Questo sito contribuisce alla audience di
Diritto e Fisco | Articoli

A cosa serve una quietanza di pagamento?

11 Novembre 2022 | Autore:
A cosa serve una quietanza di pagamento?

Cos’è una quietanza di pagamento, come funziona, come si scrive e che valore ha.

Quando si effettua un pagamento, specie se di elevato importo, ci si preoccupa di esigere dal creditore il rilascio di una quietanza, una dichiarazione cioè con cui questi riconosce di aver ricevuto il denaro. Ma a cosa serve una quietanza di pagamento? E perché vi si fa ricorso anche quando si utilizzano strumenti di pagamento tracciabili come il bonifico, la carta di credito, il bancomat o l’assegno? Cerchiamo di fare chiarezza su questi aspetti su cui, a volte, c’è spesso parecchia confusione. Il ruolo della quietanza di pagamento è meno scontato di quanto possa, a prima vista, sembrare. 

Cos’è la quietanza di pagamento?

La quietanza di pagamento è una confessione scritta con cui un soggetto dichiara di aver ricevuto da un’altra una determinata somma di denaro. È quindi un’ammissione che funge da prova e che, pertanto, può servire per superare eventuali successive contestazioni in merito all’avvenuto adempimento della prestazione. 

Si pensi a un falegname che, avendo eseguito dei lavori per conto di un privato, dopo essere stato da questi pagato, gli rilasci un foglio di carta ove dichiara appunto che i lavori sono stati tutti saldati.

Come si scrive una quietanza di pagamento?

La legge non precisa come debba essere una quietanza di pagamento, lasciando libere le parti di adottare la forma prescelta. Di certo, è sempre bene optare per un documento scritto e firmato. Si può tuttavia optare anche per una registrazione vocale qualora non si sia muniti di foglio di carta e di penna.

La quietanza è una scrittura privata: non necessita cioè di essere effettuata davanti a un notaio o altro pubblico ufficiale.

Nella quietanza bisognerà indicare, oltre alle generalità delle parti, anche l’importo che viene corrisposto e la causa del pagamento (una fattura, un contratto, la restituzione di un prestito, un risarcimento, una condanna giudiziaria, ecc.). Inoltre, è importante indicare la data in cui il denaro viene versato e la firma del ricevente.

È preferibile che la quietanza specifichi se l’importo corrisposto costituisce il saldo o solo l’acconto di un debito maggiore. In questo secondo caso, la quietanza funge anche da prova della somma residua da pagare, evitando così eventuali controversie sul rapporto di dare-avere.

A che serve la quietanza di pagamento?

Si è ben capito, da quanto appena detto, che la quietanza ha la funzione di dimostrare l’avvenuto pagamento. Essa quindi può servire solo qualora, tra le parti, sorgano contestazioni. Ecco perché è diritto di chi paga ottenere la quietanza di pagamento, un diritto cui il creditore non può sottrarsi se gli viene richiesta. E ciò anche se il pagamento avviene con modalità tracciabili o elettroniche. 

Perché mai – ci si potrebbe domandare – è opportuno richiedere la quietanza quando c’è una prova telematica del pagamento (come l’estratto conto) o la copia dell’assegno? Per la semplice ragione che, nella quietanza, viene anche specificato a che titolo viene effettuato il pagamento, così togliendo ogni dubbio in proposito. E per comprenderlo meglio faremo un esempio pratico.

Immaginiamo che un inquilino effettui, al padrone di casa, un bonifico di 400 euro a saldo del canone del mese appena trascorso. Senonché, dopo qualche settimana, il locatore ne chiede nuovamente il pagamento, sostenendo di aver incassato il precedente importo a titolo di rimborso spese per alcuni danni provocati all’appartamento dall’inquilino stesso. L’intenzione di quest’ultimo invece era quella di imputare il predetto pagamento al canone di locazione. Ebbene, in un caso del genere, la quietanza di pagamento elimina ogni controversia perché in essa viene specificata la ragione del pagamento, evitando qualsiasi dubbio o contestazione.

Per quanto tempo va conservata una quietanza di pagamento?

Chi perde, dopo molti anni, la quietanza di pagamento non deve preoccuparsi. Difatti, una volta che si compie la prescrizione del credito, non c’è più bisogno di dimostrare l’adempimento della prestazione. Si pensi a un contratto d’opera professionale: in questo caso, il credito si prescrive dopo tre anni. Il che significa che se il debitore perde la quietanza che gli aveva rilasciato l’avvocato, l’ingegnere, l’architetto, il notaio, il tecnico informatico, ecc. non dovrà temere comunque nulla: qualsiasi azione legale, da parte del professionista, infatti, non potrebbe essere accolta dal giudice atteso l’intervenuto decorso dei termini.

Come contestare una quietanza di pagamento?

Chi rilascia una quietanza di pagamento effettua una confessione. Ragion per cui non può sconfessarla con una semplice dichiarazione. Egli dovrebbe dimostrare che gli è stata estorta con l’inganno, la minaccia o la violenza; oppure che è frutto di un errore scusabile (si pensi a chi rilascia una quietanza di 10mila euro, aggiungendo per errore uno “zero” in più). 

Secondo la Cassazione [1], la quietanza di pagamento rilasciata nell’atto notarile di vendita non ammette prova contraria tramite testimoni. La dichiarazione non fa piena prova ma ha comunque natura confessoria e chi ne deduce la simulazione deve produrre in giudizio un documento scritto ove si dichiara appunto che essa è “falsa”.

Secondo la Suprema Corte, quindi, la prova del mancato pagamento non è sufficiente per porre nel nulla la quietanza che, invece, richiede anche la prova dell’errore in cui è caduto il dichiarante al momento del rilascio della quietanza. 

Esempio, facsimile e modello quietanza di pagamento

Suggeriamo un modello di quietanza di pagamento a titolo di esempio. 

Quietanza di pagamento a saldo

«Io sottoscritto <…>, nato a <…>, residente in <…>, c.f. <…>, dichiaro di ricevere, in data <…>, la somma di euro <…>, dal sig. <…>, a titolo di saldo integrale del credito da me vantato in forza del contratto di <…> stipulato in data <…>, avente ad oggetto <…>. Pertanto, a seguito di detto pagamento, il sottoscritto  dichiara che il proprio credito è stato integralmente soddisfatto e che, per l’effetto, non ha più nulla a che pretendere a nessuno titolo dal sig. <…>.

Data e firma

Quietanza di pagamento in acconto

«Io sottoscritto <…>, nato a <…>, residente in <…>, c.f. <…>, dichiaro di ricevere, in data <…>, la somma di euro <…>, dal sig. <…>, a titolo di acconto sul maggior credito da me vantato in forza del contratto di <…> stipulato in data <…>, avente ad oggetto <…>. Pertanto, a seguito di detto pagamento, il sottoscritto  dichiara che il residuo credito ancora da corrispondere è pari ad euro <…> e che, secondo gli accordi, lo stesso dovrà essere versato entro le seguenti date: <…>.  

Data e firma


note

[1] Cass. ord. 33200/2022.


Sostieni laleggepertutti.it

Non dare per scontata la nostra esistenza. Se puoi accedere gratuitamente a queste informazioni è perché ci sono uomini, non macchine, che lavorano per te ogni giorno. Le recenti crisi hanno tuttavia affossato l’editoria online. Anche noi, con grossi sacrifici, portiamo avanti questo progetto per garantire a tutti un’informazione giuridica indipendente e trasparente. Ti chiediamo un sostegno, una piccola donazione che ci consenta di andare avanti e non chiudere come stanno facendo già numerosi siti. Se ci troverai domani online sarà anche merito tuo.Diventa sostenitore clicca qui

Lascia un commento

Usa il form per discutere sul tema (max 1000 caratteri). Per richiedere una consulenza vai all’apposito modulo.

 


NEWSLETTER

Iscriviti per rimanere sempre informato e aggiornato.

CERCA CODICI ANNOTATI

CERCA SENTENZA

Canale video Questa è La Legge

Segui il nostro direttore su Youtube