Si può dividere la casa dopo la separazione?


Assegnazione della casa all’ex e divisione dell’appartamento in due unità immobiliari: quando è possibile?
In caso di separazione o divorzio, la questione dell’assegnazione della casa coniugale è centrale. Il giudice solitamente assegna il cosiddetto tetto coniugale – ossia l’appartamento ove la coppia viveva – al genitore presso cui i figli vanno a vivere. Ma è possibile dividere la casa in due unità abitative separate dopo la separazione? Analizziamo la situazione, cosa prevede la legge in merito e cosa dice la Cassazione sul punto.
Indice
Cosa prevede la legge riguardo all’assegnazione della casa coniugale in caso di separazione o divorzio?
Come noto, in caso di separazione o divorzio, il giudice assegna la casa coniugale al genitore con cui i figli vanno a vivere. In assenza di figli, il giudice non può disporre alcun provvedimento di questo tipo.
Il giudice assegna la casa ove la famiglia viveva stabilmente prima della separazione. Non può quindi assegnare un altro immobile come la seconda casa o quella a uso investimento.
È possibile dividere l’immobile in due unità abitative separate?
La possibilità di dividere l’immobile in due unità abitative separate dipende dai requisiti dell’unità immobiliare. La Cassazione [1] ha stabilito che «Non può disporsi l’assegnazione parziale della casa familiare a meno che l’unità immobiliare sia del tutto autonoma e distintivo da quella destinata ad abitazione della famiglia, oppure sia talmente grande da eccedere per estensione le esigenze abitative della famiglia e sia pur sempre agevolmente divisibile».
Quali sono i requisiti per poter dividere l’immobile?
Per poter dividere l’immobile, è necessario che si tratti di due locali tra loro autonomi e distinti. Quello cioè che viene destinata all’abitazione della famiglia non deve avere collegamenti con quello assegnato all’ex coniuge. In alternativa, l’immobile deve essere talmente grande da eccedere per estensione le esigenze abitative della famiglia e sia facilmente divisibile.
Esempio pratico: è possibile dividere una villetta su due piani?
Poniamo il caso di Tizio e Caia, una coppia titolare di una villetta divisa su due piani comunicanti l’uno con l’altro: il primo, al piano terra, è costituito da un ambiente ampio e vivibile, il secondo è una mansarda. Con la separazione, Tizio chiede al giudice di poter trasformare la mansarda nella propria abitazione. In un caso del genere, se la mansarda non è completamente autonoma dall’appartamento sottostante, non è possibile dividere la casa tra i due ex coniugi.
Cosa fare se non è possibile dividere l’immobile?
Se non è possibile dividere l’immobile, il coniuge “non collocatario dei figli” dovrà cercarsi un’altra abitazione. Lo dovrà fare entro il termine indicato dal giudice nella sentenza o, altrimenti, al più presto.
Per quanto tempo dura l’assegnazione della casa all’ex coniuge?
L’assegnazione dura finché non si verifichi uno dei seguenti eventi:
- i figli vanno a vivere da soli;
- il genitore collocatario va a vivere altrove insieme ai figli;
- i figli raggiungono l’indipendenza economica;
- i figli perdono il diritto al mantenimento il che avviene quando non danno prova di voler completare un percorso di studi e di non cercare un lavoro o, infine, quando raggiungono 30 anni.
note
[1] Cass. sent. n. 11294/2023, n. 23631/2011, n. 22266/2021.