Se le parti lo richiedono (o se sono d’accordo) sarà possibile effettuare l’udienza civile attraverso collegamenti audiovisivi a distanza.
Se la pandemia qualcosa ci ha insegnato è che è possibile rimanere in contatto anche se non ci si vede fisicamente, che si può lavorare comodamente anche da casa, e che non è impensabile utilizzare i nuovi strumenti di comunicazione per fare affari. Durante i lockdown, dopo un iniziale arresto, le Aule giudiziarie hanno ripreso a lavorare, le udienze si sono svolte da lontano e la macchina della giustizia, anche se più rallentata, ha continuato a lavorare. Un’innovazione tecnologica che è stata sostanzialmente rimessa nel cassetto non appena è stato possibile tornare a svolgere le attività di persona, apparentemente senza capire quanto fosse potenzialmente comodo e snello questo il nuovo strumento acquisito. Ora, a distanza di oltre due anni, la possibilità di fare udienze online entra ufficialmente a far parte del procedimento giuridico.
Grazie alla riforma della giustizia voluta dalla ex ministra Cartabia le udienze telematiche diventano così strumenti abituali del processo ordinario, venendo istituzionalizzate quattro importanti novità:
- l’obbligatorietà del deposito degli atti introduttivi attraverso modalità telematiche negli uffici che dispongono di questo servizi;
- la possibilità per il giudice di stabilire che l’udienza venga sostituita dal deposito telematico di note scritte contenenti le istanze e le conclusione (attuando in questo modo l’udienza cartolare): questa facoltà è plausibile solo nel caso in cui non sia prevista la presenza di soggetti differenti dai difensori delle parti in causa;
- la possibilità che l’udienza civile sia tenuta attraverso collegamenti audiovisivi a distanza se una delle due parti lo richiede o su iniziativa del giudice su accordo di entrambi le parti;
- la possibilità di sostituire il giuramento del consulente tecnico, che ora avviene durante l’udienza, con una dichiarazione sottoscritta dallo stesso in forma digitale e depositata nel fascicolo telematico.
Tutti strumenti che, naturalmente, hanno lo scopo di ridurre i tempi del processo velocizzando l’intero procedimento. Tutte queste modifiche, oltre ad andare a riscrivere il Codice di procedura civile, incidono anche sul Testo unico delle spese di giustizia [1] rendendo ufficiali, a partire dal 1° gennaio 2023, le modalità di pagamento delle spese di giustizia già sperimentate dall’inizio della pandemia.
In questo modo diventa obbligatorio il pagamento del contributo unificato di iscrizione a ruolo attraverso la piattaforma telematica della pubblica amministrazione, «PagoPa», a cui è possibile derogare solo nel caso in cui la stessa non funzioni. Stessa sorte per i pagamenti inerenti i diritti di copia e le spese relative alle notifiche a richiesta di parte.
note
[1] Dpr 115/2002