Missili caduti in Polonia: cosa sta succedendo


Il Cremlino continua a sostenere di non essere a conoscenza di alcun missile caduto in Polonia, dichiarandosi estraneo ai fatti.
Nella serata di ieri, due missili, apparentemente lanciati dalla Russia contro l’Ucraina (che sembrerebbero essere, infatti, proprio di fabbricazione russa), sono caduti in territorio polacco colpendo la località di Przewodów, vicino il confine con l’Ucraina. Che sia stato un errore di calcolo o un attacco mirato a un Paese membro della Nato, il risultato è la morte di due persone e la messa in allarme di tutti i Paesi membri dell’Organizzazione del Trattato Atlantico del Nord, lasciando sotto shock l’Unione Europea. E mentre il dito del mondo è puntato contro Vladimir Putin, da Mosca arriva (anche questa volta) la smentita su un proprio coinvolgimento.
«Il terrorismo non si limita ai nostri confini nazionali, i missili russi hanno colpito la Polonia, sparare missili contro un territorio Nato». Così Volodymyr Zelensky ha nell’immediato definito le notizie dei missili russi caduti in territorio polacco, un’escalation molto significativa. «Dobbiamo agire», ha aggiunto il presidente ucraino affermando che si tratta di «un attacco missilistico russo contro la sicurezza collettiva».
Nel frattempo Piotr Miller, il portavoce del governo polacco, ha annunciato che la Polonia sta valutando le procedure di cui all’art. 4 del Patto Atlantico, che significa che gli alleati dovranno consultarsi per ulteriori azioni.
L’articolo 4 del trattato della Nato copre uno scenario in cui uno stato membro si sente minacciato da un altro Paese o un’organizzazione terroristica. «Le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata», recita l’articolo.
I membri dell’Alleanza sono tenuti quindi ad avviare consultazioni su richiesta dello Stato membro che si sente minacciato, per valutare se questa minaccia esista e come contrastarla. Le decisioni dovranno essere raggiunte in modo unanime. L’articolo non prevede, quindi, che vi sia una diretta pressione ad agire. In passato, l’articolo è stato attivato diverse volte, per esempio un anno fa quando soldati turchi sono stati uccisi in un attacco in Siria. In quel caso, la Nato decise di consultarsi ma non intraprese nessuna azione.
Nell’ambito del G20 in corso a Bali, è stata organizzata una riunione urgente del G7 a seguito dei missili che hanno colpito la Polonia provocando due morti nel villaggio polacco di Przewodov, a pochi chilometri dal confine ucraino. Alla riunione chiesta dagli Stati Uniti partecipa anche l’Unione europea con la presidente Ursula Von der Leyen, presente in Indonesia. Il summit dei Grandi della Terra, in conseguenza degli eventi, ha quindi subito uno stravolgimento dell’agenda dei lavori.
«Condanniamo i barbari attacchi missilistici che la Russia ha perpetrato contro città e civili ucraini, colpendo le infrastrutture. Abbiamo discusso dell’esplosione avvenuta nella parte orientale della Polonia vicino al confine con Ucraina. Offriamo il nostro pieno supporto e assistenza per le indagini in corso in Polonia. Rimarremo in stretto contatto per determinare i passaggi successivi da compiere man mano che l’indagine procede». Così una nota congiunta G7-Nato, diramata dopo la riunione di questa mattina a Bali convocata d’urgenza dal Presidente americano Joe Biden. «Riaffermiamo il nostro risoluto sostegno all’Ucraina e al popolo ucraino di fronte alle difficoltà in corso».
Da Mosca si continua a sostenere la tesi dell’estraneità ai fatti. «Non abbiamo informazioni sul missile caduto in Polonia», ha risposto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo a una domanda di Cnn. «Lanciando una guerra ibrida contro la Russia, l’Occidente si avvicina alla guerra mondiale», ha scritto l’ex Presidente russo e vice Presidente del Consiglio di sicurezza, Dmitry Mdevedev in un tweet, commentando i missili finiti in una fattoria in Polonia che, a suo dire, gli ucraini considerano come «un attacco missilistico». Secondo il vice rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Dmtry Polyansky, citato dalla Tass, le notizie circolate ieri sera sulla presunta caduta in Polonia di missili russi sono un tentativo di provocare uno scontro militare diretto fra la Nato e la Russia, con conseguenze per l’intero pianeta.
Nel frattempo, si fa largo l’ipotesi che il missile caduto in Polonia sia stato in realtà lanciato dalle forze ucraine contro un missile russo (secondo quanto diffuso dall’agenzia di stampa Associated Press, che fa riferimento ai risultati di un’indagine statunitense). Preferisce restare cauto anche il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan che, citato dall’agenzia Anadolou, ha dichiarato: «Accusare la Russia dopo aver scoperto che i missili caduti in Polonia non sono russi aumenterà ulteriormente le tensioni».