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Eredità e conto corrente: tutto ciò che c’è da sapere

21 Marzo 2023 | Autore:
Eredità e conto corrente: tutto ciò che c’è da sapere

Come dividere i soldi presenti sul conto del defunto tra eredi. Regole e passaggi per lo sblocco del conto corrente dopo la morte di una persona. 

Più della metà degli italiani possiede un conto corrente, e in ogni successione c’è del denaro in banca da dividere tra gli eredi. Tuttavia, le regole per farlo non sono sempre chiare, e le banche spesso richiedono l’atto di successione e il consenso da parte di tutti gli interessati prima di consentire un prelievo di contante, lo sblocco dei titoli o il bonifico delle somme sui conti correnti degli eredi. Come ci si deve comportare?

In questo articolo, esploreremo la disciplina applicabile in caso di eredità di soldi sul conto corrente e forniremo chiarimenti pratici su come procedere.

Soldi in conto corrente: come ottenere lo sblocco

Dopo la morte del titolare del conto corrente, ogni erede ha l’obbligo di riferirlo alla banca, che provvede al blocco del conto stesso in attesa delle pratiche di successione. 

È vietato a ciascun erede prelevare denaro prima di questo momento. Peraltro un prelievo dal bancomat o allo sportello costituirebbe atto di accettazione tacita all’eredità: con la conseguenza non solo di dover restituire agli altri eredi la somma illegittimamente prelevata, ma anche di assumersi la responsabilità dei debiti del defunto (in proporzione alla propria quota di successione). Ricordiamo peraltro che l’accettazione dell’eredità, anche se avvenuta tacitamente come appunto nel caso di prelievo del denaro, non può più essere revocata. 

La banca può consentire solo il prelievo delle somme necessarie alle spese funerarie con il consenso di tutti gli eredi anche prima della presentazione della dichiarazione di successione.

La ragione per cui la banca blocca il conto corrente fino al deposito dell’atto di successione è facilmente intuibile: serve per tutelare l’istituto di credito da eventuali responsabilità che deriverebbero dal consentire a un erede di prelevare più della propria quota. Ecco perché è necessario esibire la dichiarazione di successione da cui risultino i nomi e le quote di tutti gli eredi.

Come vedremo a breve però, nel caso di conto corrente cointestato, il cointestatario può ben prelevare la propria quota del conto corrente, anche senza dichiarazione di successione. Egli infatti ne è titolare non a titolo di “eredità” ma a titolo personale, in quanto appunto comproprietario del denaro per la relativa quota.

Giovanni è cointestatario al 50% del conto corrente con il padre Roberto su cui sono depositati 10.000 euro. Roberto muore e Giovanni si reca in banca per prelevare 6.000 euro. Non può farlo. La banca gli consentirà di prelevare solo 5.000 euro. Gli altri 5.000 euro dovranno essere divisi tra tutti gli eredi (eventualmente compreso Roberto, questa volta però in qualità di erede).

Chi ha diritto alle somme presenti sul conto corrente del defunto?

Il denaro sul conto del defunto spetta solo a coloro che abbiano accettato l’eredità. Prima dell’accettazione, non è possibile prelevare. Una volta effettuata l’accettazione e presentata la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate, ciascun erede può recarsi presso la banca per effettuare il prelievo delle somme a lui spettanti.

Mario e Carla sono i figli di Antonio, che aveva un conto corrente con 10.000 euro. Dopo la morte di Antonio e l’accettazione dell’eredità, Mario e Carla potranno prelevare ciascuno 5.000 euro dalla banca.

Come sapere quanto denaro c’è sul conto del defunto

Per conoscere il saldo del conto del defunto, gli eredi possono recarsi presso la filiale di competenza con il certificato di morte, l’atto notorio o uno stato di famiglia che dimostri il rapporto di familiarità con il defunto. Con tale documentazione, l’erede potrà avere informazioni su tutti i conti correnti, i depositi, i libretti di risparmio, le cassette di sicurezza, i finanziamenti in corso e quelli estinti, le azioni e le obbligazioni intestate dal soggetto defunto.

La banca può chiedere il consenso di tutti gli eredi allo sblocco del conto?

Sebbene alcune banche richiedano il consenso di tutti gli eredi per sbloccare il conto, le Sezioni Unite della Cassazione hanno ritenuto tale pratica illegittima. Ogni erede ha diritto alla propria quota di conto corrente, a prescindere dal consenso o dalla contestuale presenza degli altri coeredi. L’esistenza di una pluralità di eredi determina solo il sorgere di autonomi rapporti obbligatori con l’istituto di credito coinvolto nella vicenda successoria e non di un unico rapporto. E difatti, come anticipato sopra, tutto ciò che è necessario alla banca per conoscere le quote spettanti agli eredi è la dichiarazione di successione.

Conto cointestato: regole sull’eredità

Se il conto corrente era cointestato a un altro soggetto, gli eredi possono rivendicare la divisione della sola quota intestata al defunto, mentre l’altra spetta interamente al contitolare a meno che non si riesca a dimostrare che la cointestazione era solo fittizia.

Il conto corrente di Antonio era cointestato con sua moglie Maria. Dopo la morte di Antonio, i figli Mario e Carla potranno rivendicare solo la metà del saldo del conto, mentre l’altra metà spetterà a Maria.

Che succede se uno degli eredi preleva dal conto dopo la morte del titolare?

Dopo la morte del titolare del conto, ciascun coerede, anche se in possesso di carta bancomat o di carta di credito, non può effettuare acquisti, prelievi o pagamento con tale denaro. Non importa se questi abbia la delega alla firma. La banca, infatti, al momento della comunicazione del decesso, revoca le deleghe che il defunto aveva rilasciato ad altri soggetti. 

Chi effettua un’operazione sul conto dopo il decesso si considera erede puro e semplice e non potrà più rinunciare all’eredità. Inoltre, se ha commesso tale operazione senza il consenso degli altri coeredi, commette un reato di appropriazione indebita e può essere querelato ai carabinieri o alla polizia.

Come si dividono i soldi sul conto corrente del defunto?

Una volta effettuate tutte le pratiche di successione, la banca accredita a ciascun coerede la rispettiva quota. Quota che non è fissa, ma varia a seconda del numero di eredi e del loro rapporto con il defunto. Se c’è un testamento, non si pongono problemi. In assenza di ultime volontà, si applicano le regole del Codice civile sulla successione legittima.

Antonio, vedovo e senza testamento, lascia tre figli: Mario, Carla e Luca. Il saldo del suo conto corrente ammonta a 15.000 euro. Secondo le regole del Codice civile, ciascuno dei figli riceverà una quota uguale dell’eredità, ovvero 5.000 euro ciascuno.

Conclusioni

Dividere i soldi presenti sul conto corrente del defunto tra gli eredi può essere un processo complicato, ma conoscere le regole e le procedure può aiutare a semplificarlo. È importante comunicare tempestivamente alla banca il decesso del titolare del conto, seguire le pratiche di successione e rispettare i diritti degli eredi. In caso di dubbi o difficoltà, è consigliabile consultare un avvocato o un professionista esperto in materia di successioni.



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