Chi sarà il prossimo presidente del Senato


Il Centrodestra sembra aver trovato un punto di incontro: il leghista Roberto Calderoli fa un passo indietro per lasciare posto a Ignazio La Russa.
In questo Governo che sarà, come è stato più volte affermato in queste settimane, «il più a destra» dalla caduta del fascismo, a presiedere la prima seduta del Senato che inizia oggi i suoi lavori parlamentari è il membro più anziano, la senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell’Olocausto e testimone attiva della Shoah, accolta da una standing ovation.
Oggi, si tengono i primi adempimenti per la costituzione dell’Ufficio di presidenza provvisorio e la costituzione della Giunta provvisoria delle Elezioni, che si riunisce per la verifica dei poteri e la proclamazione dei Senatori subentranti. Subito dopo, si riprenderà per l’elezione del presidente del Senato. Un presidente che, a distanza di una manciata di minuti prima dell’inizio della seduta, ha finalmente un nome. Il candidato ufficiale sarà Ignazio Benito La Russa. Dopo lunghi giorni di discussioni e battaglie, di dissapori tra la maggioranza e accordi mancati, ora il Centrodestra ha trovato la quadra per il candidato alla presidenza del Senato della XIX legislatura.
L’annuncio è stato dato questa mattina da Roberto Calderoli entrando in Senato: «Nell’interesse del paese faccio volentieri un passo indietro». Quale è il nome allora per il Senato? «C’è l’accordo, il nome è quello di La Russa».
Il passo indietro di Roberto Calderoli sulla presidenza del Senato «è un gesto di grande generosità, come me e forse più di me aveva i titoli» per ambire alla presidenza di Palazzo Madama. «Lo ringrazio per la scelta, che è politica, rinnovandogli la mia gratitudine e amicizia». Così il presidente del Senato in pectore, Ignazio La Russa, lasciando la Camera poco fa.
L’accordo raggiunto sul suo nome «è un segnale di grande compattezza del centrodestra. Mantenerla anche per la formazione del governo è il nostro obiettivo, dimostrare che il centrodestra sa sempre trovare la sintesi». A chi gli chiede se varrà anche per la squadra dell’Esecutivo «speriamo, non metto mai il carro davanti ai buoi».
Il gesto di generosità di Roberto Calderoli dimostra «che la maggioranza lavora per rimanere compatta e andare sempre più veloce». Così Giorgia Meloni, lasciando i gruppi per raggiungere l’aula della Camera. «Anche qui la situazione è tranquillissima – dice riferendosi all’elezione del presidente di Montecitorio- Mi pare che l’indicazione sia quella di Molinari. Anche qui punto a chiudere velocemente» ha concluso Meloni.
Alle 10.30 è iniziata la prima giornata d’Aula di Senato a Palazzo Madama. Sono entrati velocemente dall’ingresso principale di Corso Rinascimento i neo senatori eletti. Volti noti come Matteo Salvini; Matteo Renzi, che oggi dovrà anche eseguire le procedure di accredito, Dario Franceschini; Paolo Sisto; Maurizio Gasparri; Carlo Calenda; Stefano Patuanelli; Gianfranco Micciche’; Marcello Pera; la Casellati; il virologo Andrea Crisanti, Silvio Berlusconi in leggero ritardo.
Tra i parlamentari in arrivo anche qualche familiare. «I posti in tribuna sono infatti garantiti in base alla consistenza del gruppo parlamentare, il M5S ha 12 posti in tribuna, ed è anche stata adibita uno spazio in sala difesa», spiega un addetto all’Adnkronos. Entrano anche Gianluca Cantalamessa (Lega), Enza Aloisio e Alessandra Maiolino (M5S), Valeria Valente (Pd) mentre ci si avvicina al suono della campanella.