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Al figlio del coniuge spetta una quota di eredità?

4 Marzo 2023 | Autore:
Al figlio del coniuge spetta una quota di eredità?

Il figlio della mia defunta moglie (che lei ebbe da una precedente relazione) ha qualche diritto sulla mia eredità? Ho solo una sorella. Se non facessi testamento a chi andrebbe la mia eredità?

Non facendo testamento la sua eredità andrebbe integralmente a sua sorella come stabilisce l’articolo 570 del Codice civile.

Questa norma stabilisce che a colui che muore senza lasciare figli, né genitori, né altri ascendenti, succedono i fratelli e le sorelle in parti uguali.

E’ esattamente il suo caso.

Infatti il figlio che la sua defunta moglie ebbe da una sua precedente relazione, non è per la legge un suo parente (lei non lo ha adottato) e pertanto nulla gli spetta sulla sua eredità quando sarà aperta la sua successione.

Pertanto tutta intera la sua eredità andrà a sua sorella (salva una sua rinuncia) e nulla nemmeno a suo cognato in quanto affine e non parente (agli affini, infatti, non spetta alcunché come quota ereditaria).

Nell’ipotesi in cui invece lei volesse fare testamento, avrebbe in quel caso piena libertà di destinare a chiunque volesse (anche ad un estraneo o ad un’associazione) l’intero suo patrimonio.

Fratelli e sorelle, infatti, non rientrano fra gli eredi legittimari (articolo 536 del Codice civile) cioè fra gli eredi a cui per legge è attribuita una quota intangibile di eredità (eredi legittimari sono infatti solo il coniuge, i figli e loro discendenti e gli ascendenti in caso di assenza di figli).

E perciò a sua sorella, se lei facesse testamento, non dovrebbe obbligatoriamente destinare alcuna quota.

Potrebbe cioè liberamente nel testamento destinarle tutto il suo patrimonio o anche nulla.

Al figlio della sua defunta moglie, come già precisato, nulla spetta in caso di successione legittima (cioè nel caso in cui lei non faccia testamento) e nemmeno nel caso in cui lei rediga testamento: solo se lei vorrà, potrà lasciargli qualcosa, altrimenti non potrà legalmente reclamare nulla.

Articolo tratto dalla consulenza resa dall’avv. Angelo Forte



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