Quanti anni di tempo ha l’Agenzia delle Entrate per fare accertamenti?


Quali sono e come si calcolano i termini di decadenza dell’Amministrazione finanziaria dal potere di compiere i controlli fiscali: quando il contribuente è salvo.
C’è chi dice che i guai cominciano dopo aver presentato la dichiarazione dei redditi, non prima, perché è da quel momento che decorrono i termini a disposizione dell’Amministrazione finanziaria per eseguire i controlli: ma questo non è del tutto vero. In realtà la normativa tributaria tiene conto anche di chi – volutamente o per incuria – non presenta la dichiarazione annuale, e in questo caso estende il periodo che i funzionari possono mettere sotto la lente per ricostruire gli eventuali redditi nascosti a tassazione e recuperare le imposte evase. Ma, precisamente, quanti anni di tempo ha l’Agenzia delle Entrate per fare accertamenti?
Indice
La decadenza dal potere di accertamento
L’Agenzia delle Entrate deve svolgere gli accertamenti fiscali entro i precisi termini fissati dalla legge tributaria e non oltre, altrimenti scatta, inesorabile, la decadenza dal potere di accertamento. In sostanza, decorso un certo numero di anni l’Amministrazione finanziaria non può più controllare le posizioni dei contribuenti, e le annualità di imposta antecedenti sono al riparo dalle attività ispettive dei funzionari.
La decadenza è, quindi, uno stimolo per gli Uffici a compiere le attività di propria competenza in tempo utile e rappresenta una fondamentale garanzia per i contribuenti, che non possono essere sottoposti ad accertamento oltre determinati termini. La decadenza limita i tempi di esercizio del potere dell’Amministrazione, e non va confusa con la prescrizione, che comporta la perdita del diritto per inattività del titolare, ed è in genere più lunga: ad esempio, le imposte erariali si prescrivono in 10 anni, mentre i termini di decadenza che ora illustreremo sono molto più brevi.
Quanti anni indietro può accertare l’Agenzia delle Entrate?
L’Agenzia delle Entrate ha a disposizione cinque anni di tempo per accertare le posizioni dei contribuenti, che decorrono dalla data in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi. Se la dichiarazione non è stata presentata, il termine si estende a sette anni.
Bisogna considerare che ogni dichiarazione è riferita ai redditi dell’anno precedente (ad esempio, la dichiarazione presentata nel 2022 riguarda i redditi percepiti nel 2021) quindi in pratica i termini a disposizione dell’Agenzia si estendono quasi di un anno, perché partono dalla data di scadenza dei termini di presentazione della dichiarazione annuale.
In concreto, l’eventuale avviso di accertamento emanato dall’Agenzia delle Entrate per contestare maggiori redditi e richiedere le imposte dovute (più interessi e sanzioni) deve essere notificato – a pena di decadenza:
- in caso di avvenuta presentazione della dichiarazione, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo;
- in caso di dichiarazione omessa, entro il 31 dicembre del settimo anno successivo a quello in cui la dichiarazione andava presentata.
Facciamo un esempio per chiarire meglio:
Se nel 2022 non hai presentato la dichiarazione dei redditi per il 2021, potrai ricevere un accertamento fiscale entro il 31 dicembre 2029, cioè entro la fine del 7° anno a partire dall’anno in cui avresti dovuto presentarla. Se invece hai presentato regolarmente quella dichiarazione dei redditi, l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate su tale annualità d’imposta dovrà svolgersi entro e non oltre il 31 dicembre 2027.
Proroga dei termini di accertamento per pandemia Covid
La pandemia di Covid-19 ha comportato una proroga dei termini di notifica di tutti gli atti di accertamento di tributi per complessivi 85 giorni, ossia per un periodo corrispondente alla durata della sospensione dei termini delle attività di accertamento dal 8 marzo al 31 maggio 2020.
Questa estensione ha comportato – per le annualità dal 2015 al 2018 compreso – uno slittamento in avanti delle date finali ben al di là del consueto 31 dicembre di ogni anno: ad esempio, i termini di accertamento per l’annualità 2015 sono scaduti (in caso di dichiarazione omessa) il 26 marzo 2022, e quelli per l’annualità 2016 spireranno il 26 marzo 2023.
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