Truffa ed estorsione: quali differenze?


Tutto ciò che bisogna sapere per distinguere una truffa da un’estorsione: caratteristiche principali, sanzioni, possibilità di ritirare la querela.
Ci sono tanti modi per truffare una persona: spacciarsi per un familiare e farsi consegnare del denaro; vendere prodotti difettosi; farsi dare con l’inganno le credenziali di accesso al conto corrente; ecc. Nessuno tipo di truffa, però, prevede l’uso della violenza o della minaccia: se così fosse, si commetterebbe un altro reato, molto più grave. Con il presente articolo approfondiremo quanto appena detto, concentrandoci sulle differenze tra truffa ed estorsione.
Come diremo, si tratta di due delitti molto differenti tra loro, che si potranno tenere ben distinti grazie agli aspetti che analizzeremo nel prosieguo. Ora basterà solamente dire che l’estorsione rappresenta un reato decisamente più grave, se solo si pensa che tale condotta è punita con la reclusione da cinque a dieci anni mentre per la truffa è prevista una sanzione molto più blanda, e cioè la detenzione da sei mesi a tre anni. Prosegui nella lettura se vuoi sapere quali sono le differenze tra truffa ed estorsione.
Indice
Cos’è la truffa?
La truffa è un reato che consiste nel raggirare la vittima per farsi dare qualcosa (in genere, denaro o beni di valore).
Quando scatta il reato di truffa?
Dal punto di vista giuridico, il reato di truffa scatta solamente se:
- il responsabile ha posto in essere raggiri o artifici idonei a ingannare la vittima. Non è quindi sufficiente una semplice bugia ma è necessario che il reo ponga in essere una vera e propria messinscena. È il caso di chi si traveste spacciandosi per un’altra persona, oppure di chi invia email camuffate da messaggi della banca con cui si chiede di riferire le credenziali d’accesso (cosiddetto phishing);
- la vittima deve essere stata indotta in errore, così da essere spinta a concedere qualcosa al colpevole. Si pensi all’anziano signore che, ingannato da chi gli parla al telefono, rivela i dati della sua carta di credito.
Com’è punita la truffa?
Come accennato in premessa, la truffa è punita con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 51 a 1.032 euro [1]. La pena è della reclusione da uno a cinque anni in alcune ipotesi ritenute particolarmente gravi (come, ad esempio, nel caso di truffa a danno dello Stato o di un altro ente pubblico).
Salvo il ricorrere di circostanze aggravanti, la truffa è procedibile a querela di parte, nel senso che solo la vittima può sporgere denuncia, entro il termine di tre mesi da quando ha avuto conoscenza del reato.
Cos’è l’estorsione?
L’estorsione è il reato che commette chi usa violenza o minaccia per costringere qualcuno a farsi consegnare qualcosa (in genere, denaro).
È il classico caso del “pizzo” che la criminalità organizzata chiede ai commercianti dietro la minaccia di dare fuoco al locale oppure di fare del male a qualcuno.
Quando scatta il reato di estorsione?
Dal punto di vista strettamente giuridico, per aversi estorsione occorre che:
- il reo faccia ricorso a una condotta violenta o minacciosa. La violenza presuppone l’esercizio della forza fisica, mentre la minaccia consiste nella prospettazione di una conseguenza ingiusta, cioè in un’intimidazione (“Ti ammazzo” oppure “Ucciderò i tuoi genitori”);
- la vittima debba essere costretta a fare (o a non fare) qualcosa contro la sua volontà, al fine di far trarre un ingiusto profitto all’estorsore. È il caso di chi, come detto sopra, è costretto a pagare il pizzo, oppure di chi non può nemmeno aprire la propria attività commerciale perché minacciato dalla concorrenza.
Com’è punita l’estorsione?
L’estorsione è punita con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da mille a 4mila euro [2].
Al ricorrere di alcune circostanze aggravanti, la pena è della reclusione da sette a venti anni e della multa da 5mila a 15mila euro: è il caso dell’estorsione in cui la violenza o la minaccia siano commesse attraverso l’uso di armi oppure da persone appartenenti a un’associazione mafiosa.
Se poi l’estorsione è perseguita mediante il sequestro di persona, allora la pena è della reclusione da venticinque a trenta anni, sino a giungere all’ergastolo, se dal sequestro è derivata l’uccisione volontaria del sequestrato [3].
L’estorsione è sempre procedibile d’ufficio: significa che chiunque può sporgere denuncia, anche persona diversa dalla vittima.
Quali sono le differenze tra truffa ed estorsione?
Truffa ed estorsione sono accomunate dal fine che muove il malvivente: quello di ottenere un ingiusto profitto (in genere, una somma di denaro) a danno della vittima.
Per tutti gli altri aspetti, truffa ed estorsione sono molto diverse. Ecco le principali differenze:
- l’estorsione presuppone una condotta violenta o minacciosa, la truffa solo il raggiro della vittima;
- la truffa è reato di gran lunga meno grave, punito con pene decisamene più leggere;
- la truffa è quasi sempre procedibile a querela di parte, con la conseguenza che, se vittima e reo si mettessero d’accordo, la querela potrebbe anche essere rimessa. L’estorsione, invece, è sempre procedibile d’ufficio: ciò significa che la denuncia, una volta sporta, non si può più ritirare;
- per la truffa si può sperare nell’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto (una specie di “perdono” del giudice) [4], cosa che non è possibile per l’estorsione.
note
[1] Art. 640 cod. pen.
[2] Art. 629 cod. pen.
[3] Art. 630 cod. pen.
[4] Art. 131-bis cod. pen.