Tutte le informazioni private che non possono essere diffuse in pubblico o a terzi: cosa dice la legge sulla privacy.
La privacy… questa sconosciuta! La violiamo tante volte, anche in buona fede.
Ecco, secondo i giudici quali sono i dati personali altrui che non puoi rivalere. Si tratta di dati che spaziano dalla salute alle abitudini sessuali, dalle immagini al numero della targa dell’auto, dalla situazione patrimoniale (conto corrente, Iban, ecc.) a quella giudiziaria relativa alle cause in corso o estinte.
Indice
Numero di telefono
Il numero di telefono, fisso o cellulare, è un dato personale. Non puoi dare il numero di un tuo amico a chi te lo domanda senza avergli prima chiesto l’autorizzazione. Allo stesso modo non puoi creare un gruppo WhatsApp senza aver prima ottenuto il permesso da parte di tutti i partecipanti. L’inserimento infatti in una chat rende nota l’utenza telefonica a terzi.
Il numero di telefono è pubblico solo se inserito in un apposito elenco pubblicamente consultabile, come l’elenco telefonico dei numeri fissi.
Dati bancari
Secondo la Cassazione, l’Iban è un dato personale e non può essere diffuso senza il consenso del titolare. In ogni caso, pur conoscendo l’altrui Iban, non si può operare ai danni del relativo correntista: non è possibile effettuare prelievi indebiti o addebiti automatici sul conto.
Come l’Iban è segreto anche il numero di conto corrente (che, del resto, serve per ottenere l’Iban).
Dati finanziari
È vietato comunicare i dati finanziari di una persona: la dichiarazione dei redditi, l’eventuale situazione debitoria (ad esempio con il condominio o la banca), lo stato di fallimento e così via.
Chi conosce il saldaconto di una persona non può rivelarlo ad altri. Anche questi sono dati coperti dalla privacy.
Dire che una persona è ricca o povera, rivelando quanto ha sul conto corrente, è un illecito che dà diritto al risarcimento del danno.
Dati sanitari
La salute di una persona è un dato sensibile: una categoria ancora più “segreta” dei dati personali che pertanto non può mai essere rivelata. La segretezza non riguarda solo medici, farmacisti e strutture sanitarie ma chiunque.
Chi sa di una malattia altrui non può rivelarla a terzi senza che sia stato autorizzato: non può diffonderla in qualsiasi modo, anche con una semplice confidenza “a tu per tu” con un amico.
Dati patrimoniali
Targa auto e immobili di proprietà sono dati contenuti in appositi registri consultabili da chiunque. Ciò nonostante non è possibile rivelare, con un post su Facebook, il numero della targa di una persona o il luogo ove si trova il suo appartamento. Anche in questo caso sarebbe attuata una illegittima violazione della privacy.
Dati giudiziari
Rischia grosso chi rivela i dati giudiziari di una persona, anche se i processi, in gran parte dei casi, sono pubblici e vi può partecipare chiunque. Dire di una persona che è oggetto di indagini, di un processo penale, che è un pregiudicato o che ha una lite in corso con il vicino di casa costituisce illecito contrario alla privacy.
L’amministratore di condominio che riveli il fallimento di uno dei condomini è responsabile.
Dati identificativi
Non si può impedire a una persona di rivelare il nome e cognome di un’altra, ma è vietato pubblicare o diffondere la sua immagine. Chi quindi pubblica su un social una fotografia in cui è ritratta un’altra persona, senza aver prima aver ottenuto l’autorizzazione da parte di questa, dovrà risarcirle i danni. Il consenso allo scatto non implica in automatico anche il consenso alla pubblicazione. Chi pubblica l’immagine senza autorizzazione deve quindi rimuoverla al più presto. E l’autorizzazione, seppur inizialmente concessa, può essere revocata anche in un successivo momento, obbligando quindi chi l’abbia pubblicata a cancellarla immediatamente, anche a distanza di molti anni.
Anche il codice fiscale è un dato identificativo che non può essere rivelato a terzi.
Allo stesso modo è coperta da privacy l’origine raziale o etnica di una persona.
Convinzioni ideologiche, politiche e abitudini sessuali
È vietato diffondere dati relativi alla religione di una persona, alle sue convinzioni politiche (ad esempio per chi vota), la sua appartenenza sindacale, le sue abitudini e gusti sessuali. È quindi vietato rivelare l’omosessualità di una persona o il fatto che questa abbia una relazione con un’altra pur essendo sposata.