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Quali Paesi aderiscono al Sistema internazionale di misura?

24 Febbraio 2023 | Autore:
Quali Paesi aderiscono al Sistema internazionale di misura?

Sono tre Stati in tutto il mondo si discostano dal codice che contiene le grandezze fisiche di base (il metro, il secondo, l’ampere): ecco quali sono.

Quanto è lungo 1 metro? Quanto liquido ci sta in 1 litro? Quanto pesa 1 kg? Quanto è breve 1 secondo? Possono sembrare domande banali ma per arrivare a darne una risposta ci sono voluti dei secoli. Verso la fine del ‘700 venne creato in Francia il primo sistema metrico ma solo nel 1961 venne formalmente approvato l’attuale Sistema internazionale di misura, attualizzato nel 2019. Un codice scritto per mettere d’accordo tutti gli abitanti del pianeta sulle sette unità di misura di base (dette anche «grandezze fondamentali») e su come si scrivono correttamente i loro nomi e i loro simboli. Alcuni Stati, però, hanno preferito fare i calcoli di testa loro e adottare altre logiche. Quindi, quali Paesi aderiscono al Sistema internazionale di misura?

Si fa prima a dire quali Paesi non aderiscono: il Sistema internazionale è in vigore in tutto il mondo tranne che:

  • negli Stati Uniti;
  • in Myanmar (l’ex Birmania);
  • in Liberia.

In Italia è stato formalmente adottato nel 1982 [1].

Nell’Unione europea, le unità descritte nel Sistema internazionale di misura sono obbligatorie nella stesura di atti e documenti con valore legale:

  • nel circuito economico;
  • nel settore della sanità;
  • nella sicurezza pubblica;
  • nelle operazioni di tipo amministrativo.

Sistema internazionale di misura: che cos’è?

Il Sistema internazionale di misura (detto anche SI) è il più diffuso codice che contiene le sette unità di misura di base riferite alla grandezza fisica. Nello specifico, si tratta di:

  • il secondo, per la misurazione del tempo;
  • il metro per la misurazione della lunghezza;
  • il chilogrammo per la misurazione del peso;
  • l’ampere per la misurazione dell’intensità della corrente elettrica;
  • il kelvin per la misurazione della temperatura termodinamica;
  • la mole per la misurazione della quantità di materia;
  • la candela per la misurazione dell’intensità luminosa.

Ciascuna di queste unità corrisponde ad uno standard definito e approvato da quasi tutti i Paesi del mondo (ad eccezione di Stati Uniti, Myanmar e Liberia) ed ha il proprio campione di riferimento.

In Italia, la divulgazione e il controllo dell’applicazione del Sistema internazionale di misura sono affidati all’Ente nazionale per l’Unificazione. I campioni nazionali delle unità di misura sono realizzati in parte presso l’Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris, in parte presso l’Istituto di Metrologia Gustavo Colonnetti, entrambi con sede a Torino.

Ognuna di queste unità ha le sue grandezze derivate, che sono più di 20 e che hanno dei nomi e dei simboli speciali. Ad esempio:

  • l’hertz per misurare la frequenza (Hz);
  • il newton per misurare la forza (N);
  • l’ohm per misurare la resistenza elettrica (Ω).

Ci sono, poi, dei prefissi che indicano multipli e sottomultipli. Ad esempio:

  • chilo-metro (mille metri);
  • milli-metro (a millesima parte di un metro).

In estrema sintesi, il Sistema internazionale di misura determina:

  • le grandezze fisiche base tenendo conto delle leggi fisiche fondamentali delle teorie fisiche considerate universali;
  • i valori delle costanti fisiche fondamentali che compaiono in queste leggi;
  • la definizione dei nomi delle unità di misura delle sette grandezze fisiche fondamentali e loro definizione a partire dalle costanti fisiche.

Come si scrivono le unità di misura secondo il SI

Il Sistema internazionale di misura stabilisce anche le norme per la scrittura delle varie unità e dei loro derivati, allo scopo di uniformare la grafia ed evitare errori di interpretazione.

Le unità di misura devono essere scritte per esteso se sono inserite in un testo discorsivo. La scrittura deve essere in carattere tondo minuscolo. Devono essere evitati segni grafici come accenti o segni diacritici. Si scrive correttamente ampere e non Ampere o ampère.

I simboli (senza prefisso) devono essere indicati con l’iniziale minuscola, con l’eccezione di quelli in cui:

  • l’unità di misura deriva dal nome di uno scienziato;
  • il simbolo del prefisso moltiplicativo è maiuscolo.

Quindi:

  • per indicare l’unità di misura della pressione, cioè il «pascal» (da Blaise Pascal) occorrerà scrivere «Pa» e non «pa»;
  • per indicare l’unità di misura del tempo, cioè il secondo, bisognerà scrivere «s» e non «sec».

Inoltre, i simboli sono entità matematiche e, pertanto, a differenza delle abbreviazioni, non devono essere seguiti dal punto. Significa che il simbolo del metro è «m» e non «m.».

I simboli, infine, devono essere collocati dopo il valore numerico lasciando uno spazio in mezzo. In pratica, se scrive «20 m» e non «20m» o «m 20».


note

[1] DPR n. 802/1982 del 12.08.1982.

Autore immagine: depositphotos


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