Quando non si paga il ticket al Pronto soccorso?


I criteri adottati per dare la precedenza ad alcuni pazienti rispetto ad altri e i tempi di attesa fissati dalla legge. Chi è esentato dal versamento della quota.
Il Pronto soccorso non viene considerato dai cittadini solo come un reparto ospedaliero in cui si finisce in caso di incidente o per un grave malessere: spesso viene utilizzato anche quando non si sa a chi rivolgersi per un problema di salute improvviso, un forte mal di pancia, un dolore acuto e prolungato alla testa, ecc. Ciò accade più frequentemente di notte o nel fine settimana, quando gli ambulatori sono chiusi, il medico curante non è disponibile e si preferisce essere visitati anziché telefonare il servizio di continuità assistenziale (quello che una volta era la guardia medica) per descrivere la situazione al telefono. A volte si dimostra una scelta opportuna perché un piccolo segnale svela un problema sconosciuto. In altre occasioni, invece, si rischia di intasare il reparto inutilmente e di dover corrispondere il costo del ticket sanitario perché non c’era alcuna urgenza. A tal proposito, quando non si paga il ticket al Pronto soccorso e quanto, invece, è obbligatorio?
Recentemente è stata modificata la logica con cui venivano assegnate le priorità ed il grado di urgenza adottati per le visite nel reparto di emergenza. Da ciò dipende anche (ma non solo) quando la prestazione è gratuita e quando, invece, viene chiesto di pagare il ticket.
Indice
Pronto soccorso: come funziona il triage?
Il triage è un termine francese che, letteralmente, significa «cernita, smistamento» ed è il sistema che viene utilizzato al Pronto soccorso per stabilire chi deve avere la priorità nell’assistenza sanitaria rispetto ad altri pazienti.
Il criterio adottato è proprio quello dell’urgenza, a seconda della gravità che presenta un caso sula base alla descrizione data dal paziente o dall’evidenza dei sintomi o delle ferite che presenta. Il personale di accoglienza del Pronto soccorso decide chi deve essere visitato immediatamente e chi deve attendere il proprio turno. La priorità, dunque, può dipendere da tre fattori:
- dalle condizioni cliniche del paziente;
- dal rischio evolutivo (se tali condizioni possono peggiorare o meno in caso di ulteriore attesa);
- dal personale e dalle risorse a disposizione.
I codici di priorità del Pronto soccorso
Il sistema prevede l’assegnazione di un codice numerico da 1 a 5, che in alcune Regioni viene associato ad un colore per mantenere una certa continuità con il vecchio sistema. Il codice 1 assegnato al Pronto soccorso corrisponde ai casi più gravi, mentre il codice 5 si riferisce a quelli che possono attendere anche qualche ora, a seconda del numero delle persone che si trovano in attesa e di eventuali urgenze che possono arrivare nel frattempo. Nel dettaglio:
- il codice 1 o codice rosso equivale ad un’emergenza che presenta l’interruzione o compromissione di una o più funzioni vitali. L’accesso è immediato;
- il codice 2 o codice arancione equivale ad un’urgenza che presenta il rischio di compromissione di funzioni vitali con rischio evolutivo o dolore severo. L’accesso deve avvenire entro 15 minuti;
- il codice 3 o codice azzurro equivale ad un’urgenza differibile che presenta condizione stabile senza rischio evolutivo, con sofferenza e ricaduta sullo stato generale e che solitamente richiede prestazioni complesse. L’accesso deve avvenire entro 60 minuti;
- il codice 4 o codice verde equivale ad un’urgenza minore che presenta una condizione stabile senza rischio evolutivo e che richiede solitamente prestazioni diagnostico-terapeutiche semplici. L’accesso deve avvenire entro 120 minuti (due ore);
- il codice 5 o codice bianco equivale esclude l’urgenza: si tratta di un problema di minima rilevanza clinica. L’accesso deve avvenire entro 240 minuti (quattro ore).
Quando si paga la prestazione al Pronto soccorso?
Il Sistema sanitario nazionale garantisce la prestazione gratuita al Pronto soccorso al paziente a cui viene assegnato un codice dall’1 al 4, quindi per i codici rosso, arancione, azzurro e verde.
Si paga il ticket al Pronto soccorso quando il paziente viene dimesso in codice 5 o codice bianco. Che significa? Che il pagamento viene richiesto in una di queste due situazioni:
- se il paziente è già stato accolto in codice bianco e tale codice non è cambiato quando viene dimesso;
- se il paziente è stato accolto con un altro codice (di solito quello verde) ma dopo essere stato visitato non è stata riscontrata alcuna urgenza e viene dimesso in codice bianco.
Per il pagamento del ticket, dunque, conta il tipo di codice assegnato al momento delle dimissioni e non quello con cui il paziente è stato accolto.
In sostanza, la prestazione al Pronto soccorso è a pagamento quando non viene considerata urgente e, pertanto, dovrebbe essere effettuata dal medico curante o dalla guardia medica (cioè dal servizio di continuità assistenziale).
Il costo del ticket è, generalmente, di 25 euro, anche se qualche Regione può variare.
Quando non si paga il ticket al Pronto soccorso?
Come detto, il ticket a Pronto soccorso non viene richiesto se, al momento delle dimissioni, al paziente è stato assegnato un codice dall’1 al 5 oppure quando, in seguito alla visita, il medico del reparto ritiene opportuno il ricovero ospedaliero (si pensi a chi è rimasto gravemente ferito in un incidente o a chi ha avuto un infarto).
Sono, inoltre, esentati dal ticket al Pronto soccorso per legge:
- i cittadini di età inferiore a 14 anni o superiore a 65 anni;
- tutte le categorie esenti per le prestazioni ambulatoriali;
- chi viene visitato a seguito di infortunio sul lavoro assicurato dall’Inail;
- chi riceve la prestazione su richiesta degli organi di pubblica sicurezza o di Polizia giudiziaria.