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Come redigere un testamento con un notaio

3 Febbraio 2023 | Autore:
Come redigere un testamento con un notaio

Come funziona il testamento pubblico: vantaggi, svantaggi e costi. 

Oltre al testamento olografo (quello cioè fatto in casa, di mano dello stesso testatore, senza l’assistenza di un pubblico ufficiale) c’è anche il testamento con un notaio, quello cioè chiamato testamento pubblico. In tal caso, a fronte di una spesa che va da mille a duemila euro (a seconda dello studio), si ha da un lato la certezza che la firma e la grafia del testatore non verranno mai messe in discussione e nessuno potrà sostenere che non sono autentiche (l’atto infatti viene redatto dal notaio stesso e riporterà solo la sottoscrizione del testatore); dall’altro lato, sarà lo stesso notaio a dare notizia dell’esistenza del testamento agli eredi non appena verrà a conoscenza della morte del proprio cliente. Non è tutto: l’ulteriore vantaggio di tale forma testamentaria è che la custodia del documento viene affidata allo studio notarile, il che evita dispersioni, smarrimenti, distruzione o alterazioni fraudolente ad opera di terzi. 

Vediamo allora come redigere un testamento con un notaio. Sicuramente si tratta di un metodo molto più semplice rispetto al testamento olografo di cui abbiamo più volte parlato in queste stesse pagine (leggi la nostra guida su Come redigere un testamento olografo).

Come si fa un testamento pubblico?

Per fare un testamento pubblico bisogna recarsi presso un notaio, uno di propria fiducia, con due testimoni. In verità il più delle volte i testimoni sono messi a disposizione dallo stesso studio notarile tra i propri dipendenti o collaboratori. 

Il testatore, alla presenza dei testimoni, dichiara al notaio la sua volontà, la quale viene riportata da questi per iscritto su un documento redatto al computer, poi stampato e firmato dal testatore stesso e dai testimoni. 

La preventiva consulenza per evitare discriminazioni 

Prima di comunicare al notaio le proprie ultime volontà sarà bene consigliarsi con questi in merito alla distribuzione del proprio patrimonio. Difatti la legge assegna ai parenti più stretti, ossia il coniuge e i figli (o, in assenza dei figli, ai genitori) delle quote minime del patrimonio del de cuius chiamate quote di legittima. Proprio per tale motivo, tali eredi sono detti eredi legittimari. L’eventuale lesione di tali quote può determinare una contestazione del testamento entro 10 anni dalla morte del testatore. Proprio per evitare un effetto del genere sarà bene far constatare al notaio il proprio patrimonio, le donazioni già fatte in vita ai propri eredi (che si considerano una sorta di anticipazione della legittima) ed evitare così discriminazioni ai fini legali. 

Il notaio, prima di dare lettura della scheda testamentaria, fa manifestare di nuovo al testatore la sua volontà in presenza dei testi.

Come avviene il testamento pubblico

In realtà, il notaio non si limita a riportare su foglio quanto gli dice il testatore. Lui “traduce” il linguaggio del testatore in linguaggio legale-tecnico in modo che tutto sia chiaro e non dia adito a dubbi. Proprio per evitare che il notaio possa travisare la volontà del testatore la legge richiede la presenza dei testimoni. 

Il notaio è poi chiamato ad accertarsi se il testatore appaia in grado di intendere o di volere: questo non significa che dovrà fare indagini mediche o chiedere certificati di sanità mentale. Egli deve solo limitarsi a verificare ciò che appare a un uomo comune. Dinanzi a un soggetto incapace il notaio deve rifiutare l’incarico che gli viene chiesto, anche se si tratta di una incapacità momentanea (come nel caso di soggetto ubriaco o drogato o sotto pressione psicologica). 

Il fatto che il testatore sembrasse in grado di intendere e di volere e quindi che il notaio abbia ricevuto il testamento, non esclude che si possa poi dimostrare che il testatore fosse invece affetto da qualche patologia invalidante. Così gli eredi potrebbero pur sempre impugnare il testamento (anche senza proporre querela di falso) benché fatto dinanzi al notaio. Quest’ultimo infatti potrebbe essersi sbagliato sulle condizioni di salute del proprio cliente. 

Che succede dopo la dettatura del testamento al notaio?

Per garantire la corrispondenza fra quanto dichiarato dal testatore e quanto scritto dal notaio, è prevista la lettura del documento ad opera del notaio alla presenza dei testimoni.

Il testamento indica il luogo, il nome del notaio, la data e l’ora della sottoscrizione ed essere sottoscritto dal testatore, dai testimoni e dal notaio.

Il testamento pubblico privo dell’ora della sottoscrizione è annullabile su istanza di chiunque vi abbia interesse.

Quanto costa un testamento dal notaio?

Per fare un testamento pubblico ci sono innanzitutto da versare le imposte. In particolare si tratta di:

  • imposta di registro pari a 200 euro (essendo il testamento soggetto a registrazione obbligatoria)
  • imposta di bollo pari a 45 euro. 

Poi ci sono gli onorari del notaio che variano a seconda della complessità del testamento. Si va da 1.000 euro (quando ci sono solo uno o due eredi) e si può arrivare, in caso di testamenti particolarmente complessi con più eredi, a 3.000 euro.

Perché fare un testamento col notaio?

Come anticipato in apertura, il testamento dinanzi al notaio presenta i seguenti vantaggi:

  • il testamento non può essere smarrito, distrutto o falsificato, venendo custodito dal notaio;
  • difficilmente è possibile contestare l’autenticità della firma in quanto autenticata dal notaio;
  • è altresì difficile contestare l’incapacità di intendere e volere, essendo un primo vaglio fatto dal notaio;
  • l’apporto tecnico del notaio riduce le possibilità di errori dovuti a improprietà di linguaggio o non conoscenza della materia, evitando anche che ci possano essere discriminazioni tra gli eredi legittimari.

Per contestare l’autenticità della firma bisognerebbe intraprendere un giudizio apposito chiamato “querela di falso” tutt’altro che semplice.  

Tra gli svantaggi, oltre al costo dell’onorario notarile, la mancanza dell’assoluta segretezza (sia del contenuto in quanto vi è la presenza dei testimoni e del notaio, sia del fatto stesso che si è scelto di fare un testamento).

Chi informa il notaio della morte del testatore?

Non spetta al notaio informarsi della morte del testatore. Né questa gli viene comunicata dalla pubblica amministrazione. Devono essere gli eredi a contattarlo per aprire la successione.

Potrebbe succedere che gli eredi non conoscano il nome del notaio che ha redatto il testamento. Si può superare l’ostacolo affidando l’incarico a un qualsiasi notaio che farà gli opportuni accertamenti nel registro dei testamenti. 

 



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