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Previdenza complementare: guida pratica

23 Marzo 2023 | Autore:
Previdenza complementare: guida pratica

Come funziona la previdenza integrativa: contributi, riscatto, contratti. Assicurazione sulla vita, fondi comuni di investimento, Casse di previdenza e fondi aziendali. 

La previdenza complementare o integrativa è un sistema di previdenza volontaria che quindi si può affiancare alla previdenza obbligatoria e permette ai lavoratori di garantirsi una pensione aggiuntiva rispetto a quella ordinaria. In questo articolo, esploreremo le principali caratteristiche della previdenza complementare e vedremo come questa possa influire sul futuro pensionistico dei lavoratori. Vedremo quali sono le principali forme di previdenza complementare e come vengono gestite. 

Previdenza complementare: obiettivi e importanza

La previdenza complementare è pensata per sopperire alle carenze del sistema previdenziale obbligatorio e garantire ai lavoratori un tenore di vita adeguato al termine della carriera lavorativa. Essa è particolarmente importante per i lavoratori più giovani, a cui il metodo di calcolo contributivo non assicurerà una pensione sufficiente a coprire le spese quotidiane.

Fondi pensione e adesione

La previdenza complementare è gestita da Fondi pensione, enti con personalità giuridica ai quali possono aderire lavoratori di diverse categorie, tra cui dipendenti, autonomi, liberi professionisti e soci di cooperative. 

L’adesione ai Fondi pensione è volontaria e può quindi avvenire liberamente.

Finanziamento della previdenza complementare

I Fondi pensione sono finanziati tramite contributi a carico del lavoratore, del datore di lavoro e con quote prelevate dall’accantonamento per il TFR. I lavoratori dipendenti devono decidere entro sei mesi dall’assunzione se destinare il proprio TFR alle forme pensionistiche complementari o mantenerlo presso il datore di lavoro. La scelta del lavoratore può essere manifestata in modo esplicito (dichiarazione espressa) o tacito (silenzio-assenso all’adesione).

Requisiti per accedere alle prestazioni pensionistiche complementari

Per avere diritto alla prestazione pensionistica erogata dal Fondo, è necessario aver maturato i requisiti di accesso previsti nel regime obbligatorio di appartenenza e avere almeno cinque anni di partecipazione alle forme pensionistiche complementari (tre anni in caso di lavoratori che si spostano tra Stati membri dell’UE).

Trasferimento e portabilità della posizione individuale

L’iscritto ad un fondo pensione complementare può trasferire la posizione individuale ad altra forma pensionistica complementare, sia collettiva, sia individuale:

  • in caso di perdita dei requisiti di partecipazione (ad esempio per cambiamento di attività lavorativa);
  • per effetto di scelta volontaria, dopo un minimo di 2 anni di iscrizione.

Inoltre, i lavoratori che cessano l’attività lavorativa prima del diritto alla pensione complementare hanno diritto alla portabilità del montante contributivo maturato.

Riscatto della posizione individuale

I lavoratori che perdono i requisiti di partecipazione alla forma pensionistica complementare possono chiedere il riscatto della posizione, ovvero la restituzione della posizione individuale accumulata, a determinate condizioni. Il riscatto può essere parziale o totale, a seconda del periodo di disoccupazione o di invalidità permanente.

Erogazione della previdenza complementare 

Le prestazioni possono essere erogate:

  • in rendita e in capitale fino ad un massimo del 50% del capitale finale accumulato;
  • in rendita vitalizia periodica (pensione);
  • in capitale nel caso in cui la rendita, derivante dalla conversione di almeno il 70% del montante finale, risulti inferiore al 50% dell’assegno sociale INPS.

Come avviene per il TFR lasciato presso il datore di lavoro, è possibile usufruire dell’anticipazione. La somma da anticipare è calcolata sulla posizione individuale maturata, formata dai versamenti effettuati e dai rendimenti realizzati fino a quel momento.

Assicurazione sulla vita

Una delle forme di previdenza complementare è costituita dall’assicurazione sulla vita. Si tratta di un contratto che prevede un’operazione previdenziale e finanziaria per garantire eventi futuri incerti riguardanti la vita dell’assicurato e, se previsto, una prestazione finale certa. All’atto della scadenza del contratto, l’assicurato può scegliere tra il pagamento di un capitale rivalutato o di una rendita vitalizia.

Fondo comune di investimento mobiliare

Il fondo comune di investimento mobiliare è un’altra forma di previdenza complementare. Esistono diversi tipi di fondi in base al tipo di investimento scelto, come fondi azionari, obbligazionari, monetari e bilanciati. Le fluttuazioni dei mercati influiscono sull’andamento del fondo. Se abbinato a un’assicurazione sulla vita, il sottoscrittore può decidere come ripartire l’investimento tra il fondo e l’assicurazione.

Fondi aziendali

I fondi aziendali sono creati dalle aziende per incrementare indirettamente la retribuzione dei dipendenti o garantire maggiore tutela in presenza di particolari situazioni. Essi costituiscono un’ulteriore forma di previdenza complementare per i lavoratori.

Casse di previdenza

Le casse di previdenza sono istituite presso aziende o associazioni e mirano a garantire prestazioni previdenziali ed assistenziali agli iscritti e ai loro familiari. L’iscrizione è riservata ai dipendenti dell’impresa, ai soci e può essere estesa ai loro familiari.



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