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E’ reato dire mi avete rotto i c…..?

11 Marzo 2023 | Autore:
E’ reato dire mi avete rotto i c…..?

In una discussione via mail con il gestore di un servizio, per la troppa loro insistenza ed invadenza mi è scappata la frase “mi avete rotto i c….”. Rischio qualcosa?

Effettivamente l’espressione da lei utilizzata nello scambio di mail intervenuto con la società che gestisce una serie di utenze, non è ritenuta offensiva e tale da integrare un fatto di reato o la commissione di un illecito civile.

La sentenza della Corte di Cassazione n. 19.223 del 2013, proprio con riferimento all’espressione da lei usata, sancì che essa non costituiva un insulto.

Difatti la frase “mi hai rotto i c….” pur essendo assai colorita, costituisce ormai un’espressione del gergo comune che, tra l’altro, in momenti di rabbia o nel corso di discussioni particolarmente accese equivale a “non darmi fastidio” e pertanto risulta comunque priva di carica ingiuriosa o diffamatoria.

Per di più, proprio come nel suo caso, in quello che sfociò nella sentenza della Cassazione citata l’utilizzo dell’espressione che stiamo analizzando era pure stata in qualche modo provocata dalle petulanti e moleste insistenze della controparte.

Per verificare, nel caso concreto, se ci sia o meno ingiuria la Cassazione insegna che è necessario accertare quale significato hanno assunto, nel linguaggio corrente, le parole utilizzate e quale peso abbiano nelle circostanze concrete in cui sono state pronunciate.

Ebbene, come nel caso di cui alla sentenza n. 19.223 del 2013 della Corte di Cassazione, anche nel suo non si ravvede per l’espressione usata alcun significato ingiurioso quanto, piuttosto, l’espressione di un fastidio dovuto all’insistenza ed alle mancate risposte altrui.

Occorre anche tener conto che l’espressione da lei usata non permette, in ogni caso, di individuare con esattezza le persone a cui l’offesa (ammesso e non concesso che ci fosse) fu indirizzata.

Ed anche questo elemento esclude, come insegna la Corte di Cassazione (sentenza n. 16.612 del 2017), che ci possa essere reato o, comunque, offesa punibile e risarcibile.

Articolo tratto dalla consulenza resa dall’avv. Angelo Forte



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