Professionisti: con la nuova tassazione delle Casse, a rischio le pensioni


Giro di vite sui rendimenti: aumenteranno i contributi o diminuiranno le pensioni?
Da gennaio, la tassazione delle rendite finanziarie passerà dal 20 al 26%. Il che toccherà anche le Casse di previdenza dei professionisti. La conseguenza è subito chiara: diminuendo la redditività degli investimenti delle Casse di avvocati, ingegneri, commercialisti, ecc. diminuirà anche il tesoretto con cui pagare le pensioni ai professionisti. Diminuiranno dunque gli importi per la vecchiaia o aumenteranno i contributi? Di fatto, l’effetto dell’incremento della tassazione sta sollevando un fortissimo malcontento. Tanto che le Casse di previdenza invitano il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a un incontro per entrare nel merito della nuova tassazione, dicendosi pronte a ricorrere all’U.E..
Una crisi che non risparmia nessuno: anche professioni “forti” come quella notarile – ieri in audizione alla Commissione bicamerale di controllo degli enti di previdenza – hanno fatto sentire la loro voce.
Il presidente della Cassa di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti è intenzionato a procedere su più fronti, non solo in Italia ma anche a Bruxelles. Perché, si legge nel comunicato Adepp: “Equiparare l’investimento previdenziale a quello di qualsiasi operatore speculativo di mercato significa travisare la missione istituzionale e costituzionale della previdenza obbligatoria, penalizzando la contribuzione versata alle Casse rispetto a quanto previsto per quella corrisposta all’Inps”.
Anche il vice presidente della Commissione europea ha presentato alla Commissione Ue un’interrogazione, sottolineando come la tassazione delle Casse di previdenza penalizzi i professionisti italiani rispetto ai colleghi degli altri Paesi e solleva il dubbio che tale trattamento sia in contrasto con alcuni articoli del Tuef, il Trattato di funzionamento della Ue.
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