Lotta all’evasione: firmato l’accordo tra i Paesi Ocse per l’adozione di un nuovo standard globale unico che comporterà lo scambio automatico multilaterale dei dati sui contribuenti.
Si chiama CRS, acronimo che sta per Common Reporting Standard ed è l’ultimo accordo internazionale in tema di lotta all’evasione fiscale, firmato ieri a Berlino, dai Paesi aderenti all’Ocse. Comporterà, in particolare, lo scambio automatico multilaterale, da parte degli Stati aderenti, dei dati sui contribuenti (anche quelli con conti nei cosiddetti paradisi fiscali), in modo da “incastrare” definitivamente chi tenta di fuggire al fisco.
Il comunicato ufficiale diramato, all’esito della firma, dai 51 Paesi aderenti, non lascia margini di equivoci: “Gli evasori avranno due scelte: o farsi avanti o venire presi.
In buona sostanza, si tratta di una mappatura generalizzata di tutti i conti correnti dei cittadini dei Paesi firmatari (sia di quelli nuovi che di quelli preesistenti alla data di entrata in vigore dell’accordo), in modo da controllare i capitali investiti all’estero da persone fisiche e da società. Le autorità fiscali degli Stati collaboreranno per fornirsi reciproche informazioni anche grazie all’aiuto di banche e altri intermediari finanziari.
Sebbene l’accordo entrerà ufficialmente in vigore dal 2018, esso avrà portata retroattiva: si inizierà, pertanto, dalla verifica delle movimentazioni di capitali a partire dal 2015.
L’adeguata verifica dei “conti preesistenti” (aperti entro il 31 dicembre 2015) dovrà invece essere completata da parte degli intermediari finanziari entro il 31 dicembre 2016 per le persone fisiche per le quali il saldo dei conti eccede il milione di dollari e 31 dicembre 2017 per le restanti persone fisiche e persone giuridiche.
In Italia le disposizioni sugli adempimenti Crs sono già contenute nello schema di legge di ratifica dell’Accordo sottoscritto tra Italia e Stati Uniti per l’implementazione di Fatca, ora all’esame della commissione Finanze della Camera.
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