Concorrenza: l’Antitrust boccia le tariffe minime e il codice etico degli amministratori di condominio.
Dopo aver scagliato il proprio anatema contro il CNF, l’organo rappresentativo degli avvocati, colpevole di aver reintrodotto le tariffe legali nonostante il Decreto Bersani, ora l’Antitrust prende di mira gli amministratori di condominio. Nell’occhio del ciclone, anche questa volta, c’è il tariffario e codice etico per predeterminare remunerazioni minime agli amministratori. Si tratta di pratiche che restringono la concorrenza.
Così l’AGCM boccia l’iniziativa della Confederazione italiana delle associazioni condominiali (Confiac) che nel 2013, dopo le modifiche di legge per le professioni non organizzate in ordini e collegi, ha diffuso tra i suoi associati un tariffario che elencava puntualmente le tipologie e le quantità di prestazioni da fornire a cui applicare i corrispondenti compensi minimi prefissati, e un codice etico, imponendo anche obblighi di informazione preventiva.
Questa volta non sono scattate sanzioni amministrative (al CNF invece era stata comminata una multa di quasi 1 milione di euro), tenuto in particolare conto, si legge nel bollettino dell’autorità garante della concorrenza e del mercato, “che l’intesa è stata volontariamente comunicata e ha avuto un’attuazione estremamente circoscritta, anche in considerazione del comportamento fattivamente collaborativo assunto dalla Confiac”, la confederazione che riunisce il 75 per cento delle associazioni italiane di categoria.
L’intesa contestata, scrive l’autorità, ha per oggetto la fissazione di prezzi (minimi) posto in essere, in violazione della legge [1] , mediante l’adozione di una decisione associativa: la valutazione sull’illiceità, pertanto, deve tener conto del fatto questo tipo di accordi sono, per loro stessa natura, generalmente idonei a limitare o falsare, in misura apprezzabile, il corretto svolgimento del processo concorrenziale nei mercati interessati.
note
[1] In violazione dell’art. 2 della legge 287/90.
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Io se fossi in voi prima di affermare che la “confederazione riunisce il 75% delle associazioni italiane di categoria”, un giretto sul loro sito per vedere quali sono tali associazioni, lo avrei fatto