Secondo il Cnel, che gestisce l’archivio dei contratti collettivi nazionali di lavoro, ce ne sono quasi mille. Ecco le categorie in cui sono classificati.
Il Ccnl, o contratto collettivo nazionale di lavoro è un accordo stipulato tra le organizzazioni sindacali rappresentanti dei lavoratori e le associazioni che rappresentano i datori di lavoro. Il contratto disciplina i rapporti individuali di lavoro ed alcune questioni del rapporto tra dipendente e azienda. Esiste una banca dati ufficiale dei contratti collettivi, gestita dal Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Quali sono i tipi di Ccnl?
Esistono sostanzialmente tre tipologie di contrattazione collettiva, dal punto di vista del livello in cui viene firmato l’accordo. Nello specifico:
- il contratto interconfederale, sottoscritto tra i rappresentanti centrali degli imprenditori (Confcommercio, Confindustria, Confartigianato, ecc.) e le organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil ed altre);
- il contratto nazionale di lavoro (Ccnl), sottoscritto dai rappresentanti degli imprenditori di un determinato settore ed i rappresentanti dei lavori che operano in quel comparto (metalmeccanici, terziario, tessili, ecc.);
- il contratto collettivo di secondo livello, provinciale o aziendale. Non viene ritenuto un vero e proprio Ccnl, poiché non è un accordo nazionale, ma è comunque in grado di disciplinare alcuni aspetti del rapporto di lavoro.
Per quanto riguarda i tipi di Ccnl, cioè dei contratti nazionali di lavoro dei vari settori, ne esistono diverse centinaia, anche perché alcuni settori ne hanno più di uno, a seconda dell’associazione che lo ha siglato. Secondo il Cnel, che gestisce l’apposita banca dati, se ne possono contare oltre 900, tra cui:
- 244 del commercio;
- 114 da enti e istituzioni private;
- 75 dell’edilizia;
- 53 dell’agricoltura e dell’agroalimentare;
- 36 dei metalmeccanici;
- 47 delle aziende di servizi;
- 43 dei poligrafici e dello spettacolo;
- 33 dei chimici;
- 29 dei tessili;
- 28 del redito e delle assicurazioni;
- 19 della Pubblica amministrazione.
Il Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro, nell’archivio ufficiale dei Ccnl, ha classificato i contratti del settore privato in 14 macrosettori e in 96 settori contrattuali. Ciascun Ccnl rientra in un solo macrosettore (se si applica a due o più settori è classificato nel macrosettore «V- contratti multisettoriali»), ma può essere classificato in più settori contrattuali nel caso si tratti di un CCNL plurisettoriale.
I macrosettori e i settori contrattuali del privato sono:
- agricoltura;
- chimici;
- meccanici;
- tessili;
- alimentaristi;
- edilizia, legno e arredamento;
- poligrafici e spettacolo;
- commercio;
- trasporti;
- credito e assicurazioni;
- aziende di servizi;
- plurisettoriali, altri e vari.
Indice
Come consultare l’archivio dei Ccnl
L‘archivio Cnel dei contratti collettivi di lavoro è la fonte ufficiale sui Ccnl. Rende accessibili al pubblico i testi autentici degli accordi stipulati in Italia. Le parti sociali che sottoscrivono un contratto collettivo devono obbligatoriamente depositarne il testo al Cnel.
Per ciascun contratto di livello nazionale è possibile accedere a tutti gli accordi di rinnovo depositati dalle organizzazioni firmatarie a partire dal 1990. Per alcuni Ccnl è possibile risalire indietro addirittura fino agli anni ’50.
Gli utenti possono accedere:
- alle norme contrattuali vigenti, che sono presenti in diversi accordi firmati in epoche diverse, nei casi in cui le organizzazioni firmatarie non abbiano provveduto alla stesura di un testo coordinato;
- ai Ccnl confluiti in altri contratti nazionali;
- ai Ccnl cessati.
L’archivio si trova sul sito istituzionale del Cnel (cnel.it), sezione «Archivio contratti». Può essere consultato attraverso:
- cartelle in formato elaborabile (Excel);
- una maschera di ricerca Ccnl;
- lo strumento analisi avanzate.
Che cosa prevedono i Ccnl?
Il Ccnl disciplina il modo in cui possono essere impiegati i lavoratori dipendenti in un determinato settore. Contiene, ad esempio, una classificazione del personale divisa su livelli sulla base dei profili di autonomia e di responsabilità dei vari profili professionali con cui si può essere assunti.
Il contratto collettivo nazionale, inoltre, elenca i diritti dei dipendenti che non sono previsti dalla legge e che vanno, quindi, ad aggiungersi al trattamento normativo. Ad esempio, sono frutto della contrattazione collettiva, tra gli altri, diritti come:
- la tredicesima mensilità;
- la quattordicesima mensilità;
- l’integrazione economica delle indennità Inps/Inail a carico del datore di lavoro in caso di malattia o infortunio;
- i permessi rol e quelli per festività soppresse;
- ulteriori tipologie di permesso;
- aspettativa non retribuita per malattia;
- le maggiorazioni in percentuale per lavoro straordinario, festivo o notturno.
Le disposizioni del contratto collettivo nazionale di lavoro possono essere derogate dal contratto individuale di lavoro solo in senso maggiormente favorevole per il dipendente.