Demolizione della prima casa abusiva: è possibile?


Scopri come la Corte EDU affronta la questione della demolizione delle abitazioni abusive e l’equilibrio tra la protezione del diritto alla casa familiare e gli obiettivi urbanistici.
La demolizione della prima casa abusiva è un argomento delicato che riguarda sia la lotta all’abusivismo edilizio, sia il rispetto della vita privata e familiare. In questo articolo, esamineremo come la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) si confronta con questo tema, cercando di bilanciare gli obiettivi di tutela dell’ambiente e del paesaggio, con il rispetto del diritto alla casa familiare, tutelato dall’art. 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Quali sono le decisioni prese dalla Corte EDU in merito alla demolizione delle abitazioni abusive? Come si relazionano con il diritto al rispetto della vita familiare e privata? Scopriamolo insieme.
Indice
In cosa consiste il principio di proporzionalità nella demolizione delle abitazioni abusive?
Il principio di proporzionalità, fondamentale nell’ambito dei diritti umani, implica che le misure adottate dagli Stati debbano essere adeguate e proporzionate alle finalità perseguite, senza ledere eccessivamente i diritti delle persone coinvolte. Nel caso della demolizione di abitazioni abusive, questo principio si traduce nel valutare attentamente se la misura sia effettivamente necessaria per il raggiungimento degli obiettivi di tutela dell’ambiente e del paesaggio, e se sia compatibile con il rispetto del diritto alla casa familiare, sancito dall’art. 8 CEDU.
Poniamo il caso di Mario, che ha costruito abusivamente una casa in cui vive con la sua famiglia. Le autorità locali emettono un ordine di demolizione, ma Mario contesta tale decisione, sostenendo che viola il suo diritto alla casa familiare. In questa situazione, il giudice dovrà valutare se l’ordine di demolizione sia proporzionato agli obiettivi di tutela ambientale e urbanistica, e se tenga conto delle esigenze e dei diritti di Mario e della sua famiglia, alla luce dell’eventuale indisponibilità di altri alloggi ove vivere, della presenza di anziani, minori e soggetti portatori di handicap.
Come si conciliano gli obiettivi di tutela dell’ambiente e del paesaggio con il rispetto del diritto alla casa familiare?
La giurisprudenza della Corte EDU riconosce che gli Stati hanno il diritto di regolamentare l’edilizia e l’urbanistica per perseguire gli obiettivi di tutela dell’ambiente e del paesaggio. Tuttavia, le misure adottate devono rispettare i diritti delle persone coinvolte, compresi quelli tutelati dall’art. 8 CEDU. Per conciliare questi obiettivi, la Corte considera diversi fattori, tra cui:
- la gravità dell’infrazione edilizia: la Corte tiene conto della natura e dell’entità dell’infrazione commessa, per stabilire se la demolizione sia una misura adeguata e proporzionata. Ad esempio, se l’edificio abusivo provoca un danno ambientale significativo o se è stato costruito in un’area protetta, la Corte potrebbe ritenere giustificata la demolizione;
- le circostanze personali e familiari: la Corte esamina anche le circostanze personali e familiari delle persone coinvolte, per valutare l’impatto della demolizione sulla loro vita privata e familiare. Ad esempio, potrebbe considerare se vi siano minori coinvolti, se le persone abbiano alternative abitative, o se vi siano situazioni di particolare vulnerabilità come anziani e portatori di handicap;
- le misure alternative: la Corte valuta se vi siano misure alternative alla demolizione che possano permettere di raggiungere gli obiettivi di tutela ambientale e urbanistica, senza ledere eccessivamente i diritti delle persone coinvolte. Ad esempio, potrebbe considerare se sia possibile regolarizzare l’abitazione, imporre una sanzione amministrativa o adottare altre misure meno invasive.
Quali sono le decisioni emblematiche della Corte EDU in materia di demolizione di abitazioni abusive?
Nella giurisprudenza della Corte EDU, vi sono diversi casi emblematici che affrontano la questione della demolizione delle abitazioni abusive e il rispetto del diritto alla casa familiare.
- Caso Moretti e Benedetti c. Italia (2011): la Corte ha stabilito che la demolizione di un’abitazione abusiva può essere compatibile con l’art. 8 CEDU, purché sia una misura proporzionata alle finalità di tutela ambientale e urbanistica e tenga conto delle circostanze personali e familiari delle persone coinvolte.
- Caso Ivanova e Cherkezov c. Bulgaria (2016): la Corte ha ritenuto che la demolizione di un’abitazione abusiva, senza valutare adeguatamente le circostanze personali e familiari delle persone coinvolte e senza esplorare misure alternative, viola il diritto al rispetto della vita privata e familiare tutelato dall’art. 8 CEDU.
Precedenti giurisprudenziali
- Corte e.d.u., P. e W. c. Regno Unito (dec.), 24 settembre 2013
- Corte e.d.u., Z. c. Croazia, 3 ottobre 2013
- Corte e.d.u., B. c. Regno Unito, 18 settembre 2012
- Corte e.d.u., I. e C. c. Bulgaria, 21 aprile 2016
- Corte e.d.u., Y. e altri c. Bulgaria, 24 aprile 2012
- Corte e.d.u., B. e altri c. Russia, 11 ottobre 2016
- Corte e.d.u., K. c. Lituania, 4 agosto 2020
- Cass. civ., sez. III, 17/1/2020, n. 844
- Cass. pen., Sez. III, n. 5822 del 18/2/2022
- T.A.R. Napoli, Sez. III, 10/8/2020, n.3552.