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Anticipo TFR: quando ottenerlo

7 Marzo 2023 | Autore:
Anticipo TFR: quando ottenerlo

Casi in cui è possibile ottenere l’anticipazione del TFR: le deroghe nel contratto e la somma complessiva a cui ha diritto il dipendente. 

L’anticipo del TFR (Trattamento di Fine Rapporto) rappresenta una soluzione sempre più adottata dai lavoratori per fronteggiare problemi finanziari urgenti o per realizzare importanti progetti come l’acquisto della prima casa. Ma quando è possibile richiederlo? Quali sono i requisiti e le modalità da seguire per ottenere l’anticipo del TFR? In questo articolo, cercheremo di rispondere a tutte queste domande e di fornire informazioni utili per chi intende richiedere l’anticipo del TFR. Terremo conto anche della possibilità che la legge riconosce alle parti di prevedere una deroga alla disciplina legale e delle sentenze della Cassazione che hanno disciplinato tale materia.

Cos’è l’anticipo del TFR?

Come dice la parola stessa, l’anticipo del TFR non è altro che la possibilità, riconosciuta dalla legge al lavoratore dipendente, di richiedere una parte del TFR accantonato dall’azienda o depositato presso un apposito fondo, prima del momento del pensionamento. Chiaramente le somme che vengono anticipate vengono poi decurtate dall’ammontare del TFR complessivo dovuto al dipendente al raggiungimento dell’età pensionabile o spettanti ai suoi eredi in caso di morte del dipendente medesimo.

Si tratta comunque di un diritto: non è cioè soggetto alla possibilità di diniego da parte del datore di lavoro (salvo in alcune ipotesi che a breve vedremo). E ciò perché la possibilità di ottenere l’anticipo del TFR dipende dalla legge e non già da una previsione contrattuale. Tuttavia, il contratto di lavoro può prevedere ulteriori ipotesi di anticipazione oltre a quelle espressamente previste dall’ordinamento ma anche di ciò ci occuperemo più avanti. 

L’anticipazione è cosa diversa dall’acconto del TFR, che può sempre essere chiesto prima della liquidazione definitiva del TFR spettante, senza che sia richiesta la sussistenza di particolari presupposti.

Quante volte si può chiedere l’anticipo del TFR?

Il dipendente ha il diritto di richiedere l’anticipazione del TFR una sola volta durante il rapporto di lavoro. Tuttavia, l’anticipazione differisce dall’acconto, che può essere richiesto in qualsiasi momento prima della liquidazione definitiva del TFR senza particolari requisiti. La legge stabilisce condizioni soggettive e oggettive per l’anticipazione, ma consente ai contratti collettivi e agli accordi individuali di stabilire condizioni più favorevoli.

Chi può chiedere l’anticipo del TFR?

L’anticipazione del TFR può essere erogata solo ai dipendenti che hanno accumulato almeno otto anni di anzianità di servizio presso il medesimo datore di lavoro. È importante sottolineare che il concetto di servizio prestato presso la stessa azienda non coincide necessariamente con il periodo effettivamente lavorato, ma tiene conto di tutti gli anni in cui il lavoratore è stato sotto contratto con la stessa azienda.

Occorre fare una precisazione: il diritto all’anticipazione del TFR è escluso per i dipendenti di aziende che si trovano in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS). Inoltre, è possibile soddisfare il requisito dell’anzianità di servizio anche se il lavoratore viene trasferito da una società all’altra all’interno di uno stesso gruppo aziendale, a patto che il TFR non gli venga liquidato in quell’occasione.

Quando può essere chiesta l’anticipazione del TFR?

L’articolo 2120 del Codice civile vincola il diritto del lavoratore a ricevere l’anticipazione di Tfr a stringenti condizioni: 

  • la necessità di sostenere spese sanitarie; 
  • l’acquisto della prima casa per sé o per i propri figli; 
  • la necessità di sostenere le spese durante i periodi di fruizione di specifici congedi parentali e formativi.

Quando si parla di acquisto di «prima casa» si intende un immobile destinato alla normale residenza ed abitazione del lavoratore e della sua famiglia.

Quanto alle spese sanitarie, si deve trattare di terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle competenti ASL.

La richiesta di anticipazione per le spese sanitarie e per l’acquisto della casa deve essere giustificata dalla contemporaneità e dalla necessità della somma occorrente.

A quanto ammonta l’anticipazione del TFR?

Il lavoratore ha diritto a chiedere l’anticipazione del TFR per non oltre il 70% del Tfr accantonato.

Il calcolo deve essere effettuato come se alla data della richiesta dovesse cessare il rapporto di lavoro. Di conseguenza si sommano tutti gli importi accantonati e si procede alla rivalutazione.

Il datore di lavoro può rifiutare la richiesta di anticipo del TFR?

Come anticipato, l’anticipazione del TFR è un diritto del lavoratore. L’azienda però non è obbligata ad accogliere le richieste di anticipazione del TFR se queste superano il 10% dei lavoratori aventi diritto e il 4% del totale dei dipendenti. Il calcolo degli aventi diritto deve essere effettuato in base al numero di dipendenti presenti all’inizio dell’anno.

Tuttavia, i contratti collettivi possono stabilire delle procedure diverse, compreso il criterio di calcolo del numero dei dipendenti, per la concessione dell’anticipo.

Altre condizioni per ottenere l’anticipazione del TFR

Oltre ai tre casi visti sopra che consentono al dipendente di ottenere l’anticipo del TFR, le parti del rapporto di lavoro subordinato possono prevedere, di comune accordo, la liquidazione anticipata del Tfr anche al ricorrere di condizioni diverse e altresì più di una volta nel corso del rapporto.

A stabilire la possibilità di deroghe è infatti l’articolo 2120 del Codice civile, all’ultimo comma. Tali deroghe possono essere previste dal CCNL (ossia il Contratto collettivo nazionale di lavoro) o dal contratto individuale di lavoro.

Che succede se il dipendente usa l’anticipo TFR per altri scopi personali?

Se il lavoratore non utilizza l’anticipazione del TFR per lo scopo richiesto, il datore di lavoro ha il diritto di richiedere la restituzione della somma o il risarcimento dei danni, come stabilito da una sentenza del Tribunale di Napoli del 4 aprile 1986. Proprio per questo, il datore di lavoro ha il diritto di controllare se la somma concessa sia stata utilizzata per lo scopo richiesto e se sia stata utilizzata interamente o in parte, come stabilito da una sentenza del Pretore di Firenze del 13 maggio 1983. Tuttavia, se il lavoratore documenta di aver sostenuto spese inferiori all’ammontare dell’anticipazione ottenuta, non è tenuto a restituire la differenza non utilizzata, come stabilito da una sentenza del Pretore di Firenze del 30 marzo 1983. 



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