Si può accusare una persona senza prove?


Denuncia e querela: chi deve dimostrare il reato, il valore delle dichiarazioni della vittima e il rischio della calunnia.
Il diritto penale soggiace a regole particolari, diverse dal processo civile. Se nel processo civile è possibile vincere la causa solo a patto che si possa dimostrare il diritto fatto valere, nel penale non è necessariamente così o, quantomeno, il rigore di tale principio trova contemperamento in una serie di eccezioni. Vediamo allora se si può accusare una persona senza prove.
Indice
Chi deve fornire le prove nel processo penale?
A differenza del processo civile, nel penale è la pubblica accusa, rappresentata dal Pubblico Ministero (il cosiddetto PM), a raccogliere le prove contro l’imputato, anche quando il procedimento è scaturito dalla querela della vittima e non dall’iniziativa delle autorità.
Il privato cittadino può quindi limitarsi a sporgere la querela o la denuncia disinteressandosi poi della successiva fase dell’eventuale dibattimento (a meno che non voglia costituirsi parte civile per ottenere il risarcimento del danno).
È vero però che chi vuole ottenere la condanna dell’imputato – ed eventualmente con essa anche il risarcimento del danno – deve preoccuparsi di fornire al PM la lista delle prove a sostegno della propria accusa: prove che possono essere costituite da documentazioni, registrazioni video o audio, testimonianze, perizie, ecc.
C’è anche da sottolineare che, se nel processo civile il giudice non può suggerire alle parti quali prove presentare, nel penale invece vale il principio opposto: il magistrato deve ricercare la verità, ragion per cui può egli stesso richiedere prove non formulate dalle parti.
Quanto vale la dichiarazione della vittima nel processo penale?
Un ulteriore tassello a favore della possibilità di accusare una persona senza prove è dato dal fatto che, nel penale, a differenza della causa civile, le dichiarazioni della vittima costituiscono prova, similmente a quanto avviene con i testimoni. Il giudice ne deve prima saggiare l’attendibilità e verificare che esse non siano in contrasto con elementi esterni. Dopo questo vaglio, però, il giudice può anche decidere per la colpevolezza dell’imputato sulla base delle sole dichiarazioni della parte lesa. Se così non fosse, reati come la violenza sessuale, il racket o la concussione, che si consumano in assenza di testimoni, non potrebbero mai essere puniti.
Cosa succede se una persona denuncia un’altra senza prove?
L’assenza di prove non è fonte di responsabilità per chi sporge una denuncia o una querela, a meno che questi non agisca in malafede, ossia con la consapevolezza dell’altrui innocenza. Solo in quest’ultimo caso si commette calunnia e si può essere controdenunciati dall’imputato assolto per insufficienza di prove.
Negli altri casi, invece, chi accusa una persona senza avere le prove delle proprie affermazioni non rischia nulla. Non almeno in linea di principio. È poi onere della controparte dimostrare che questi ha agito con dolo, ossia in malafede, non potendo ignorare l’altrui innocenza ed estraneità ai fatti.
Anche la non corretta interpretazione della legge penale non comporta alcun rischio di calunnia. Quindi chi accusa una persona ritenendo che il fatto da questi commesso costituisca reato, quando invece non è così, non può rischiare a sua volta una controdenuncia.
Si può denunciare senza prove
Nonostante ciò che abbiamo sinora detto, quasi mai si sporge una denuncia o una querela senza avere prove. E ciò proprio per evitare di dover poi affrontare una difesa in un ulteriore giudizio per calunnia o in una richiesta di risarcimento del danno.
Si ricorda comunque che la calunnia sussiste solo laddove l’accusa infondata e in malafede venga fatta davanti a una pubblica autorità che ha l’obbligo di informare il giudice (quindi la polizia, la guardia di finanza o i carabinieri). Invece non c’è calunnia se l’accusa viene fatta dinanzi ad altri soggetti (il datore di lavoro, l’amministratore di condominio, un insegnante, ecc.).