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Come sorvegliare una badante?

3 Marzo 2023 | Autore:
Come sorvegliare una badante?

È possibile installare una telecamera in casa per verificare cosa fa la badante quando sta sola con l’anziano?

Spesso gli anziani vengono affidati a soggetti estranei, molto spesso extracomunitari, che non parlano la nostra lingua e che, provenendo da altre culture e condizioni economiche, non offrono molte garanzie. 

Ecco perché ci si chiede spesso come sorvegliare una badante? 

Il tema della sorveglianza sul lavoro domestico è sempre stato al centro di controversie e discussioni. La questione è molto delicata, poiché coinvolge il rapporto tra il datore di lavoro e la colf, nonché il rispetto della privacy e dei diritti dei lavoratori.

In particolare, la questione riguarda l’utilizzo di telecamere all’interno dell’abitazione per controllare il lavoro della badante. La domanda che spesso viene posta è la seguente: è legale installare telecamere per controllare la badante o la domestica durante il suo lavoro?

Ebbene, circola in rete la notizia secondo cui il proprietario di un appartamento non potrebbe installare una telecamera in casa per controllare ciò che fa la donna delle pulizie o la badante. E ciò perché, trattandosi di lavoratrici dipendenti, queste sarebbero soggette alle tutele previste dallo Statuto dei Lavoratori. Come noto, infatti, l’articolo 4 dello Statuto prevede il divieto di controlli a distanza con impianti audiovisivi nei confronti dei lavoratori, se non a determinate condizioni e comunque previa autorizzazione dei sindacati o, in mancanza, dell’Ispettorato del Lavoro.

Se ciò corrisponde a vero, allora come si fa a sorvegliare una badante? Come controllare se questa sta davvero svolgendo le proprie mansioni con diligenza o magari maltratta l’anziano? E come è possibile prevenire eventuali reati ai danni dei soggetti deboli che magari, a causa della loro fragilità, non sono in grado di reagire?

Il problema è anche di carattere processuale: come noto, infatti, le prove acquisite in violazione dell’altrui privacy non possono essere utilizzate in un processo penale. E anzi, chi si procura illecitamente immagini dell’altrui vita privata o controlla segretamente i dipendenti rischia di essere a sua volta querelato. 

A questo punto vorrai sapere come si fa a sorvegliare una badante. Bene, sappi che la questione è stata già sottoposta al vaglio della Corte Costituzionale e dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro che hanno fornito interessanti chiarimenti. Ecco tutto ciò che c’è da sapere sul tema.

Si possono installare telecamere in casa per controllare la badante?

Secondo quanto stabilito dalla Corte costituzionale [1], il lavoro domestico è sottratto alla tutela dello Statuto dei lavoratori, poiché il datore di lavoro in questo caso è un soggetto privato non organizzato in forma di impresa. Ciò significa che il proprietario di casa può tenere all’interno dell’appartamento delle telecamere accese mentre la badante sta lavorando, senza bisogno di ottenere il consenso né dai sindacati né dall’Ispettorato del lavoro.

L’interpretazione sostenuta dalla Corte Costituzionale sulla legittimità della videosorveglianza nel lavoro domestico è stata ribadita anche da una circolare dell’Ispettorato del lavoro [2].  

Bisogna informare la badante della telecamera in casa?

Anche se il lavoro domestico non rientra nello Statuto dei lavoratori e quindi non è soggetto alle stesse regolamentazioni di altre forme di lavoro, la dignità e il rispetto dei diritti della domestica devono essere comunque garantiti. L’utilizzo delle telecamere non deve essere un modo per esercitare un controllo eccessivo o invadente sulla vita privata della lavoratrice domestica, ma piuttosto uno strumento per garantire la sicurezza di tutti gli inquilini dell’immobile.

Ciò significa che il datore di lavoro è comunque tenuto rispettare la normativa sulla privacy e dunque deve obbligatoriamente informare la badante della presenza della telecamera nell’appartamento e chiederle il consenso al trattamento dei dati. Ciò dovrà preferibilmente avvenire per iscritto in quanto solo in tal modo è possibile procurarsi la prova di aver rispettato i propri doveri di comunicazione.  

Inoltre, la telecamera deve essere installata in modo tale da non violare la sfera privata della colf e non deve registrare luoghi o momenti in cui essa possa sentirsi a disagio o priva di privacy. Ad esempio, è vietato installare la telecamera nel bagno o in prossimità di esso, in corrispondenza del letto o di altro luogo dedicato alla sosta o al riposo. È importante ricordare infatti che, anche se il lavoro domestico non rientra nello Statuto dei lavoratori e quindi non è soggetto alle stesse regolamentazioni di altre forme di lavoro, la dignità e il rispetto dei diritti della domestica devono essere comunque garantiti. L’utilizzo delle telecamere non deve essere un modo per esercitare un controllo eccessivo o invadente sulla vita privata della lavoratrice domestica, ma piuttosto uno strumento per garantire la sicurezza di tutti gli inquilini dell’immobile.

Come si fa la comunicazione alla badante?

Abbiamo detto che il datore – ossia colui che ha sottoscritto il contratto di lavoro – deve fornire alla badante un documento scritto che spiega chiaramente:

  • la presenza della telecamera all’interno dell’appartamento;
  • l’area che la telecamera copre e le stanze che sono coperte e quelle che non lo sono;
  • i motivi per cui viene utilizzata la telecamera, ovvero per la sicurezza e per la prevenzione di furti o altri rischi;
  • chi è il titolare del trattamento dei dati, di solito il proprietario della casa o il datore di lavoro della badante;
  • le modalità di archiviazione dei dati e i sistemi di sicurezza utilizzati per proteggere i dati da possibili accessi non autorizzati di terzi;
  • il periodo di tempo per cui i dati verranno conservati;
  • la possibilità per la badante di accedere ai dati e di verificare la corretta tenuta degli stessi e la liceità dell’impiego.

Rispettare queste restrizioni legali è importante per evitare controversie legali e proteggere i diritti della domestica. La violazione della privacy della domestica può comportare sanzioni amministrative e penali per il datore di lavoro. Per questo motivo, è necessario rispettare le normative sulla privacy e informare la domestica in modo chiaro e trasparente.

La prova contro la badante

Le registrazioni effettuate con la telecamera installata all’interno dell’appartamento possono essere utilizzate come prova nei confronti della badante per punire eventuali crimini come furti o maltrattamenti nei confronti degli anziani. La giurisprudenza ha infatti riconosciuto il valore probatorio delle registrazioni video come prova documentale.

Tuttavia il datore di lavoro può usare anche altre prove per poter incastrare la badante. Ad esempio potrebbe essere il caso di una agenzia investigativa che controlli ciò che quest’ultima fa fuori casa. E potrebbero essere anche le stesse dichiarazioni dell’anziano che, se non ha firmato il rapporto di lavoro, può essere testimone nel processo civile, mentre in quello penale è sempre testimone nonostante sia vittima del reato.


note

[1] C. Cost. sent. 11-23 dicembre 1987 n. 585.

[2] Ispettorato del lavoro, nota 8 febbraio 2017 prot. n. 1004

 

Autore immagine: depositphotos


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