Lega spaccata, al Nord si pensa a un ritorno alle origini


Ormai, la spaccatura in due della Lega ha i contorni ben definiti: i salviniani di qua ed i membri del Comitato Nord del fondatore del partito di là.
C’è maretta in casa Lega: dopo i pessimi risultati ottenuti alle elezioni del 25 settembre e la caduta libera del Carroccio evidenziata nei sondaggi, che vedono Fratelli d’Italia continuare a crescere a discapito degli alleati di maggioranza, il partito padano è a un bivio. Da un lato, i sostenitori del segretario attuale, il ministro Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, dall’altra i leghisti duri e crudi, quelli di Pontida e della Lega Nord, ora riuniti nel Comitato Nord di Umberto Bossi.
Dopo Varese, Bergamo, Brescia, Como, Lodi e Cremona, la Lombardia leghista si prepara ai prossimi congressi provinciali. Che però, al momento, non sono stati ancora convocati. A partire da Milano, dove nel frattempo Salvini ha scelto il nuovo commissario, l’ex Fi, Silvia Sardone, eurodeputata del Carroccio. I militanti non hanno ancora votato neanche a Monza e a Sondrio. Si resta in attesa di una data, mentre ancora la prima uscita del Comitato Nord di Bossi, sabato sera nel Pavese, tiene banco tra i leghisti.
«In Lombardia siamo in attesa di capire cosa succederà, abbiamo da poco avuto la nomina di un nuovo commissario a Milano, che certo non mi pare un segnale incoraggiante, anche perché a breve avremo la prova del voto per le regionali», dice all’Adnkronos, Paolo Grimoldi, ex deputato e ora con Bossi nel Comitato. «Il comitato Nord – dice l’ex segretario della Lega lombarda – continua a raccogliere adesioni, l’evento di Pavia con Bossi ha dato ulteriore slancio alle istanze che stiamo portando avanti». Nella regione culla della Lega, i primi risultati vedono Salvini brindare ai suoi candidati, a Varese e agli unitari a Cremona, Como e Lodi, mentre i bossiani del Comitato Nord si affermano a Bergamo e a Brescia.
In Veneto, dopo il voto a Rovigo, domenica scorsa (confermato il coordinatore uscente, Guglielmo Ferrarese), per il 18 dicembre dovrebbero svolgersi i congressi di Padova e Verona. Nella prima città, ci sarebbe un candidato di area salviniana, Nicola Pettenuzzo, sindaco di San Giorgio in Bosco a cui si contrappone Michele Rettore, considerato uomo vicino a Roberto Marcato, padovano, assessore veneto allo Sviluppo economico e all’Energia della regione, spesso critico con la segreteria Salvini. Nella città scaligera invece pare certa la presenza in campo per Nicolò Zavarise, consigliere comunale e commissario provinciale della Lega veronese, vicino all’attuale presidente della Camera, Lorenzo Fontana. A conterdergli la guida della Lega in ballo ancora tanti nomi, a partire Guido Dussin, sponsorizzato da Toni Da Re, e anche l’ex senatore Dimitri Coin.
Capitolo Piemonte. Nella regione del capogruppo alla Camera Riccardo Molinari (anche segretario regionale della Lega), giochi fatti a Torino, dove si dà per fatta la staffetta Maccanti-Benvenuto, con la prima, l’ex deputata Elena Maccanti pronta a subentrare a inizio d’anno al commissario uscente, Alessandro Benvenuto, nel frattempo, eletto questore di Montecitorio. Una vittoria per la segreteria Salvini, che in Maccanti ha un punto di riferimento.
A Cuneo i numeri li avrebbe il senatore Giorgio Maria Bergesio, vicino a Calderoli. Mentre ad Alessandria, città di Molinari, in pole c’è Lino Pettazzi, vicinissimo al capogruppo della Camera. A Verbania candidato unico dovrebbe essere l’ex senatore Enrico Montani. A Novara, Massimo Giordano, ex assessore regionale, potrebbe cedere il passo a una candidatura unitaria alternativa alla sua, dopo i mugugni della base. A Vercelli, commissariata, dovrebbe correre l’ex sindaco di Gattinara, Daniele Baglione. A Biella giochi aperti. Ma tutto è rinviato all’inizio del prossimo anno, dopo le feste.