Come posso ottenere un risarcimento per un danno subito?


Quanto costa una causa di risarcimento del danno, quali prove fornire e quando non spetta nulla.
Chi subisce un danno ha diritto al risarcimento. Si tratta di un principio tanto banale quanto complesso. Perché se è indubbio che chi procura danni ad altri deve assumersi la responsabilità delle proprie azioni, è altresì vero che, nel nostro ordinamento, spetta a chi agisce dimostrare l’esistenza del proprio diritto. Il che significa che il danneggiato deve fornire le prove non solo del fatto illecito ma anche dei pregiudizi patiti. E non solo. Come vedremo qui di seguito, la strada è tutta in salita. Vediamo allora come ottenere un risarcimento per un danno subìto.
Non ci soffermeremo sulle questioni di natura tecnica, riservate agli avvocati, ma ci concentreremo su quei chiarimenti che spesso sfuggono a chi non ha pratica con i tribunali. Ma procediamo con ordine.
Indice
- 1 Quando spetta un risarcimento per il danno?
- 2 Quando non spetta il risarcimento del danno
- 3 A chi chiedere il risarcimento del danno?
- 4 Come chiedere il risarcimento del danno?
- 5 Che fare se non si vuole pagare il risarcimento?
- 6 Come dimostrare il danno?
- 7 Quando costa una causa di risarcimento del danno?
Quando spetta un risarcimento per il danno?
Il nostro ordinamento ammette la possibilità di chiedere il risarcimento solo se si è subito un danno effettivo, attuale e concreto. Bisogna quindi fornire la prova:
- del comportamento illecito;
- delle conseguenze dannose che tale comportamento ha determinato (sotto il profilo patrimoniale e/o morale);
- del fatto che tali conseguenze sono dipese dal comportamento illecito e non da altri fattori concomitanti (è il cosiddetto «rapporto di causalità»).
Quando non spetta il risarcimento del danno
Pertanto non ha diritto al risarcimento chi:
- non riesce a dimostrare il fatto che ha determinato il danno;
- non può dimostrare che il danno è dipeso da quello specifico fatto e non da altri eventi;
- paventa la possibilità di danni futuri non ancora verificatisi;
- agisce per una questione di puro principio senza aver subito alcun pregiudizio materiale effettivo.
Peraltro, la giurisprudenza ha sposato la tesi secondo cui le cause di valore irrisorio, quelle per poche decine di euro, non possono trovare accoglimento dinanzi al giudice, neanche se si tratta del giudice di pace. Quindi una causa di questo tipo non verrebbe accolta.
A chi chiedere il risarcimento del danno?
Del danno è responsabile il suo autore, salvo alcuni casi in cui la legge pone un terzo soggetto in posizione di garanzia. Ad esempio per le azioni commesse dai minori sono responsabili i genitori. Per i morsi o le aggressioni del cane è responsabile chi lo sta portando in quel momento al guinzaglio. Per i risarcimenti derivanti dalla circolazione dell’auto è responsabile il proprietario, che ne risponde con la polizza auto. Per il fatto dei dipendenti risponde il datore di lavoro e così vale anche per i collaboratori esterni.
Come chiedere il risarcimento del danno?
Di solito, per ottenere il risarcimento del danno ci si rivolge innanzitutto al responsabile. E lo si fa con una lettera raccomandata a/r o con una Pec (sempre che il destinatario abbia anch’egli un indirizzo Pec).
Nella lettera bisogna indicare:
- il fatto che ha determinato il danno (ad esempio la buca sulla strada in cui è caduta l’auto), con l’indicazione del luogo, della data e dell’orario;
- le conseguenze che il fatto ha comportato e quindi le varie voci di danno;
- l’importo che si chiede a titolo di risarcimento;
- un termine entro cui adempiere (che di solito va da 7 a 14 giorni a seconda dell’entità del risarcimento).
Che fare se non si vuole pagare il risarcimento?
Qualora il danneggiante non risponda alla lettera o neghi la propria responsabilità bisognerà procedere per le vie giudiziarie. In tal caso bisognerà contattare un avvocato.
A questo punto, però, prima di rivolgersi al giudice – che, a seconda del valore del risarcimento, sarà il Giudice di Pace o il Tribunale – è bene tentare una mediazione al fine di trovare una soluzione bonaria alla vertenza.
L’organismo di mediazione è uno dei tanti che hanno sede nello stesso luogo ove si trova il tribunale competente.
Se in quella sede si raggiunge un accordo, questo ha lo stesso valore di una sentenza. Diversamente si può procedere in via giudiziaria, ossia con la causa ordinaria.
Come dimostrare il danno?
A seconda del tipo di danno lamentato si possono offrire diverse prove. I danni risarcibili vengono normalmente divisi in due macro-categorie:
- danni patrimoniali: quelli cioè che incidono sul portafoglio della vittima;
- danni non patrimoniali: quelli cioè collegati alla sofferenza psichica e alle problematiche fisiche.
I danni patrimoniali possono essere a loro volta divisi in:
- lucro cessante: è il danno conseguente alla perdita di reddito derivante dall’illecito. Si pensi a un autonomo che non possa lavorare a causa di una frattura a una gamba. La prova del lucro cessante è particolarmente complicata e di solito viene offerta con un raffronto alle precedenti dichiarazioni dei redditi;
- danno emergente: è costituito dalle spese sostenute dal danneggiato. Si pensi alle fatture emesse da medici privati, dal carrozziere dell’auto, dal muratore per la riparazione di una parete, ecc.
I danni non patrimoniali possono essere divisi in:
- danno biologico: si tratta della diminuzione di funzionalità del corpo, che può essere totale (si pensi a una persona che resti bloccata per una settimana in un letto d’ospedale), parziale (si pensi all’ingessatura di una mano), definitiva (si pensi a una persona che dovrà rassegnarsi a zoppicare per tutta la vita) o temporanea (si pensi a una persona che, per un mese, debba portare un tutore). La prova di tali danni viene normalmente fornita attraverso una perizia di un medico legale che quantifica i punti di invalidità secondo tabelle stilate dai tribunali. A ciascun punto corrisponde un importo di risarcimento;
- danno morale: si tratta della sofferenza interiore conseguente all’evento. Si pensi allo shock per un incidente stradale, al dolore per una operazione e così via. Questo danno viene quantificato dal giudice “in via equitativa” ossia in base a quanto appare giusto nel caso concreto.
Quando costa una causa di risarcimento del danno?
Le tariffe degli avvocati sono state ormai liberalizzate. Quindi per sapere quanto costa una causa di risarcimento bisognerà rivolgersi direttamente al professionista. Di solito, le parcelle vengono fatte in base al valore della causa – e quindi all’entità del risarcimento richiesto – e alla complessità della stessa.