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L’assegno di divorzio e l’assegnazione della casa coniugale

3 Maggio 2023 | Autore:
L’assegno di divorzio e l’assegnazione della casa coniugale

La Cassazione sottolinea l’importanza di considerare la casa coniugale nell’assegno di divorzio. L’assegnazione del diritto di abitazione incide sulla determinazione dell’importo.

Come noto, in caso di separazione o divorzio, la casa coniugale viene assegnata al coniuge “collocatario”, ossia quello presso cui i figli vanno a vivere. Tuttavia il riconoscimento del diritto di abitazione non è funzionale al mantenimento dell’ex ma costituisce un sostegno per i figli stessi onde consentire loro di continuare a vivere nello stesso ambiente domestico ed evitare un ulteriore trauma rispetto alla disgregazione del nucleo familiare. 

Tuttavia non si può negare come l’assegnazione della casa coniugale finisca indirettamente per costituire un beneficio economico per l’ex coniuge che vi permane e un forte svantaggio invece per colui che, pur proprietario, è costretto ad andare via e a trovare diverse soluzioni abitative. Ecco perché, proprio di recente, la Cassazione ha detto [1] che la quantificazione dell’assegno di divorzio deve comunque tenere conto del diritto di abitazione. 

Sono infatti frequenti le situazioni in cui, a seguito di separazione, il coniuge tenuto a lasciare la casa coniugale e a pagare l’assegno di mantenimento all’ex e ai figli si trova in una situazione di grave difficoltà economica tanto da dover ricorrere agli enti di beneficienza. Ora la Cassazione spezza una lancia a chi non ce la fa a pagare un affitto per sé stesso, pur essendo proprietario di un immobile in cui non può vivere. 

In questo articolo, esamineremo il caso in questione e forniremo esempi pratici per comprendere meglio l’impatto di questa decisione sui futuri divorzi in Italia.

Cosa dice la recente ordinanza della Cassazione sull’assegno di divorzio e la casa coniugale?

La Cassazione ha stabilito che, nella determinazione dell’assegno di divorzio, è necessario considerare anche l’assegnazione della casa coniugale a uno dei coniugi. Questo perché la casa familiare, oltre a tutelare i figli e il loro interesse a mantenere l’ambiente domestico, rappresenta anche “un’unità suscettibile di apprezzamento economico” e quindi un beneficio in termini monetari per chi vi vive che non è pertanto tenuto a pagare un affitto o una rata del mutuo. Insomma, avere “casa gratis” è una ricchezza di cui pertanto il giudice deve tenere conto quando andrà a quantificare l’ammontare dell’assegno divorzile in favore del coniuge collocatario dei figli.

Qual è l’importanza di questa decisione per i coniugi in fase di divorzio?

La decisione della Cassazione sottolinea l’importanza di valutare correttamente la casa coniugale nell’assegno di divorzio, in quanto costituisce un elemento economico rilevante per entrambi i coniugi. Se questa valutazione non viene effettuata, il provvedimento sull’assegno di divorzio potrebbe essere ritenuto viziato per “omessa valutazione” e quindi soggetto a riforma in appello.

Tizio e Caia sono in procinto di divorziare e la casa coniugale è stata assegnata a Caia, che ha la custodia dei figli. Nel determinare l’assegno di divorzio, il giudice dovrà tener conto del valore economico della casa coniugale assegnata a Caia. Il che significa che l’ammontare dell’assegno che Tizio dovrà versare a Caia potrà essere più ridotto rispetto a un’ipotesi in cui invece non vi sia l’assegnazione del diritto di abitazione.  

Quali sono le implicazioni legali di questa decisione per i futuri divorzi?

La decisione della Cassazione implica che i giudici dovranno essere più attenti nel valutare la casa coniugale nell’ambito dell’assegno di divorzio. Questo potrebbe portare a una maggiore equità nella determinazione dell’assegno stesso, tenendo conto delle reali condizioni economiche di entrambi i coniugi.

Qual è il ruolo dell’assegno di divorzio nel contesto della separazione tra i coniugi?

La Cassazione ricorda che la separazione tra i coniugi “non estingue il dovere reciproco di assistenza materiale”, ma comporta mutamenti significativi. Il coniuge a cui non è stata addebitata la separazione ha diritto a ricevere un assegno di mantenimento, mentre quello a cui è stata addebitata può pretendere solo un assegno alimentare in caso di bisogno. L’assegno di divorzio, invece, ha una natura composita, sia assistenziale che perequativo-compensativa, e viene determinato in base alle condizioni economico-patrimoniali dei coniugi e al contributo dato alla vita familiare.


note

[1] Cass. ord. n. 8764/23 del 28.03.2023.


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