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Telecamere sul lavoro e sanzioni: cosa bisogna sapere

27 Marzo 2023 | Autore:
Telecamere sul lavoro e sanzioni: cosa bisogna sapere

Rispetto della privacy dei dipendenti: è possibile installare una telecamera di sorveglianza e utilizzare il filmato come prova in un processo?

Le telecamere di sicurezza sul luogo di lavoro sono sempre più comuni, ma possono le riprese essere utilizzate come prova per sanzionare un lavoratore? 

Come noto lo Statuto dei Lavoratori esclude la possibilità di installare sistemi di videosorveglianza per controllare l’esecuzione della prestazione lavorativa. Ma li consente invece quando si tratta di tutelare il patrimonio aziendale, come nel caso di furti o altri comportamenti illeciti, anche se commessi dagli stessi dipendenti. 

Cerchiamo allora di comprendere cosa bisogna sapere in merito alle telecamere sul lavoro e alle eventuali sanzioni che il datore potrebbe applicare. 

Analizzeremo un caso che ha coinvolto un lavoratore sottoposto a procedimento disciplinare per un comportamento illecito scoperto tramite un impianto di videosorveglianza installato dall’azienda. Discuteremo quindi se e quando queste immagini possono essere utilizzate in maniera legittima per imporre sanzioni come il licenziamento e se possono valere come prova, in un eventuale processo. 

Il caso in esame

Un educatore professionale presso un istituto scolastico privato è stato sospeso dal servizio e dalla retribuzione per dieci giorni a seguito di un incidente accaduto durante una cena di fine anno. L’educatore ha avuto un alterco con uno studente, trascinandolo con la forza verso l’ascensore e causando la caduta del ragazzo a terra. Le telecamere di sicurezza hanno ripreso l’intero episodio, compresa la discussione accesa e poco professionale dell’educatore con la madre dello studente.

I giudici hanno confermato la sospensione del lavoratore infilata dall’azienda.  

Le telecamere di sicurezza e lo statuto dei lavoratori

Lo statuto dei lavoratori consente l’installazione di telecamere di videosorveglianza a patto che non servano per verificare se i dipendenti stanno lavorando e come lo stanno facendo. Al contrario possono essere utilizzate solo per:

  • ragioni tecnico-organizzative (ad esempio: verificare se un cliente entra in un negozio);
  • ragioni di tutela del lavoro (ad esempio: una telecamera posizionata in direzione di un macchinario pericoloso o all’ingresso di una banca per scoraggiare i ladri);
  • ragioni di tutela del patrimonio aziendale (ad esempio: una telecamera in direzione degli scaffali per evitare furti o vicino alla cassa).

Sussistendo tali condizioni, l’installazione di una o più telecamere di controllo può avvenire solo previa accordo con le rappresentanze sindacali aziendali o, se queste mancano, su autorizzazione dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro.

In ogni caso la presenza delle telecamere deve sempre essere comunicata ai dipendenti attraverso l’affissione di appositi cartelli posti in luoghi visibili. 

È importante anche considerare che le telecamere di sicurezza non devono essere utilizzate come un mezzo per controllare costantemente i dipendenti o per violare la loro privacy. L’uso delle telecamere dovrebbe essere limitato alle situazioni in cui è necessario proteggere la sicurezza dei lavoratori e di terzi, come nel caso dell’istituto scolastico esaminato in questo articolo.

Inoltre, è consigliabile informare i dipendenti sulla presenza di telecamere di sicurezza e sulle finalità per cui vengono utilizzate. Questo può aiutare a prevenire potenziali problemi legali e a garantire che i lavoratori siano a conoscenza delle misure adottate per la loro sicurezza e protezione.

Sono legittimi i controlli con telecamere nascoste?

L’utilizzo delle telecamere, al di fuori dei presupposti sopra indicati, è illegittimo e può causare una responsabilità penale del datore di lavoro. I dipendente potrebbero infatti denunciare il capo che abbia installato una telecamera “abusiva” e “nascosta”.

L’installazione sarebbe illegittima anche se questa dovesse essere previamente comunicata ai dipendenti e da questi autorizzata con una firma su un documento scritto. Come anticipato infatti è necessario rispettare i requisiti e le condizioni imposte dallo Statuto dei lavoratori.

La giurisprudenza ha tuttavia sdoganato l’utilizzo di telecamere nascoste solo nel caso dei cosiddetti controlli difensivi: si tratta dei casi in cui il datore di lavoro ha un fondato e serio sospetto nei confronti di un comportamento illecito commesso da uno specifico lavoratore. In tal caso la telecamera può essere utilizzata per procurarsi la prova del comportamento illegittimo e procedere nei confronti del responsabile in via civile o penale. Si pensi a una telecamera puntata in direzione di una cassa nel caso in cui vi sia il sospetto che la cassiera non emetta lo scontrino e incassi il corrispettivo in nero.

Esempi e considerazioni

Questo caso è un esempio di come le riprese delle telecamere di sicurezza possano essere utilizzate per sanzionare un lavoratore. Tuttavia, è importante sottolineare che le telecamere devono essere installate e utilizzate nel rispetto delle normative vigenti e dei diritti dei lavoratori. È fondamentale che le telecamere siano orientate verso spazi accessibili anche a personale non dipendente dall’azienda, non deputati ad accogliere postazioni di lavoro.

Detto ciò, è bene che il dipendente sappia che i filmati delle telecamere acquisiti nelle condizioni sopra elencate possono essere utilizzati in processo contro di lui e fanno prova per un’eventuale azione disciplinare o penale.


note

[1] Cass. ord. n. 8375/23 del 23.03.2023. Deve ritenersi legittima la sanzione disciplinare inflitta al lavoratore laddove la condotta addebitata al lavoratore risulta ripresa dall’impianto di videosorveglianza non potendosi dubitare dell’utilizzabilità delle immagini e che le telecamere siano destinate a esigenze di sicurezza in quanto orientate verso spazi accessibili anche a personale non dipendente dall’azienda e non deputati ad accogliere postazioni di lavoro.


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