantaggio del soggetto per cui agisce. Ad esempio, il rappresentante che conclude una compravendita per conto di un’altra persona fa sì che la cosa acquistata sia attribuita direttamente al soggetto che rappresenta. Se l’argomento t’interessa, prosegui nella lettura: vedremo insieme cos’è la rappresentanza legale.
Indice
Rappresentanza: che cos’è?
La rappresentanza è quell’istituto giuridico che consente di prendere legalmente il posto di un’altra persona.
In parole povere, la rappresentanza consente di sostituirsi ad altri soggetti, agendo per conto loro nel compimento di atti giuridici, come ad esempio nella stipula di un contratto.
La rappresentanza può quindi essere inquadrata nel più ampio fenomeno della sostituzione nell’attività giuridica altrui, che si ha quando un soggetto prende il posto di un altro nel compimento di un determinato negozio giuridico.
Rappresentanza: quanti tipi?
La rappresentanza può essere di due tipi, a seconda della fonte da cui promana:
- la rappresentanza è legale quando è prevista direttamente dalla legge;
- la rappresentanza è volontaria quando è conferita dall’interessato, ad esempio mediante procura notarile.
Rappresentanza legale: a cosa serve?
La rappresentanza legale consente a una persona di sostituirsi a un’altra in base a un’espressa previsione di legge.
La rappresentanza legale si differenzia da quella volontaria non solo per la fonte da cui promana il potere, ma anche per la funzione che assolve: la rappresentanza legale, infatti, mira a tutelare i soggetti incapaci di agire (minori e interdetti) o altrimenti impediti (ad esempio, la persona scomparsa), consentendo loro di compiere atti, per il tramite dei propri rappresentanti legali, che altrimenti non potrebbero porre in essere.
Insomma: la rappresentanza legale serve a proteggere soggetti che, per un motivo o per un altro, non sono perfettamente capaci.
Tanto è ulteriormente confermato dal fatto che, in genere, il rappresentante legale non è pagato per il lavoro svolto, spettandogli solamente un rimborso per le spese sostenute.
Capacità d’agire: che cos’è?
La capacità d’agire indica l’idoneità di una persona a manifestare validamente la propria volontà al fine di modificare la propria situazione giuridica.
La capacità d’agire, in pratica, consente di compiere tutti gli atti giuridici di maggiore rilevanza, come ad esempio sottoscrivere contratti e contrarre matrimonio. È invece consentito, anche agli incapaci, di compiere gli atti giuridici più comuni della vita quotidiana, come fare la spesa e comprare il giornale in edicola.
La capacità d’agire si acquista automaticamente al compimento del 18esimo anno di età [1]; pertanto, i minorenni sono legalmente incapaci d’agire, così come i maggiorenni che, però, sono affetti da gravi patologie mentali.
Le persone incapaci (cioè, che non hanno la capacità d’agire) hanno bisogno di qualcuno che compia i più importanti atti giuridici per loro. Proprio a ciò serve la rappresentanza legale.
Rappresentanza legale: in quali casi è prevista?
Come anticipato, la rappresentanza legale serve a tutelare le persone prive di capacità d’agire. Ad esempio, i genitori sono i rappresentanti legali dei propri figli minorenni; in loro assenza, il giudice può nominare un tutore che svolga le stesse funzioni di rappresentanza.
Ma non solo: anche la persona maggiorenne che sia stata dichiarata incapace può essere rappresentata da un’altra persona. È quanto accade per i soggetti interdetti o inabilitati a causa delle loro gravi patologie: in ipotesi del genere, il giudice nomina un tutore o un curatore, i quali hanno la rappresentanza legale della persona interdetta o inabilitata, compiendo per loro gli atti giuridici più importanti.
Anche l’amministratore di sostegno de ha la rappresentanza della persona che non può provvedere a sé, nei limiti di quanto indicato dal giudice nel proprio decreto.
Va fatta un’importante precisazione: un soggetto maggiorenne ed incapace può avere un rappresentante legale solo in forza di provvedimento del giudice. Nessuno, neanche i parenti più prossimi, diventa rappresentante legale per il semplice vincolo di parentela.
Quindi, mentre per i minorenni la rappresentanza dei genitori è prevista direttamente dalla legge, per poi cessare al compimento del 18esimo anno di età, per i maggiorenni la rappresentanza è vincolata a un provvedimento del giudice che dichiari incapace (anche solo parzialmente) il soggetto.
Infine, il giudice può nominare un curatore anche per la persona scomparsa. Secondo la legge, quando una persona non è più comparsa nel luogo del suo ultimo domicilio o residenza e non se ne hanno più notizie, il tribunale può nominare un curatore speciale che si occupi della cura degli adempimenti urgenti e dei provvedimenti necessari per la conservazione del patrimonio, e che rappresenti lo scomparso in giudizio e in ambito negoziale.
Rappresentanza legale: quali sono le conseguenze?
La conseguenza della rappresentanza legale è che l’atto giuridico compiuto dal rappresentante ha effetti direttamente per il rappresentato.
Ad esempio, se il tutore della persona interdetta acquista un elettrodomestico o un’automobile, questi oggetti apparterranno all’interdetto e non al tutore, proprio perché la rappresentanza ha l’effetto di rendere “trasparente” il rappresentante, il quale agisce al posto del rappresentato ma nell’interesse di quest’ultimo.