Quanto perde la Russia grazie al divieto di importazioni


Secondo le stime la Russia lo scorso mese ha perso il 17% dei propri guadagni, toccando ricavi mai così bassi dall’inizio della guerra.
L’Unione Europea fin dallo scoppio della guerra in Ucraina ha preso posizione a favore di Kiev, cercando di annientare l’economia russa nella speranza di fermare l’avanzata guerrafondaia del presidente Vladimir Putin.
A distanza di mesi l’economia di Mosca risente ogni giorno di più delle limitazioni e dei divieti imposti non solo dall’Europa ma anche dagli Stati Uniti, coalizzati con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il divieto dell’Ue sulle importazioni di greggio dalla Russia e il tetto al prezzo del petrolio «stanno costando alla Russia una cifra stimata in 160 milioni di euro al giorno, che dovrebbe salire a 280 milioni di euro al giorno con le misure aggiuntive in corso di attuazione entro il 5 febbraio». Nel valutare l’impatto del divieto dell’Ue sul petrolio russo trasportato via mare, entrato in vigore il 5 dicembre 2022, il Centro di ricerca sull’energia e l’aria pulita (Crea) rivela, in una nota, che «i guadagni della Russia dalle esportazioni di combustibili fossili sono diminuiti significativamente, in gran parte a causa del divieto».
Secondo l’analisi, «nel dicembre 2022, i guadagni della Russia sono scesi del 17%, al livello più basso dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Il divieto di importazione del greggio da parte dell’Ue e il più ampio tetto ai prezzi hanno causato una riduzione del 12% delle esportazioni di greggio della Russia e un calo del 23% dei prezzi di vendita, per un calo del 32% delle entrate russe di greggio a dicembre. Oltre a queste misure, a fine dicembre la Germania ha bloccato le importazioni di petrolio dagli oleodotti, causando un’ulteriore riduzione del 5%». Nonostante il calo delle entrate, «le esportazioni di combustibili fossili della Russia fruttano ancora 640 milioni di euro al giorno, destinati a scendere a circa 520 milioni di euro entro febbraio, con l’entrata in vigore del divieto dell’Ue sulle importazioni di petrolio raffinato e l’estensione del tetto dei prezzi al petrolio raffinato».