Se l’intervento di pulizia sulla colonna di scarico è urgente non si può proibire l’ingresso nella proprietà privata.
Proprietà privata sì, ma fino a un certo punto. Il condomino, titolare del garage sul quale cade la colonnina di spurgo non può opporsi all’accesso alla sua proprietà tutte le volte in cui risulti urgente l’intervento di pulizia della colonna di scarico.
A dirlo è una ordinanza della Cassazione di ieri [1]. Secondo i giudici supremi, è legittima l’operazione di spurgo della colonna di scarico che provoca, all’interno delle altre abitazioni, la fuoriuscita di acque reflue. Sempre che le operazioni siano decisive per evitare il danno allo stabile.
L’amministratore, quindi, può imporre al proprietario di far entrare i tecnici del condominio nella sua proprietà privata, allo scopo di effettuare la pulizia della colonna di scarico.
Inutile richiamare giustificazioni di carattere tecnico (come l’aggravio della servitù a carico del proprio garage) o dimostrare che l’intervento da realizzare non sia risolutore del problema. Sono scuse che, per la Corte, non tengono. E ciò perché è la stessa legge che disciplina ipotesi di questo tipo, stabilendo la compressione del diritto del titolare dei locali. In particolare, il codice civile [2] impone al proprietario di permettere l’accesso e il passaggio nel suo fondo sempre che ne venga riconosciuta la necessità, al fine di costruire o riparare un muro o altra opera di proprietà di un vicino o in comune con altri soggetti (per esempio, i beni condominiali).
L’ingresso resta comunque limitato, nei tempi e nei modi, allo stretto indispensabile per l’esecuzione dei lavori.
Se il proprietario non lo consente, l’ingresso al fondo può essere disposto dal giudice.
note
[1] Cass. ord. 22820/14 del 28.10.2014.
[2] Art. 843 cod. civ.