Opzione donna: chi può goderne e quando


Il pensionamento a 60 anni, con 35 anni di contributi alle spalle, sarà garantito alle lavoratrici caregiver, invalide almeno al 74% o a rischio lavoro.
Se in campagna elettorale tra i cavalli di battaglia di parte della maggioranza c’era quella di ottenere pensionamento anticipato per i lavoratori più longevi, l’annunciata svolta per le donne non arriverà. Il Governo in Manovra di Bilancio ha confermato la stretta per Opzione donna, stabilendo quali lavoratrici possono goderne e imponendo rigidi parametri.
Nello specifico, è previsto che l’anticipo pensionistico sia fissato a 60 anni con 35 anni di contributi: la novità sta nella possibilità, per le madri lavoratrici, di andare in pensione un anno prima se hanno un figlio, due anni prima se ne hanno due o più. A poter godere di questo conveniente prepensionamento pensato per le donne, però, potranno essere solamente:
- le caregiver: in Manovra è espressamente stabilito che Opzione donna si applica a chi «al momento della richiesta da almeno sei mesi è coniuge o parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità», oppure a chi si occupa di «un parente o un affine di secondo grado convivente, qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 60 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti, siano deceduti o mancanti»;
- le lavoratrici invalide almeno al 74%, quindi con una capacità lavorativa ridotta;
- le lavoratrici licenziate o dipendenti di imprese per le quali è in atto un tavolo di crisi aziendale, che quindi dovrebbero eventualmente essere poi ricollocate altrove.
La platea dei beneficiari di Opzione Donna, quindi, è stata allargata solamente in virtù del numero dei figli che le lavoratrici appartenenti ad almeno una delle categoria appena citate hanno. Per quelle con un figlio sarà possibile lasciare il lavoro a 59 anni, a 58 per quelle con due figli o più.
Complessivamente, grazie alle novità introdotte con la Manovra, che porta a 60 (dai 58 precedentemente previsti) gli anni previsti per andare in pensione con 35 di contributi, il numero di beneficiarie si restringe a 2.900 lavoratrici.
La misura è stata adottata nonostante le critiche provenienti sia dall’opposizione che dal capo del dipartimento economia di Bankitalia, Stefano Balassone. Il Pd in discussione ha lamentato una sorta di discriminazione della previsione che anticipa di uno o due anni il pensionamento per le lavoratrici con figli, mentre Bankitalia aveva evidenziato come un’uscita anticipata con Opzione Donna rischiasse di frenare la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro. Tutte considerazioni che non hanno fatto desistere il Governo dall’approvare la misura, che ora è ufficialmente in vigore.