Imballaggi: il no dell’Italia al nuovo regolamento Ue


Con lo scopo di riutilizzare gli imballaggi, al posto di riciclarli, l’Europa sta pensando a un Regolamento che potrebbe mettere in crisi l’Italia.
L’Italia continua ad essere molto preoccupata dalla proposta di regolamento europeo sulla gestione degli imballaggi discussa dalla Commissione europea. Si tratta di un regolamento che è già stato abbozzato e che rischia di mettere a rischio, solo nel nostro Paese, oltre 700mila aziende del settore dei servizi in Italia. Lo scopo di Bruxelles è quello di bloccare la strategia del riciclo degli imballaggi (settore nel quale l’Italia è leader europeo) per focalizzarsi sul riutilizzo. Quando si parla di imballaggi sono molteplici i settori lavorativi interessati: da quelli della produzione del packaging, passando per i produttori delle macchine per gli imballaggi e la logistica.
«Non è per niente rassicurante la bozza del regolamento che la Commissione Europea dovrebbe presentare il prossimo 30 novembre riguardante la disciplina della produzione di imballaggi: per come è concepita, rischia di danneggiare numerose filiere strategiche del tessuto economico italiano ed europeo. In sintesi la riforma, spinta da un’impostazione fortemente ideologica, mira ad agevolare solo il riutilizzo degli imballaggi, escludendo di fatto tutti quelli riciclati, nei quali l’Italia è leader in Europa e ai quali sono destinate anche molte risorse del Pnrr». Lo sottolinea l’eurodeputato di Forza Italia Salvatore De Meo (gruppo Ppe).
Anche il ministero della Transizione ecologica (MiTe) è preoccupato per le scelte europee. «La proposta di regolamento sugli imballaggi circolata nei giorni scorsi ci lascia perplessi, sia per il veicolo normativo scelto, un regolamento, che non lascia alcuna flessibilità di applicazione, sia per i contenuti. Le scelte devono essere supportate da valutazioni tecnico scientifiche che consentano, a parità di obiettivi ambientali, di perseguire i modelli che comportano i benefici maggiori sotto il profilo sociale ed economico». Così il ministero della Transizione ecologica in una nota che chiarisce le posizioni del dicastero sulla proposta di regolamento Ue sugli imballaggi.
«Inoltre – aggiunge il Mite – se un modello nazionale funziona (ed è questo il caso del sistema di gestione degli imballaggi italiano, basato su raccolta differenziata integrata, ove necessario con raccolta selettiva) la normativa comunitaria deve supportarlo e non sostituirlo con un altro dall’efficacia incerta. A tal proposito, su indicazione del ministro Gilberto Pichetto, il Mite ha aperto un confronto affinché si intervenga nelle sedi opportune a livello comunitario».
Più in particolare, spiega la nota del Mite, «l’Italia nel 2021 ha avviato a riciclo il 73,3% degli imballaggi immessi sul mercato: 10 milioni e 550mila tonnellate, vale a dire 7 imballaggi su 10, superando il target europeo al 2025 del 65%. Il Pnrr ha previsto investimenti nell’impiantistica del riciclo e nell’infrastrutturazione della raccolta differenziata per 2,1 miliardi di euro e il Mite sta chiudendo le graduatorie per l’erogazione dei finanziamenti».