Cos’è il piano decennale per il Sud che vuole Bonomi


Il presidente di Confindustria ha proposto la creazione di un piano lungo due legislature per la crescita del Mezzogiorno e la creazione di nuovo lavoro.
L’obiettivo è quello di andare oltre alle emergenze momentanee, oltre ai progetti da realizzare per il Pnrr, e strutturare in maniera decennale un progetto che sappia realmente risollevare le sorti del Sud Italia, creando posti di lavoro lì dove di manodopera ce n’è ma dove mancano le opportunità di svilupparle. Non basta un Ministero ad hoc, che con la nuova legislatura sarà diretto dal Ministro per il Sud e il mare, ex presidente della Regione Sicilia, serve un vero e proprio piano strategico che vada oltre il Governo Meloni e che interessi due legislature.
La richiesta arriva dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, chiudendo l’assemblea generale di Confindustria Bari e Bat. «È giusto fare un ministero per il Sud ma il premier dovrebbe anche incardinare una squadra di speciali competenze esterne con cui affiancare il ministro per creare questo grande progetto: Italia-Sud 2022-2032. Perché la sfida è un piano decennale e non è un sogno, un’utopia o un’illusione ma una realtà possibile per una manifattura che si è dimostrata sana e forte anche nelle avversità», spiega.
Un sud per cui non vale il ragionamento spesso affiorato dopo le elezioni del 25 settembre: «c’è stata interpretazione dopo il voto delle urne basata su una correlazione univoca: nel sud basta incrociare i dati dei percettori del Rdc con quelli dei voti ottenuti da chi lo ha promosso e la sovrapposizione è pressoché totale. Ecco secondo me questa è una deduzione infondata. Il problema è che se nel mezzogiorno l’unico modello che gli prospetti è quello del Reddito o pensione di Cittadinanza, la gente ci si aggrappa. Noi invece dobbiamo presentare un altro modello economico che si basi su una strategia che vada oltre i progetti stanziati dal piano delineato dal Pnrr», aggiunge.
«Una strategia di legislatura, anzi di due legislatura, una strategia decennale per il sud fatta di risorse per scuole e università, di un affiancamento alle reti territoriali di ricerca e innovazione, sull’attrattività di grandi imprese o su una decina di macro progetti collegati alle Zes», prosegue Bonomi.
Poi, con riferimento ai navigator, il presidente di Confindustria si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Quando si parla di lavoro la discussione verte su come trovare posti di lavoro ai navigator: ora sono meno di 1.000 perché nel frattempo sono stati assunti per concorso pubblico. E noi dobbiamo trovare un impiego pubblico a chi era stato assunto per trovare lavoro a chi non lo aveva. Sembra una barzelletta ma è la realtà: un fallimento a spese di imprese e famiglie perché alla fine paghiamo sempre noi con le nostre tasse». Così Bonomi è tornato sul tema dei cosiddetti navigator tornati ieri a presidiare il ministero del Lavoro per chiedere una soluzione strutturale per i circa 1500 occupati a cui è scaduto il contratto a termine.
«Noi abbiamo un Paese dove si pagano meno tasse sulle rendite finanziarie rispetto a quelle che pagano chi crea lavoro. E invece la migliore distribuzione della ricchezza è creare posti di lavoro e noi chiediamo solo questo,: fateci lavorare e fateci creare posti di lavoro» aggiunge alla luce di un dato emblematico: «nel nostro Paese lavorano solo 23 mln di italiani , appena il 37% della popolazione» conclude.
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Immagine tratta da Wikipedia