Come potrebbero cambiare i vaccini anti Covid


L’Ema vuole trovare vaccini spray contro il Covid che siano realmente efficaci, ma difficilmente l’autorizzazione arriverà entro la fine dell’anno.
È forse arrivato il momento di dire addio alle tradizionali punturine anti covid? Il futuro del siero contro il Coronavirus potrebbe essere diverso da ciò che fino ad ora è stato, anche se nulla dovrebbe cambiare a breve.
Spray nasali o da somministrare per bocca: saranno questi i prossimi vaccini anti-Covid? Il mondo della scienza guarda con una certa attesa ai cosiddetti vaccini mucosali, ma «siamo ancora in una situazione piuttosto interlocutoria. Come Agenzia europea del farmaco Ema che cosa ci aspettiamo? È molto incerto: speriamo di poter vedere dei risultati clinici o di uso reale con il vaccino cinese di CanSino, diciamo a metà del 2023. E poi cercare di instaurare un dialogo con queste aziende per vedere se questi vaccini possano eventualmente arrivare all’autorizzazione. Anche se avere vaccini autorizzati entro la fine dell’anno sembra piuttosto difficile a questo punto». È il quadro tracciato all’Adnkronos Salute da Marco Cavaleri, responsabile della strategia per le minacce sanitarie e i vaccini dell’Ema.
«Chiaramente c’è un grosso interesse sia da parte di chi si occupa di salute pubblica e di ricerca, sia da parte di un’agenzia regolatoria come l’Ema nel vedere avanzare questi vaccini e capire quale possa essere il loro valore nel futuro – evidenzia l’esperto – Stiamo monitorando la situazione e parlando con chi sta sviluppando questi prodotti. A fine dell’anno scorso ho anche partecipato a un meeting organizzato dai Nih», gli statunitensi National Institutes of Health, «per cercare di capire come si può far avanzare i vaccini mucosali e direi che siamo ancora in una situazione abbastanza incerta, visto che stiamo aspettando i risultati di test clinici per capire in effetti se questi vaccini possono essere una possibilità e se possiamo eventualmente approvarli».
In questo momento, spiega Cavaleri, «guardiamo con attenzione al vaccino di CanSino, che è in uso in Cina. È un vaccino inalatorio che utilizza un adenovirus. Sarebbe comunque molto interessante riuscire ad avere dati su qual è la sua efficacia e il livello di protezione che riesce a produrre. Stiamo poi guardando ad altri tipi di tecnologie mucosali, inclusi vaccini che usano un virus vivo, ma attenuato. C’è un vaccino che è in sperimentazione clinica e anche per questo stiamo cercando di capire quanto sia efficace». Ad oggi «è tutto ciò che si può dire – precisa. – L’idea – aggiunge – è che questi vaccini possano essere più efficaci nel prevenire anche l’infezione e la trasmissione del virus. È quello che ci si aspetta».
Quanto ai progetti in corso, l’esperto dell’Ema riferisce che «ci sono diverse compagnie al lavoro», anche negli Usa, per esempio «Vaxart», per citarne una, che studia un vaccino orale. «Ci sono diverse piccole aziende che lavorano su questo tipo di progetti e magari fanno più fatica a portare avanti lo sviluppo clinico di prodotti», osserva Cavaleri. Un altro esempio di realtà che sta puntando su prodotti simili è Codagenix, che sta sviluppando il vaccino a virus attenuato intranasale.
«Ci sono quindi anche dei vaccini sviluppati negli Usa che sono specificatamente mucosali, non solo il vaccino cinese e un altro indiano, anch’esso approvato. Ma questi due sono già nel mondo reale e sarebbe estremamente interessante avere dei dati di qual è la loro efficacia, soprattutto in questo momento dalla Cina, se viene usato, visto che i casi non mancano», riflette.
L’Ema è «in contatto con CanSino», riporta Cavaleri. «Come sempre con le aziende che non vengono dal mondo occidentale è più difficile avanzare rapidamente, ma la nostra porta è sempre aperta. Poi vediamo cosa riusciamo a fare».