Eredità: quanti tipi di divisione ci sono?


In quali modi si può dividere il patrimonio della persona che è venuta a mancare.
Anche nel momento più triste, come è quello della perdita di un parente stretto, ci si deve occupare di denaro. In molti casi, sono più persone ad ereditare i beni del defunto e quando questo accade nasce la cosiddetta comunione ereditaria. Nella comunione ereditaria, i beni che appartenevano al defunto diventano di proprietà comune fra gli eredi e questa situazione permane fino al momento in cui avviene la divisione dell’eredità. Quanti tipi di divisione ci sono? Nell’articolo che segue verificheremo secondo quali modalità si può dividere l’eredità. Analizzeremo in altri termini le norme con le quali la legge consente di sciogliere e far cessare lo stato di comunione ereditaria. A questo risultato si può giungere amichevolmente, cioè a seguito di un’intesa tra gli eredi (redigendo apposito atto con l’ausilio di un notaio), oppure ricorrendo al giudice se fra i coeredi non è stato possibile trovare un accordo su come spartirsi i beni che costituivano l’eredità. Infine, sarà chiarito che la divisione dell’eredità può essere fatta dallo stesso testatore nel proprio testamento. In quest’ultimo caso, si evitano possibili futuri litigi e la divisione viene attuata direttamente nel testamento.
Indice
Come avviene la divisione amichevole?
Abbiamo già messo in evidenza che la comunione ereditaria si può sciogliere in modo amichevole oppure ricorrendo al giudice (cosiddetta divisione giudiziale).
Quando gli eredi che hanno accettato l’eredità raggiungono un’intesa sulla spartizione dei beni ereditari, si parla di divisione amichevole o contrattuale.
È chiaro che se i rapporti fra gli eredi sono stati sempre pacifici, saranno maggiori le possibilità che anche la divisione, cioè lo scioglimento della comunione ereditaria, avvenga in modo amichevole e senza lasciare strascichi polemici.
Scopo della divisione è quello di assegnare in proprietà esclusiva (cioè al 100%) ai singoli eredi uno o più dei beni ereditari in modo che il valore dei beni che a ciascuno viene attribuito sia pari alla quota di eredità che gli spetta.
Il primo passo per giungere al traguardo della divisione amichevole è il conferimento di un incarico ad un tecnico affinché venga predisposta una perizia che stabilisca le porzioni da assegnare a ciascun erede.
L’accordo, basato sulla perizia, verrà poi formalizzato in un atto scritto (necessario se sono coinvolti immobili) per la cui predisposizione occorre rivolgersi ad un notaio.
Se il signor Franco muore senza testamento e lascia coniuge e un figlio, a ciascuno dei due spetterà il 50% dell’eredità. La moglie ed il figlio diventeranno cioè comproprietari al 50% di tutti i beni che formano l’eredità di Franco. Ipotizzando che l’eredità sia costituita da una casa e da 200.000 euro in contanti, se la moglie ed il figlio di Franco vorranno in modo amichevole dividere questa eredità dovranno dividersi esattamente a metà sia i 200.000 euro sia, se è possibile, la casa in modo da diventare ciascuno proprietario esclusivo di una delle due metà dell’immobile.
La divisione amichevole è anche detta contrattuale
In cosa consiste la divisione giudiziale?
Se non è possibile procedere con una divisione amichevole (per i rapporti non facili tra i coeredi) occorrerà ricorrere al giudice. Toccherà allora ad una sentenza stabilire in che modo il patrimonio del defunto verrà diviso tra gli eredi nel rispetto delle quote che spettano ad ognuno di loro. Stiamo parlando della divisione giudiziale, cioè di un vero e proprio processo a cui sono chiamati a partecipare tutti gli eredi che condividono, per quote, i beni che formano l’eredità.
Ogni erede può sempre ricorrere al giudice per ottenere la divisione giudiziale dell’eredità: in altri termini, il diritto a chiedere la divisione giudiziale è imprescrittibile.
Durante il processo il giudice, con l’ausilio di un proprio consulente, stabilirà le porzioni di beni da assegnare in proprietà esclusiva ai coeredi in modo da rispettare il più possibile le quote che a loro spettano.
Sono possibili anche conguagli in denaro qualora la porzione assegnata a qualche coerede fosse di valore inferiore alla quota fissata per lui dalla legge.
Se la porzione da assegnare a un erede è inferiore, come valore economico, rispetto alla quota di patrimonio che gli spettava, allora il giudice stabilirà, a carico dell’altro erede, un conguaglio in denaro per pareggiare i conti.
La divisione giudiziale si realizza con una sentenza.
Il testatore può fare egli stesso la divisione?
Chi scrive il proprio testamento può anche dividere lui stesso i propri beni tra gli eredi. Così facendo si evita la nascita della comunione ereditaria perché i beni del defunto vengono direttamente assegnati dal testatore ai propri eredi. Essi ne diventeranno così proprietari esclusivi al momento della morte del loro parente.
Se però il testatore non avrà rispettato le quote di legittima spettanti agli eredi legittimari (cioè coniuge e figli), questi potranno agire con l’azione di riduzione per recuperare quanto sarebbe loro spettato.
Il testatore può dividere i propri beni direttamente nel testamento