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Quanto costano i semi di canapa legale?

17 Marzo 2023 | Autore:
Quanto costano i semi di canapa legale?

Il prezzo medio da spendere per collezionismo o per coltivare la cannabis consentita dalla legge. Da che cosa dipende il costo.

La legge non vieta l’acquisto e, dunque, il possesso di semi di canapa certificati. Questo perché le sementi in questione non contengono delle sostanze psicotrope fino al momento del germoglio. Anche la coltivazione di questi semi è legale, purché a determinate condizioni, come hanno avuto modo di chiarire le Sezioni Unite della Cassazione [1]. La domanda che può farsi chi ha intenzione di coltivare qualche piantina di cannabis a casa sua è: quanto costano i semi di canapa legale?

Dipende dal tipo di semente, perché esiste un lungo elenco. Mediamente si va da poco più di 1 euro fino a circa 3 euro al grammo. Di solito vengono venduti in pacchi da 100 grammi, ma è possibile acquistarne anche una quantità maggiore. Pertanto, ciascuno di questi pacchetti può costare da poco più di 10 euro fino a circa 30 euro, anche se ci sono delle varietà più costose. L’acquisto è consentito nei negozi autorizzati oppure online (anche su Amazon).

Attenzione, però, all’uso che se ne fa. In alcuni casi è possibile acquistare semi di canapa solo per collezionismo, mentre altri possono essere coltivati. La differenza sta nella quantità di principio attivo, cioè di tetraidrocannabinolo (Thc), contenuto nella pianta che germoglia una volta coltivata: non deve essere superiore allo 0,6%. Se supera questa soglia, la coltivazione viene dichiarata illegale e la Polizia la può sequestrare o distruggere.

La normativa e la giurisprudenza, dunque, consentono la coltivazione di semi di canapa legale finalizzata a:

  • la coltivazione e la trasformazione;
  • l’incentivazione dell’impiego e del consumo finale di semilavorati di canapa provenienti da filiere prioritariamente locali;
  • lo sviluppo di filiere territoriali integrate che valorizzino i risultati della ricerca e perseguano l’integrazione locale e la reale sostenibilità economica e ambientale;
  • la produzione di alimenti, cosmetici, materie prime biodegradabili e semilavorati innovativi per le industrie di diversi settori;
  • la realizzazione di opere di bioingegneria, bonifica dei terreni, attività didattiche e di ricerca.

È anche possibile coltivare cannabis in casa per uso personale qualora il numero di piantine, il prodotto e i mezzi usati consentano di escludere lo spaccio. Sarà, però, obbligatorio conservare:

  • i cartellini della semente comprata per almeno dodici mesi;
  • le fatture di acquisto per il periodo previsto dalla normativa vigente [2].

Quali sono i semi di canapa legale?

I semi di canapa legale sono quelli certificati dall’Unione europea che hanno nel relativo cartellino tutti i dati necessari per la loro identificazione, ossia:

  • il tipo di seme;
  • il Paese di produzione;
  • la varietà;
  • il numero di lotto.

Le autorità europee aggiornano il lungo elenco dei semi ogni anno. Tra le varietà più richieste ci sono:

  • carmagnola;
  • kompolti;
  • kc virtus finola.

Da cosa dipende il prezzo dei semi di canapa legale?

Il costo dei semi di canapa legale può essere determinato da diversi fattori. Tra questi:

  • la quantità di semi che l’acquirente intende comprare: più è elevata e più si riduce il prezzo;
  • il contenuto di CBD, cioè il cannabidiolo, che è l’altro principio attivo contenuto nella canapa oltre al Thc e che possiede degli effetti benefici per il sistema immunitario e per l’organismo. Per questo motivo, aumenta la qualità del seme e, di conseguenza, anche il prezzo;
  • i costi di produzione e di spedizione: comprare da un rivenditore italiano sarà meno oneroso che reperire i semi all’estero.

Per ché cosa vengono usati i semi di canapa legale?

Alcuni semi di canapa non possono essere coltivati perché hanno un contenuto di Thc superiore alla soglia consentita dalla legge. Quindi, è possibile acquistarli solo per collezionismo, senza farli germogliare.

I semi di canapa legale che hanno un contenuto di Thc inferiore allo 0,6% possono essere coltivati per ottenere:

  • alimenti e cosmetici prodotti esclusivamente nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori;
  • semilavorati quali fibra, canapulo, polveri, cippato, oli o carburanti, per forniture alle industrie e alle attività artigianali di diversi settori, compreso quello energetico;
  • materiale destinato alla pratica del sovescio;
  • materiale organico destinato ai lavori di bioingegneria o prodotti utili per la bioedilizia;
  • materiale finalizzato alla fitodepurazione per la bonifica di siti inquinati;
  • coltivazioni dedicate alle attività didattiche e dimostrative nonché di ricerca da parte di istituti pubblici o privati;
  • coltivazioni destinate al florovivaismo.

note

[1] Cass. SS.UU. sent. n. 12348/2020.

[2] Legge n. 242 del 02.12.2016.


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