Come si sporge denuncia? Cosa succede a seguito di segnalazione di reato commesso da persone sconosciute? Quando scatta l’archiviazione?
La vittima di un reato può sporgere querela affinché le forze dell’ordine intervengano per assicurare il responsabile alla giustizia. Può tuttavia accadere che la persona offesa non abbia idea di chi sia il colpevole. Si pensi, ad esempio, alla diffamazione su Facebook fatta da un profilo ignoto, oppure al furto in appartamento compiuto da malviventi che si sono dileguati prima che il proprietario rientrasse. In tutte queste ipotesi e in quelle simili è comunque possibile procedere contro gli autori sporgendo una querela contro ignoti.
Il primo effetto della denuncia contro soggetti non identificati è quello di impegnare le forze dell’ordine nella ricerca di elementi che consentano di risalire ai colpevoli rimasti anonimi. Senza questo indispensabile elemento, cioè senza l’identificazione degli ignoti, la querela verrebbe archiviata, con la conseguenza che la vittima rimarrebbe priva di tutela. Ma procediamo per gradi. Se l’argomento t’interessa, prosegui nella lettura: vedremo insieme come funziona la querela contro ignoti.
Indice
Cos’è la querela?
La querela è la segnalazione di reato sporta direttamente dalla vittima. In effetti, si tratta di una denuncia a tutti gli effetti; rispetto a quest’ultima, però, può essere presentata solo dalla persona offesa e soltanto entro un certo termine, in genere individuato in tre mesi dal momento in cui il reato è stato scoperto.
Come si sporge una querela?
Una querela può essere sporta senza formalità, purché a farlo sia la vittima del reato oppure un suo procuratore speciale (un avvocato, ad esempio).
Per la precisione, la querela può essere sporta:
- oralmente, recandosi di persona presso qualsiasi presidio delle forze dell’ordine (carabinieri, polizia, ecc.) e raccontando i fatti che si intendono denunciare;
- per iscritto, depositando, sempre presso un comando delle forze dell’ordine oppure direttamente in Procura, il documento firmato dalla vittima.
In entrambi i casi, le autorità rilasceranno un’attestazione che serve come prova dell’avvenuta presentazione della querela.
Cosa deve contenere una querela?
A prescindere da come si faccia (per iscritto oppure oralmente), la querela deve sempre indicare tutte le informazioni che possono essere utili alle autorità per assicurare il colpevole alla giustizia.
La querela dovrà quindi contenere, oltre alle generalità del querelante:
- i dati identificativi dell’autore del reato (se noti);
- i fatti accaduti, descritti in modo preciso;
- gli eventuali testimoni che hanno assistito al fatto;
- altre fonti di prova (documenti, registrazioni, ecc.).
La querela va poi sempre sottoscritta dal denunciante, anche quando è sporta in forma orale. In questo caso, infatti, l’ufficiale di polizia giudiziaria provvede a redigere l’atto di querela e poi a farlo firmare alla vittima.
Si può fare una querela contro ignoti?
È senz’altro possibile sporgere una querela contro ignoti quando non si è a conoscenza dell’identità dell’autore del crimine. Ciò può accadere in due circostanze, e cioè quando:
- l’autore del crimine non è stato visto in volto oppure ha agito senza che nemmeno la vittima se ne accorgesse (si pensi all’hacker oppure al borseggiatore che agisce in un pullman affollato);
- il colpevole è stato visto ma la vittima non sa chi sia e, pertanto, non può fornire alcun nominativo.
La polizia non può quindi rifiutare una denuncia fatta contro persone ignote, ma sarà ugualmente obbligata a riceverla e a comunicarla tempestivamente in Procura per avviare formalmente le indagini.
Querela contro ignoti: quali conseguenze?
La querela contro ignoti ha delle conseguenze, la più importante delle quali è quella di costringere le autorità a concentrare le investigazioni sull’identificazione del responsabile.
E infatti, per legge la mancata identificazione del soggetto denunciato obbliga il pubblico ministero ad archiviare la notizia di reato, con la conseguenza che il colpevole rimarrà impunito e a piede libero. Sarebbe infatti impossibile chiedere il rinvio a giudizio di uno sconosciuto.
Se invece il soggetto viene identificato, allora le indagini potranno proseguire e, nel caso in cui il pm ritenga fondata la responsabilità dell’indagato, si potrà giungere anche al processo in cui il giudice dovrà stabilire la colpevolezza o meno dell’imputato.
Per quali reati si può sporgere querela contro ignoti?
In teoria, quasi tutti i reati possono essere denuncianti con la formula “contro ignoti”. Fanno eccezione quelli in cui è praticamente impossibile non conoscere il responsabile.
Si pensi, ad esempio, al reato di maltrattamenti in famiglia, che scatta ogni volta che un soggetto sia abitualmente oggetto di vessazioni da parte del convivente: in un’ipotesi del genere non è possibile che la vittima non conosca il soggetto che la picchia, abitando entrambi sotto lo stesso tetto.
Anche l’infanticidio non può essere “contro ignoti”, in quanto l’unico colpevole può essere solo la madre del neonato.
Lo stesso dicasi per i reati di frode ai danni dello Stato consistenti nell’ottenere indebite erogazioni o nell’usare per diversi scopi i finanziamenti ricevuti: in queste ipotesi il colpevole può essere solamente colui che ha beneficiato dei contributi.
Per tutti gli altri è praticamente sempre ammessa una querela contro ignoti, come ad esempio nell’ipotesi di:
- furto in appartamento compiuto mentre non c’era nessun in casa oppure da ladri coperti da passamontagna;
- furto con strappo, nel caso in cui lo scippatore fugga via velocemente senza farsi identificare;
- accesso abusivo al proprio conto corrente;
- hackeraggio;
- truffa online;
- lesioni personali causate da un pirata della strada che è fuggito via;
- rissa tra sconosciuti;
- stalking;
- diffamazione online fatta con un account falso.