Carburanti: perché da dicembre un pieno costerà ancor di più


Il Governo Meloni ha deciso di tagliare lo sconto sulle accise dei carburanti, che passa da una riduzione di 30,5 centesimi ad appena 18,3 al litro.
Con dicembre arriverà un’altra stangata che non serviva e che non è il regalo di Natale che stavi aspettando. Con la Manovra finanziaria, al fine di garantire a tutti un po’, cercando di accontentare gli alleati di Governo (ad esempio, con l’aumento delle pensioni minime, che rende felice Silvio Berlusconi, o con Quota 103, che garantisce alla Lega la possibilità di dire «tutto nasce dalla nostra proposta») e dovendo al contempo conciliare tutto ciò con le necessarie misure contro il caro energia, Giorgia Meloni si è trovata a fare delle scelte di priorità.
Era prioritario estendere la flat tax ai professionisti con guadagni fino a 85mila euro, oppure consentire le pensioni anticipate a 62enni con 41 anni di contributi, oppure ancora introdurre voucher tanto convenienti al datore di lavoro quanto poco al dipendente. Non era prioritario, invece, continuare a garantire a tutti i cittadini lo sconto sui carburanti che in questi mesi ha consentito di continuare a potersi spostare con i propri mezzi privati senza dover ipotecare casa per farlo.
Per questo, forse anche considerando la diminuzione dei prezzi del carburante degli ultimi giorni, il Consiglio dei Ministri, varando la Manovra, ha disposto la riduzione degli sconti sulla benzina e sul gasolio, a partire dal 1° dicembre 2022, che passerà dagli attuali 30,5 centesimi per litro a 18,3. Dal mese prossimo, si passerà a 578,40 euro di accise sulla benzina, fino al 31 dicembre 2022, mentre quelle sul diesel passeranno a 467,40 euro per mille litri.
«La riduzione degli sconti non ha effetto sugli autotrasportatori che possono contare su altri regimi agevolati» ha spiegato il Mef.
Inoltre, «si incrementa ulteriormente il Fondo istituito presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti destinato a fronteggiare gli aumenti dei prezzi dei carburanti e dei prodotti energetici, in relazione all’erogazione di servizi di trasporto pubblico locale e regionale di passeggeri su strada, lacuale, marittimo e ferroviario».
Quella appena varata dal Governo Meloni è una manovra che «non risolve affatto l’emergenza economica che attanaglia il nostro paese, con alcune misure inserite al suo interno che rischiano anzi di determinare una nuova fiammata dell’inflazione». Lo afferma il Codacons, che calcola gli effetti della manovra sulle tasche dei consumatori.
Il Codacons boccia senza mezzi termini la riduzione del taglio delle accise che, a partire da dicembre, farà schizzare i prezzi alla pompa del gasolio a oltre 2 euro al litro. Per un automobilista si tratta di un rincaro secco pari a +6,1 euro a pieno, +146 euro su base annua ipotizzando due pieni mensili – analizza l’associazione –. A tali effetti diretti «si aggiungono quelli indiretti: l’aumento dei prezzi dei carburanti alla pompa determinerà un effetto domino sui prezzi al dettaglio e sulle tariffe di una moltitudine di beni e servizi, con conseguenze disastrose sull’inflazione, in un momento in cui al contrario i listini andrebbero calmierati con ogni mezzo possibile» conclude il Codacons.
Signora Meloni, tu & Co. avete iniziato male (Canone Rai sempre inchiodato nella bolletta elettrica, ad onta delle promesse pre-elettorali burla, sic!), e state continuando PEGGIO (riduzione da dicembre dello sconto accise sui carburanti, a ri-sic!!!)… Ad maiora… e avanti tutta, barra a dritta! Per parte mia NON finirò mai di sperare sempre in quel “famoso” Giudice di Berlino, anche se, in questi secoli, latita assai… Ma i nodi, prima o poi, al pettine ci arrivano… Memento mei…