Consigli per una separazione consensuale


Quando si verificano fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza, i coniugi possono separarsi concordando le condizioni.
Nel nostro ordinamento giuridico i coniugi che intendono porre fine al proprio matrimonio non possono “direttamente” divorziare ma prima devono passare attraverso la fase intermedia della separazione. Se vi è un accordo sulla scelta di separarsi ed anche sul contenuto delle regole della separazione allora la coppia può ricorrere alla procedura consensuale, che appunto implica il consenso di entrambi i coniugi e l’accordo sulle condizioni della separazione. Se invece manca l’accordo, anche solo uno dei coniugi può rivolgersi al giudice. In tal caso si ha una separazione giudiziale. In quest’articolo ci occuperemo in particolare della separazione consensuale e daremo pure qualche consiglio in merito alla stessa. Prima però forniremo alcune informazioni di base su tale tipo di separazione e sul suo funzionamento. Perciò, se sei interessato a conoscere i nostri consigli per una separazione consensuale, allora prosegui nella lettura dell’articolo.
Indice
Separazione consensuale: cos’è e come funziona?
La separazione consensuale è un istituto giuridico con il quale i coniugi sospendono consensualmente gli effetti civili del matrimonio e le relative obbligazioni. I coniugi quindi non sono più tenuti all’osservanza dei doveri di coabitazione e di fedeltà che discendono dal matrimonio ma sono obbligati a mantenere, educare ed istruire i figli nonché ad assistere materialmente il partner economicamente più debole.
Alla separazione consensuale si può addivenire seguendo procedure diverse. Più precisamente attraverso:
- un ricorso presentato congiuntamente in tribunale [1];
- una negoziazione assistita da un avvocato;
- un accordo concluso in Comune dinanzi all’ufficiale di stato civile [2].
Anche una separazione iniziata come giudiziale può poi trasformarsi in separazione consensuale, se vi è l’accordo dei coniugi.
Quali sono i consigli per una separazione consensuale?
I coniugi che intendono separarsi consensualmente con ricorso presentato dinanzi al tribunale oppure con negoziazione assistita devono necessariamente rivolgersi a un avvocato. In entrambi i casi è richiesta una competenza tecnica specifica per cui il nostro consiglio è quello di affidarsi a un avvocato matrimonialista specializzato in diritto di famiglia.
La consulenza di un avvocato esperto è fondamentale per chiarire i dubbi e per affrontare con maggiore sicurezza e serenità tutte le difficoltà che possono presentarsi per la coppia che ha deciso di separarsi. Altresì, l’aiuto del legale è determinante in quanto i coniugi devono trovare un accordo su questioni di primaria importanza quali quelle relative all’affidamento dei figli e al diritto di visita, all’assegnazione della casa coniugale, all’assegno di mantenimento per i figli e all’assegno di mantenimento per il coniuge. Dette questiono verranno esaminate più nel dettaglio da qui a poco.
I coniugi devono stabilire un’intesa comune anche su tutti gli altri aspetti della separazione vedi ad esempio sulla divisione dei beni, sulla gestione di mutui e/o di prestiti, sulla vendita di immobili o sulla divisione dei conti correnti.
In difetto di un’intesa comune è ovvio che non sarà possibile procedere a una separazione consensuale bensì bisognerà rivolgersi al giudice per una separazione giudiziale.
Il secondo consiglio per una separazione consensuale è di tenere fuori i figli da eventuali discussioni e contrattazioni. I genitori devono avere come obiettivo principale la tutela degli interessi e dei diritti della prole. Spesso invece le esigenze dei figli sono perse di vista mentre è importante che i coniugi continuino ad avere un rapporto corretto e rispettoso per quel che riguarda la comune responsabilità di genitori.
Per i coniugi che non hanno figli minorenni o maggiorenni incapaci o portatori di handicap oppure economicamente non autosufficienti una buona soluzione potrebbe essere rappresentata dalla separazione consensuale in Comune. Si tratta di una procedura veloce essendo sufficiente che le parti compaiano in davanti all’ufficiale di stato civile per concludere un accordo di separazione. È anche economica poiché non è obbligatoria l’assistenza di un avvocato quindi non c’è alcun onorario da corrispondere. Tuttavia, alla data della redazione dell’accordo deve risultare già assolto l’obbligo di pagamento del diritto fisso pari a 16,00 euro.
Attenzione però perché la separazione dinanzi all’ufficiale di stato civile non può contenere patti di trasferimento patrimoniale. L’unico patto consentito è quello relativo alla corresponsione mensile dell’assegno di mantenimento mentre sono vietati tutti gli altri tipi di accordi aventi natura patrimoniale.
Separazione consensuale: quali sono le questioni principali?
In una separazione consensuale le principali questioni sulle quali i coniugi devono accordarsi sono:
Affidamento dei figli e diritto di visita
La regola generale è quella dell’affido condiviso dei figli che il giudice adotta sia nella separazione consensuale sia in quella giudiziale. Ciò comporta che la responsabilità genitoriale viene esercitata da entrambi i coniugi, i quali devono prendere di comune accordo tutte le decisioni di maggiore interesse per i figli (ad esempio quelle relative all’istruzione oppure all’educazione). Se manca l’accordo la decisione è rimessa al giudice.
Le decisioni di ordinaria amministrazione invece possono essere adottate da ciascun genitore in autonomia.
Solo quando il padre o la madre si dimostri inidoneo a ricoprire il ruolo genitoriale, il giudice può disporre per l’affidamento esclusivo.
Per addivenire a una separazione consensuale i coniugi devono trovare un accordo sulle modalità di gestione dei figli soprattutto in riferimento ai tempi di permanenza con un genitore e con l’altro. Le soluzioni possono essere diverse ma in ogni caso vanno trovate considerando le concrete possibilità dei genitori (si pensi ad esempio al padre che lavora all’estero o a due coniugi che abitano in città diverse) ma soprattutto le esigenze dei figli di mantenere un rapporto continuativo e stabile sia con il padre sia con la madre.
Assegnazione della casa coniugale
In una separazione consensuale i coniugi devono accordarsi anche su chi continuerà ad abitare nella casa coniugale. Di solito la regola generale che guida la decisione del giudice è che l’immobile venga assegnato al coniuge con il quale i figli vivranno abitualmente (genitore collocatario).
La ragione di ciò è di garantire ai figli la possibilità di continuare a vivere nella stessa casa dove hanno vissuto fino al momento della separazione. Tuttavia, ci può essere una maggiore flessibilità nel senso che i coniugi possono anche decidere di lasciare la casa al genitore non collocatario oppure di vendere l’immobile e di dividere il ricavato.
Il coniuge assegnatario perde il diritto al godimento della casa familiare qualora non abiti o cessi di abitare stabilmente nell’immobile, o conviva more uxorio, o ancora contragga nuovo matrimonio. La revoca dell’assegnazione della casa familiare può verificarsi anche in caso di raggiungimento della maggiore età dei figli e della loro indipendenza economica nonché naturalmente in caso di decesso dell’assegnatario della casa.
Assegno di mantenimento per i figli
Altra questione da decidere in una separazione consensuale è quella relativa all’assegno di mantenimento dei figli. A norma dell’articolo 337-ter del Codice civile, salvo diverso accordo tra le parti, ciascuno dei genitori provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito; il giudice stabilisce, ove necessario, la corresponsione di un assegno periodico da parte del genitore non collocatario al fine di realizzare il principio di proporzionalità, da determinare considerando:
- le attuali esigenze del figlio;
- il tenore di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza con entrambi i genitori;
- i tempi di permanenza presso ciascun genitore;
- le risorse economiche di entrambi i genitori;
- la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore.
Assegno di mantenimento per il coniuge
Nella separazione consensuale i coniugi possono accordarsi altresì per la corresponsione di un assegno di mantenimento a favore del partner economicamente più debole se quest’ultimo ha redditi inferiori a quelli dell’ex coniuge e se non è in grado di procurarsi da solo i mezzi di sostentamento per ragioni oggettive. C’è da dire però che al fine di scoraggiare che si vengano a creare situazioni parassitarie, sempre più spesso i giudici tendono a penalizzare i coniugi giovani e che hanno una formazione, richiedendo loro un minimo di intraprendenza per trovare un’occupazione.
note
[1] Il ricorso di separazione consensuale va presentato al tribunale del luogo di residenza o di domicilio dell’uno o dell’altro coniuge.
[2] L. n. 162/2014.