Gli strumenti per combattere la pirateria informatica ci sono, ma…


Per combattere la pirateria sono inutili misure restrittive e sanzionatorie: bisogna mettersi dalla parte delle aspettative del consumatore e non approcciarsi a quest’ultimo come con un criminale.
È tempo di crisi anche per gli extracomunitari che vendono DVD pirata. L’altro giorno, uno di questi, che in pieno centro aveva allestito la sua bancarella, è stato persino ignorato da due agenti, passati di là senza dargli confidenza. Fossi stato nel pirata mi sarei preoccupato. E infatti una ragione di che preoccuparsi c’è. Almeno per chi smercia le pellicole dell’ultimo momento.
Tempo di fare i conti con la concorrenza anche per la pirateria. E questa volta l’industria dei contenuti ha capito che, per combattere il nemico, bisogna adottare le sue stesse armi: prezzi e velocità.
Chi acquista un film pirata paga circa 5 euro e ha scarse possibilità di godersi una visione o un’acustica decente. Inoltre, quasi sempre il supporto è graffiato o sporco di polvere, il che lo rende potenzialmente dannoso per la lente ottica del lettore di casa.
Il vantaggio del file contraffatto, tuttavia, sta ancora nel costo, comunque inferiore a quello del prezzo del cinema (cui spesso si aggiunge un cesto di pop corn). Inoltre, con l’acquisto di un solo supporto, più di una persona, riunita nello stesso salotto di casa, può risparmiare il biglietto della sala.
E ancora: il supporto pirata può essere conservato per collezionismo (ammesso e non concesso che, una volta pubblicata la versione “pulita” del film, qualcuno possa preferire quella “contraffatta”, sfocata e con un pessimo audio).
I DVD pirata, infine, hanno una tempestività unica: escono più o meno nello stesso periodo in cui il film è nelle sale cinematografiche, se non addirittura prima (complici, certe volte, i macchinisti?).
Ma due mesi dopo, lo stesso film si può ormai trovare da Blockbuster. Il noleggio costa ancor meno (circa 3,50 euro) e, ovviamente, la qualità è perfetta. C’è inoltre il dolby, i sottotitoli in lingua originale, i contenuti extra e tante altre features.
L’industria dei contenuti ha dunque capito che non si può combattere la pirateria solo a colpi di leggi restrittive e di sanzioni sempre più aspre, rischiando di stravolgere la stessa scala di gravità dei reati. A furia di aumentare le pene, contraffare un supporto laser è divenuto più grave e punito più severamente del falso in bilancio, che invece può bruciare i soldi di milioni di risparmiatori.
Fare entrare nel circuito del noleggio legale gli stessi contenuti che circolano in condizioni di illegalità significa compromettere la riuscita degli affari di quanti guadagnano da un settore, sino ad oggi, rimasto privo di concorrenza.
Bisogna entrare nell’idea che, nel nuovo mercato globale, anche la pirateria va vista come una concorrente. Se si vuole combatterla, bisogna mettersi dalla parte delle aspettative del consumatore e non approcciarsi a quest’ultimo come con un criminale.
Diversamente, si ottiene solo un comportamento ancora più ostinato nella disapplicazione di norme avvertite come vetuste e spesso frutto delle pressioni di poteri lobbistici.
Ricordo ancora un maestro che mi diceva: “Non chiederti ciò che tu puoi dare al mercato; ma interrogati su ciò che il mercato può volere da te”. Una lezione che le major dovrebbero imparare.