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Carta revolving: a che serve?

18 Marzo 2023 | Autore:
Carta revolving: a che serve?

Perché può essere conveniente questa forma di credito al consumo. Come funziona il pagamento delle rate. Quali costi da sostenere.

Una delle forme di credito al consumo, diversa dal classico finanziamento, è la carta revolving. A che serve questo strumento? Si tratta di una particolare tipologia di carta di credito ricaricabile che non dipende dal saldo disponibile sul conto corrente ma che permette di pagare un acquisto (effettuato anche online) a rate di importo costante. Può, comunque, essere utilizzata anche per i prelievi presso lo sportello automatico. Le transazioni possono raggiungere un importo massimo stabilito da chi ha emesso la carta. Se ne deduce che più il cliente è affidabile da un punto di vista creditizio e più elevata sarà la liquidità a disposizione. Vediamo.

Che cos’è la carta revolving?

La carta revolving è una forma di credito al consumo che funziona in maniera simile al fido bancario. In pratica consente di sostenere una spesa rateizzando i pagamenti entro un tetto massimo stabilito, appunto, da un fido.

In altre parole: se con una normale carta di credito, quando la si appoggia sul Pos o si fa la classica «strisciata», parte il pagamento di tutto l’importo dovuto, con la revolving l’importo viene addebitato a rate. Ogni mese, infatti, verrà inviato un estratto conto riepilogativo delle spese effettuate che riporta anche il dettaglio dell’utilizzo del credito, della rata addebitata e del fido nuovamente disponibile.

Come funziona la carta revolving?

Il concetto è quello appena accennato: con la carta revolving, viene stabilita una rata minima che il titolare deve ripagare mensilmente e che, a sua discrezione, potrà anche aumentare. Può anche arrivare a saldare l’intero debito, nel caso in cui avesse la possibilità di ricaricare la carta fino a quella cifra. In caso contrario, resta l’obbligo di versare i rimborsi, con i dovuti interessi, alle scadenze concordate.

La caratteristica principale della carta revolving, dunque, è la flessibilità: il debito ha delle rate previste ma il titolare può decidere – se ce la fa economicamente – di saldare il tutto in anticipo ricaricando la carta dei soldi necessari per l‘estinzione del debito.

Chi può emettere la carta revolving?

Il credito al consumo tramite la carta revolving viene concesso normalmente dai soliti canali, cioè banche o finanziarie. Chi eroga i soldi concorda l’utilizzo di una somma di denaro a credito. Il richiedente dovrà versare un contributo per l’emissione e l’attivazione della carta e una tassa annuale.

Le condizioni a cui viene concesso il credito dipendono da queste variabili:

  • Tan, ossia tasso annuo nominale, che rappresenta il tasso di interesse, espresso in percentuale applicato al capitale finanziato;
  • Taeg, cioè tasso annuo effettivo globale, a misura percentuale del costo complessivo del finanziamento;
  • spese annuali eventualmente richieste per il credito revolving;
  • altre voci di costo.

Chi ottiene la carta revolving è tenuto ad effettuare il saldo delle singole rate entro le scadenze concordate. La carta può essere utilizzata solo dal titolare, proprio come succede con la normale carta di credito che richiede la firma dell’intestatario al momento dell’acquisto sopra una determinata cifra (di solito sopra i 25 euro).

Quanto costa la carta revolving?

I vantaggi di avere una carta revolving per pagare un acquisto a rate li abbiamo elencati. Ma nessuno offre qualcosa a cambio di nulla: ci sono dei costi da sostenere. In particolare, occorre pagare:

  • le spese di estratto conto;
  • l’imposta di bollo;
  • le spese di incasso delle rate;
  • le commissioni sui prelievi;
  • le coperture assicurative aggiuntive;
  • le spese nel caso in cui si richieda una carta aggiuntiva per un familiare del titolare;
  • le commissioni per la quota associativa annuale, prevista da alcuni istituti.

Tutto ciò è incluso nell’importo finale da restituire alla banca o alla finanziaria per estinguere il debito.



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