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Stafilococco in ospedale: risarcimento danni

5 Marzo 2023 | Autore:
Stafilococco in ospedale: risarcimento danni

Come funziona la responsabilità medica? Come provare di aver contratto l’infezione durante la degenza?

La sanità italiana è tra le migliori al mondo; purtroppo, però, può succedere che qualcosa vada storto e che l’ospedale, anziché luogo di cura, possa diventare un posto ove le condizioni del paziente si aggravano. Si parla, in queste ipotesi, di “malasanità”. Con questo articolo ci occuperemo di una specifica questione: vedremo cioè come chiedere il risarcimento dei danni nel caso di stafilococco contratto in ospedale.

Sin da subito va detto che la legge, nelle ipotesi di malasanità, prevede una doppia responsabilità: quella della struttura ospedaliera e quella del medico. Mentre la prima è di tipo contrattuale la seconda è invece di natura extracontrattuale, con la conseguenza che, in quest’ultimo caso, sarà un po’ più difficile dimostrare la colpevolezza del dottore. Ma non sveliamo troppo. Prosegui nella lettura per sapere come funziona il risarcimento dei danni nel caso di stafilococco in ospedale.

Stafilococco: cos’è?

Gli stafilococchi sono batteri piuttosto comuni che si trovano solitamente sulla pelle, nel naso, nella gola e nell’intestino delle persone, senza però creare problemi.

In condizioni particolari, però, possono penetrare nell’organismo umano e sviluppare infezioni a volte leggere, altre così gravi da mettere in pericolo la vita stessa del malato; in particolare:

  • le infezioni lievi si verificano a livello cutaneo, sotto forma di ascessi o foruncoli;
  • le infezioni più gravi, invece, possono raggiungere organi vitali come il cuore e i polmoni.

Come si contrae un’infezione da stafilococco?

L’infezione da stafilococco è in genere favorita dalla scarsa igiene e dalla presenza di corpi estranei, come ad esempio protesi, cateteri e dispositivi medici vari. È per questa ragione che è possibile contrarre lo stafilococco anche in ospedale. Si può sviluppare un’infezione del genere anche ingerendo alimenti inquinati, come insaccati e creme.

Responsabilità medica: come funziona?

Come anticipato in premessa, la responsabilità medica si configura in termini diversi a seconda del soggetto concretamente responsabile:

  • la responsabilità della struttura ospedaliera è di tipo contrattuale, con la conseguenza che il risarcimento si prescrive dopo dieci anni. La vittima (o gli eredi, in caso di decesso del paziente) dovrà solamente dimostrare il danno patito (nel caso di specie, la sepsi), mentre spetterà all’azienda provare di essere esente da ogni colpa;
  • la responsabilità del singolo medico è di tipo extracontrattuale, con la conseguenza che il risarcimento si prescrive dopo cinque anni. La vittima (o gli eredi, in caso di decesso del paziente) dovrà dimostrare non solo il danno patito ma anche la colpa del dottore, ad esempio che quest’ultimo ha sbagliato terapia oppure è stato particolarmente negligente.

Insomma, responsabilità dell’ospedale e del medico divergono non solo per il diverso termine di prescrizione (che comunque può essere interrotto in qualsiasi momento anche con una semplice diffida) ma anche per la portata dell’onere della prova:

  • nella responsabilità extracontrattuale del medico è a carico del danneggiato la dimostrazione del fatto illecito in tutti i suoi elementi, incluso l’atteggiamento soggettivo dell’autore (colpa o dolo);
  • nella responsabilità contrattuale l’onere della prova è invertito, poiché la legge presume la colpa del debitore fino a dimostrazione contraria.

Nel caso di decesso del paziente o di gravi lesioni personali è possibile perfino sporgere denuncia: poiché però la responsabilità penale è sempre e solo personale, non si potrà querelare l’intero ospedale ma solo il soggetto che è stato effettivamente responsabile del reato (l’infermiere, il medico, ecc.).

Stafilococco in ospedale: come chiedere il risarcimento danni?

Nel caso di infezione da stafilococco contratta in ospedale, potranno essere citati in tribunale tanto i medici quanto la struttura sanitaria, secondo le responsabilità viste nel precedente paragrafo.

Prima di procedere a tanto, la legge impone un tentativo obbligatorio di conciliazione che può avvenire:

  • davanti a un organismo di mediazione;
  • tramite un accertamento tecnico preventivo, che consiste nella perizia medico-legale predisposta da un consulente tecnico d’ufficio (ctu) nominato dal tribunale. Il ctu, dopo aver espresso il proprio parere tecnico, verifica se ci sono le condizioni per raggiungere un accordo tra le parti.

Se la conciliazione non va a buon fine, allora si potrà procedere con il giudizio per il risarcimento dei danni.

Come dimostrare di aver preso lo stafilococco in ospedale?

Per dimostrare di aver contratto l’infezione da stafilococco in ospedale si può ricorrere a qualsiasi mezzo di prova. L’ideale sarebbe dimostrare che, prima del ricovero, il paziente non era affetto da tale patologia e che la degenza si era resa necessaria per altri motivi.

Ad esempio, sarà possibile portare in tribunale la documentazione medica che attesta le condizioni di salute del paziente precedenti al ricovero, chiedere all’ospedale di esibire l’intera cartella clinica, far testimoniare medici e infermieri che hanno assistito al caso di malasanità, ecc.

Determinante è anche la perizia del medico-legale nominato dal tribunale (il cosiddetto ctu), il quale, dall’esame degli atti ed, eventualmente, del paziente stesso, sarà in grado di ricostruire con esattezza gli avvenimenti.


Nel caso di infezione da stafilococco contratta in ospedale, potranno essere citati in tribunale tanto i medici quanto la struttura sanitaria. Prima di procedere a tanto, la legge impone però un tentativo obbligatorio di conciliazione.


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