L’identikit del futuro leader del Partito Democratico


Adesso, è caccia al prossimo segretario del Pd: ecco le caratteristiche che, secondo i sondaggisti, dovrebbe avere il prossimo leader.
All’indomani della direzione nazionale del Partito Democratico, che dopo il brutto risultato delle elezioni sta cercando di darsi una nuova direzione, ora l’obiettivo è capire chi sarà il prossimo Segretario del Partito, che dopo il Congresso prenderà il posto di Enrico Letta. I primi a lanciarsi nell’identikit del prossimo leader dem sono i sondaggisti.
«Giovane, possibilmente donna, con forte leadership e che scelga una linea». Questo l’identikit all’Adnkronos del prossimo leader del Pd nell’opinione di Renato Mannheimer, sondaggista, che senza sconti rilancia: «Per la verità più che l’identikit del segretario si dovrebbe tracciare quello del partito. Il Pd è un insieme confuso di diverse linee politiche e capi corrente che spesso pensano al loro potere personale. Deve scegliere una linea che non può essere contemporaneamente quella di guardare verso sinistra e il centro liberale».
«Questa confusione – prosegue – crea insoddisfazione in tutti gli elettori, che infatti si allontanano. Una quota, come abbiamo visto, è già andata a Calenda ed un’altra ai 5s. Se il Partito democratico non chiarisce bene il suo programma sociale – conclude Mannheimer – rischia di finire come il partito socialista francese, quindi di diventare irrilevante».
Un po’ più complessa l’opinione del sondaggista Nicola Piepoli, che all’Adnkronos ha affermato: «Il prossimo leader del Pd deve essere un trascinatore con una grande esperienza e cultura tipo Prodi, cioè una persona capace di catturare l’attenzione e veicolare messaggi spontaneamente semplici; un Andreotti, cioè un uomo di Stato rassicurante indipendentemente dall’area di appartenenza, responsabile verso il suo Paese e verso i suoi collaboratori; o una donna di Stato come Giorgia Meloni, che rappresenta abbastanza il mio ideale di come essere premier tacendo e comunicando al momento opportuno per dare risultati e fare vedere evidenze».
«Governare un paese non è semplice e neanche difficile – prosegue – Ma ci vogliono dei maestri che insegnino a farlo. L’essere a servizio dello Stato non si inventa, si crea attraverso la formazione e i maestri. Quindi se il leader del Pd deve essere uno che ambisce a diventare il responsabile dello Stato deve prepararsi. In Francia c’è l’École nationale d’administration (Ena), scuola di alti studi politici. Lì hanno studiato gli ultimi 5 presidenti, il loro valore viene dall’aver fatto la stessa scuola. Creiamola anche in Italia».