Inps: quando si prescrive l’indebito?


Dopo 9 anni e 9 mesi l’Inps mi notifica una richiesta di restituzione della NASpI. All’epoca svolgevo anche una piccola attività in proprio e avrei dovuto dichiarare ai fini della NASpI un reddito presunto, che dunque ho omesso di comunicare. La pretesa dell’Inps si è prescritta?
L’Inps, periodicamente, effettua dei controlli sulle singole misure erogate, per verificare che siano state correttamente applicate le norme di settore e che la documentazione e i dati dei contribuenti siano veritieri e aggiornati.
Se dall’esito del controllo risulta esservi stato un errore, l’Inps automaticamente procede alla richiesta di rimborso delle somme erogate in eccesso rispetto a quelle effettivamente spettanti.
La legge consente infatti all’Inps di ricalcolare in qualunque momento gli importi dovuti i contribuenti e tale analisi potrebbe dare, come risultato, un importo di somme percepite eccedente rispetto a quanto dovuto.
Tuttavia, il diritto dell’Inps di chiedere in restituzione le somme indebitamente erogate soggiace a precisi termini di prescrizione, a seconda della ragione che ha dato causa all’errore di calcolo e pagamento delle prestazioni.
Innanzitutto, non possono essere richieste in restituzione le somme erogate in eccesso, quando l’errore sia dipeso da un funzionario dell’Ente.
La legge consente invece all’Inps di poter riottenere l’ingiusta erogazione quando l’errato calcolo sia dipeso dal dolo del percipiente: si pensi, ad esempio, ad un soggetto che abbia dichiarato redditi percepiti maggiori rispetto a quelli effettivamente incassati, oppure che abbia indicato un numero di famigliari conviventi non rispondente al vero, o non abbia aggiornato la situazione del coniuge convivente, che abbia nel frattempo trovato occupazione.
In questi e in tutti i casi in cui l’errore non sia imputabile all’Inps, l’Ente potrà dunque chiedere la restituzione di quanto indebitamente corrisposto.
I termini entro i quali l’Inps potrà notificare la richiesta di restituzione variano a seconda della causa in ragione della quale vi è stata un’eccessiva erogazione.
In linea generale, se l’errore nel pagamento è conseguenza delle dichiarazioni dei redditi non aggiornate o non veritiere fornite dal percipiente, l’INPS può chiedere in restituzione l’indebito entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello nel quale sono state erogate le maggiori somme non dovute. Trascorso questo termine, le maggiori somme versate diventano irripetibili.
Nel caso, invece, di omessa dichiarazione dei redditi da parte del percipiente, il termine per il recupero delle somme dovute è quello ordinario di prescrizione, di 10 anni.
Se, infine, le somme da recuperare riguardano versamenti a titolo di contributi, vale il termine di prescrizione di 5 anni.
Il lungo lasso di tempo che generalmente intercorre tra l’indebito pagamento e la richiesta di restituzione da parte dell’Inps, la buona fede del percipiente e il legittimo affidamento da questo riposto nell’operato dell’Inps, consentono tuttavia di avvalersi – ai fini della restituzione delle somme eccedenti riscosse – di alcune misure volte a rendere meno gravosa per il cittadino la restituzione. Tra queste misure, c’è la possibilità di rateizzare la somma richiesta in restituzione, tenendo conto delle condizioni in cui versa l’obbligato, che si trova a dover restituire una somma che riteneva di aver legittimamente ricevuto; oppure la compensazione con eventuali crediti vantati nei confronti dell’Ente.
Ciò premesso, nel caso di specie, Lei ha omesso di comunicare i propri redditi all’Inps ai fini dell’erogazione della NASpI; pertanto, le somme che Le sono state corrisposte “in più” a tale titolo possono considerarsi un indebito oggettivo, la cui richiesta di restituzione si prescrive nell’ordinario termine decennale.
Dal momento in cui le somme eccedenti il dovuto Le sono state corrisposte, al giorno in cui l’Inps glieLe ha chieste in restituzione sono decorsi 9 anni e 9 mesi; pertanto, l’Ente previdenziale ha diritto al relativo pagamento da parte Sua, non essendosi il credito ancora prescritto.
Il fatto che l’Inps potesse conoscere i Suoi redditi nel corso degli anni successivi alla domanda di NASpI è irrilevante, in quanto avrebbe avuto Lei l’obbligo di comunicare i Suoi redditi al momento della domanda, sebbene presunti, e di trasmettere annualmente le dichiarazioni dei redditi, utili all’Ente per l’aggiornamento dell’ammontare dell’importo dell’indennità di disoccupazione.
In relazione all’entità della somma che l’Inps Le chiede in restituzione, potrà eventualmente chiedere una rateizzazione, o la compensazione con eventuali crediti che Lei dovesse vantare nei confronti dell’Ente.
Articolo tratto da una consulenza dell’Avv. Valentina Azzini